
I giganti del vino nel mondo
La nuova classifica dei big è monopolizzata dal nuovo mondo e deve far riflettere sulla fragilità del sistema produttivo italiano
Un recente articolo della rivista britannica “The drink business” propone una nuova classifica delle maggiori cantine mondiali mettendo sul trono Gallo Winery e subito dopo Concha y Toro. I numeri delle bottiglie sono da capogiro con un miliardo di pezzi la prima e 81 milioni la decima delle top 10 del mondo. Fra loro nessuna italiana ma quasi solo USA e Australia.
La classifica per fatturato redatta alcuni mesi fa da Mediobanca mostrava un panorama più diversificato con
anche gruppi francesi, cinesi, sudafricani, cileni, tedeschi e persino le italiane GIV Cantine Riunite al 7° posto.
In cima la Costellation Brand (USA) in posizione dominante e bel distacco da tutte le altre grazie a un fatturato annuo di 2.494.000.000 €. Segue, con 1.664 milioni di business, la prestigiosissima multinazionale del lusso LVMH di Bernard Arnault. Due società che sembrano scomparse secondo la classifica inglese.
Tuttavia qualunque sia la classifica più attendibile la dimensione dei grandi gruppi attivi sul palcoscenico mondiale deve suscitare una serie di riflessioni e una ferma volontà di unire le forze.
Il Chianti produce circa 120.000.000 di bottiglie all’anno e il Brunello 9 milioni. I maggiori gruppi sono GIV Cantine Riunite con 500 milioni di fatturato annuo seguiti da Caviro, Antinori e Cavit. Splendide e prestigiose realtà, ma la produzione italiana è divisa in 383.000 aziende con una superficie media di un ettaro e mezzo di vigna. Con un panorama così parcellizzato l’unico modo per contrastare i super big del nuovo mondo è stare uniti. Auguriamoci che tutti lo capiscano.
Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini