I TURISTI DEL VINO NON SONO PIU’ GLI STESSI 5

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I TURISTI DEL VINO NON SONO PIU’ GLI STESSI 5

Nelle cantine arrivano più donne e meno wine lovers. I visitatori cercano interesse e svago a contatto con la natura

 

I turisti del vino non sono più gli stessi

I turisti del vino non sono più gli stessi

di Donatella Cinelli Colombini

Il covid ha accelerato il cambiamento di profilo degli enoturisti che bussano alle porte delle cantine. Eravamo abituati ad una prevalenza maschile e invece le aziende Spagnole e poi quelle californiane hanno registrato più donne che uomini. Un cambiamento che trova un’espressione simbolica nei due film icona dell’enoturismo: Sideways (2004) dove Miles e Jack fanno un avventuroso viaggio di addio al celibato nelle cantine della contea di Santa Barbara, Wine Country (2019) con sei amiche che vanno a festeggiare un cinquantesimo compleanno nelle cantine di Napa.

 

LE DONNE STANNO DIVENTANDO LA MAGGIORANZA DEGLI ENOTURISTI

Il cambio di genere fra i visitatori delle cantine richiede qualche piccola attenzione nella wine hospitality. Roberta Garibaldi, nel suo Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano, evidenzia come i maschi sono attratti dall’accoppiata vino-sport, mentre le donne hanno bisogno di un tocco più culturale. Ecco che probabilmente l’Eroica, corsa in bicicletta nei distretti vitati della Toscana, attirerà “male wine lovers” e invece l’opera lirica all’Arena di Verona sarà molto gradita dalle “female wine lovers” che vanno nelle cantine di Amarone.

 

I turisti del vino non sono più gli stessi

I turisti del vino non sono più gli stessi

CRESCONO I TURISTI DEL VINO PER CASO E DIMINUISCONO I WINE LOVERS

Il genere del turisti non è l’unica novità nel profilo dei visitatori delle cantine, un’indagine condotta da Winetourism.com su 80 cantine (38% italiane) di 34 Paesi nell’autunno 2020 ha evidenziato come il 57% dei nuovi enoturisti siano poco esperti di vino e desiderosi di intrattenimento, mentre solo il 15% abbia una reale passione per il nettare di Bacco. Tuttavia, nelle aziende dove è più alta la quota dei veri wine lover, i fatturati derivanti dalla vendita di bottiglie e degustazioni, ovviamente, sono più alti. E’ inoltre stata registrata una quota significativa, del 28% di visitatori in cui entrambe queste motivazioni di viaggio sono presenti.

 

AUMENTA LA RICHIESTA DI ESPERIENZE E CALANO LE VENDITE DI BOTTIGLIE

I cambiamenti nel profilo, e quindi nei bisogni dei turisti del vino, comportano adeguamenti nell’offerta e nella comunicazione dell’offerta. Infatti, attualmente l’income maggiore dell’enoturismo è costituito dalla vendita diretta (55,7%), mentre le animazioni sono il 36,7% del business enoturistico, ma è facile prevedere una futura diminuzione della prima e un aumento della seconda.

 

LE CANTINE INVESTONO PER RISTRUTTURARE LA WINE HOSPITALITY

Un quadro che si traduce nella necessità di investimenti e sembra trovare una risposta positiva nelle imprese del vino insieme a una previsione ottimistica sulla ripresa dei flussi e del business. Per quanto riguarda la prima faccio riferimento ai dati Nomisma-WineMonitor, presentati in occasione di Wine2Wine 2020, dove il 44% delle grandi aziende e il 57% delle cantine piccole e medie ha dichiarato di voler investire anche sull’enoturismo per recuperare sui problemi commerciali innescati dal covid. Intenzione che fa leva su una ottimistica previsione sui tempi di recupero dei viaggi internazionali che la stragrande maggioranza delle cantine turistiche prevede nel 2022. Più realisticamente, i voli aerei torneranno normali nel 2024, ma il ritorno alla situazione pre-covid sarà graduale per cui è prevedibile una prima fase di utenza enoturistica domestica poi un recupero dei visitatori europei ed infine degli americani.

 

AVREMO UNA GEOGRAFIA NUOVA DELLE WINE DESTINATION

La crescita dei “turisti del vino per caso” e la richiesta di esperienze enoiche produrrà un riposizionamento all’interno dell’offerta enoturistica con una crescita di flussi verso le aziende o le denominazioni che offrono numerose animazioni con caratteristiche e dimensione eccezionali. Per questo Montalcino, che era da considerarsi un hub dell’enoturismo e vuole mantenere la sua posizione di forza, ha in previsione la costruzione del Museo del Brunello con un investimento di un milione e mezzo di Euro da parte di Opera Laboratori Fiorentini.
Come tutte le fasi di cambiamento, quella post pandemia, ci restituirà uno scenario modificato con qualche denominazione o cantina che perderà attrattiva ed altre che sapranno accrescere il proprio appeal sfruttando l’indole infedele ed esplorativa propria dei viaggiatori e anche dei nuovi wine lovers.
A somiglianza di quello che sta avvenendo nel mercato del vino, è molto probabile che chi è piccolo, diverso, maniacale nel rispetto della natura come i vini “senza mani”, posa avere ottime possibilità di successo turistico. Anche in questo caso, tuttavia, le condizioni indispensabili sono due: intercettare online il segmento che condivide gli stessi valori e trasformare le proprie caratteristiche in un’esperienza da far vivere ai visitatori.