FALSE RECENSIONI DEI RISTORANTI
L’Unione Europea intende far rispettare la Direttiva del 2019 che obbliga le piattaforme a dichiarare come si accertano di ricevere recensioni da veri clienti
di Donatella Cinelli Colombini #winedestination
Il 65% dei consumatori legge le recensioni prima di prenotare un ristorante e il 66% le ritiene decisive per la scelta del locale dove cenare. Per questo le recensioni possono influire sul fatturato, fino al 30%. Questi dati FIPE – Federazione italiana del Pubblici Esercizi – mostrano quanto sia grave il problema delle false recensioni e quanto i ristoratori siano esposti alle azioni di concorrenza sleale che usano i siti generatori di recensioni per far loro perdere clienti.
LE RECENSIONI NEGATIVE FALSE POSSONO ROVINARE UN RISTORANTE
Io posso testimoniare, per esperienza diretta, che questo è un grave problema. Anni fa un ex dipendente mi riempì di recensioni false. Per questo sono contenta che il Commissario europeo alla Giustizia Didier Reynders abbia deciso di imporre alle piattaforme di recensioni online di adottare le misure per contrastare la pubblicazione di commenti falsi. Secondo lo stesso Commissario, è necessario che i portali, quando ricevono la segnalazione di una recensione sospetta, comunichino tempestivamente all’impresa le misure che intendono adottare.
Mi auguro che questo avvenga, perché, fin ora, la risposta di TripAdvisor era un secco no, <<tutti devono essere liberi di scrivere la loro recensione>>.
Spero inoltre che il cambio dei Commissari a Bruxelles non porti a un minor impegno e che vengano stabilite le sanzioni per i trasgressori perché senza multe difficilmente i portali turistici cambieranno il loro comportamento.
ESISTONO SITI GENERATORI DI RECENSIONI FALSE
Nella maggior parte dei casi le recensioni “al veleno” si originano da ristoranti concorrenti, ex dipendenti, oppure da clienti a caccia di sconti. La loro azione viene amplificata da siti capaci di generare recensioni false. Ecco che la prima richiesta di FIPE, associazione a cui fanno capo 300.000 imprese, è proprio quella di ottenere dai portali di recensioni la verifica dell’esistenza di un cliente reale dietro la recensione, cioè, ad esempio, la ricevuta del pagamento del pasto. In effetti la Direttiva UE 2019/2161 è già intervenuta regolamentando le recensioni stabilendo che le piattaforme devono indicare se e in che modo sia stato garantito che le recensioni provengono da consumatori che abbiano effettivamente utilizzato il servizio.
Ma, come ha detto Roberto Calugi, direttore generale di Fipe-Confcommercio le indicazione a garanzia della veridicità dei giudizi <<secondo una prima analisi condotta da Fipe, non si riscontrano nei siti delle principali piattaforme>>.
In altre parole la norma UE è largamente disattesa, anche se è stata recepita da alcuni Stati membri e la Francia, dal 2018, ha introdotto regole specifiche a garanzia della trasparenza delle recensioni.
Purtroppo invece le fake news e i fake ratings pullulano ancora on line.