
Ecco il Robert Parker nuova maniera
Robert Parker sbalordisce il Wine Writers Symposium, confessando di aver prodotto un vino biodinamico e dialoga con il “low alcohol movement” della California
Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Il blog “Terroirist” – il nome dice tutto – ci fornisce la trascrizione del confronto fra Robert Parker, del celebre e potentissimo “Wine Advocate” e Jon Bonné durante il più importante incontro annuale fra i giornalisti del vino. Chi si aspettava scintille è stato servito e persino col botto!
Bonné è in qualche misura l’anti – Parker perché il suo libro The New California Wine – A Guide to the Producers and Wines Behind a Revolution in Taste, ha dato voce a una nuova generazione di produttori di vino
che reagiscono alla <<shortfalls of California wine: a ubiquity of oaky,
uninspired bottles and a presumption that bigger was indeed better>> caduta dei vini californiani: legno sovrabbondante ovunque, bottiglie banali, basate sulla presunzione che la potenza equivalga alla qualità. I nuovi produttori di cui parla Bonné sono quelli che hanno recuperato dall’Europa il concetto di diversità dei vitigni e del terroir, una maggiore adesione alla tipicità che ha portato con sé un anticipo nelle date della vendemmia e conseguentemente un minore tenore alcolico. Da questo il nome “ low-alcohol movement”
E da qui la polemica con Robert Parker che dei vini con molto legno, estratti e alcool detti appunto “parkerizzati” è il portabandiera. Anzi era …. Perché ora le sue posizioni cominciano a cambiare. Ovviamente li difende dagli attacchi dei produttori nuovo stile << I just don’t think that people making those wines should be trashing the other wines that are big, rich, full-bodied, and alcoholic as some sort of beverage for Neanderthals.>> Non mi sembra giusto che i produttori “nuovo stile” disprezzino i vini potenti, ricchi, pieni di corpo e molto alcolici, come una sorta di bevande degli uomini delle caverne dice Parker. Così come non è possibile dire che un vino sia buono solo perché l’uva è stata vendemmiata presto e dunque è meno alcolica … oppure perché è biodinamica. E qui arriva la confessione bomba << I’ve had a vineyard … since 1986 …. That vineyard is bio-dynamically farmed. I’m not totally in agreement with that — and I won’t let them advertise it — but I’m in agreement with the philosophy, less chemicals and doing things as naturally as possible.>>
Avevo una vigna , dal 1986 si trattava di una vigna biodinamica Non sono totalmente d’accordo con questo fatto – al punto che non ho volute che fosse pubblicizzato – ma sono d’accodo con questa filosofia: meno chimica e fare le cose più naturali possibile.
Insomma i primi sintomi di un nuovo “Parker pensiero” ci sono. Aspettiamo a vedere se si tradurranno in giudizi positivi per i vini più eleganti o se invece i vini potenti e fortemente marcati dal legno continueranno ad essere premiati con i punteggi migliori nel potentissimo repertorio giallino (The Wine Advocate) del super critico americano.