Guelfo Guelfi il mio trisnonno mazziniano
Riscoprire le proprie origini è sempre importante e a volte riserva anche piacevoli sorprese. E’ questo il caso del mio trisnonno Guelfo Guelfi medico patriota nato a Lajatico il 24 luglio 1837. Combatté, nelle guerre di Indipendenza, con le truppe di Garibaldi fu un ottimo sindaco e seguì le idee di Giuseppe Mazzini fino al punto di andare sulla sua tomba per prendere le decisioni più importanti
Letti per voi da Donatella Cinelli Colombini
Impostò la sua vita su concetti come “pensiero e azione”, “dovere e diritto”, “religione del dovere”. Ideali di estremo sacrificio di sé che oggi fanno sorridere ma dettero all’Italia un’ottima generazione di politici e amministratori. E infatti il mio bisnonno fu retto e capace nella cosa privata come in quella pubblica.
Fu sindaco di Lajatico (1883-5) e dopo essersi spostato in Chianti, fu sindaco anche di Castelnuovo Berardenga fino al 1907. Qui riportò in pareggio il bilancio e fece decisivi miglioramenti con acqua potabile, lavatoi, fogne, scuole, cimiteri e persino un nuovo palazzo comunale. Colpisce la vastità del suo impegno politico a Siena e in Maremma. La sua figura è descritta in un opuscolo scritto da Roberto Boldrini e intitolato “Guelfo Guelfi e Michele Pini Un’amicizia risorgimentale” che è stato recentemente pubblicato a cura della Banca Popolare di Lajatico fondata appunto dal Guelfi. In famiglia si tramandano
episodi del bisnonno Guelfo e soprattutto della sua terribile moglie Girolama Mannini. Lei era religiosissima e non vedeva di buon occhio gli ideali mazziniani e forse massonici del marito. Infatti al funerale di Guelfo scacciò i reduci garibaldini venuti per onorarlo mettendo al loro posto un gruppo di preti. In realtà gli ideali patriottici facevano parte integrante della personalità di Guelfo Guelfi, anzi della sua famiglia visto che anche il padre Angelo era un “sovversivo” e nel 1849 fu tra coloro che aiutarono Garibaldi a scappare in Liguria. Guelfo era un uomo di grandi valori morali e anche nella vita privata. li manifestò in modo evidente allevando due fanciulle insieme alle 4 figlie e usando motti, come quello scritto nella “Casaccia” a Pianella in Chianti “per noi e per voi”, che dimostrano tutta la sua generosità.
Per onorare la memonria di Angelo e Guelfo Guelfi e la loro dedizione alla causa risorgimentale, oltre al legame di entrambi con Garibaldi, lo scorso anno, in occasione dei 150 anni dall’unità d’Italia, ho realizzato una piccola selezione si bottiglie di Brunello con un’etichetta dedicata e un nome emblematico “Camiciarossa“.