LE CANTINE ITALIANE PIU’ SOCIAL
IN 10 ANNI 3 MILIONI I FOLLOWERS IN PIÙ PER LE 25 GRANDI CANTINE ITALIANE CHE OFFRONO ESPERIENZE DIGITALI SEMPRE PIÙ COINVOLGENTI PUNTANDO SU INSTAGRAM E LINKEDIN
di Donatella Cinelli Colombini #winedestination
Più viaggio nel mondo del vino e più mi accorgo che le cantine italiane sottostimano la comunicazione. Come sappiamo il panorama produttivo italiano è estremamente parcellizzato: fra le 35.000 cantine imbottigliatrici solo 27 superano i 100 milioni di fatturato annuo ma da sole detengono il 41% del business enologico nazionale. Se allarghiamo il cerchio alle imprese con fatturati superiori a 10 milioni di Euro arriviamo a 250 cantine che sono anche quelle più presenti nelle operazioni di marketing e di comunicazione compresa quella digitale. Le piccole imprese sono quasi invisibili se non per l’eccellenza enologica che porta loro premi e punteggi ma forse non basta …. Specialmente ora.
La decima classifica Omnicom PR Group Italia delle 25 grandi aziende enologiche italiane ci presenta un gran fervore di attività e alla fine ci rendiamo conto che i marchi visibili sono proprio quelli.
MEZZACORONA, FRESCOBALDI, RUFFINO ECCO LE CANTINE PIU’ SOCIAL
Nella classifica 2024 delle grandi cantine più social ci sono pochi cambiamenti, chi credeva nel digitale come strumento di marketing ci crede ancora e anzi incrementa gli sforzi. Prima ancora una volta Mezzacorona, seguono Frescobaldi e Ruffino e poi la vera novità costituita da Tenute Piccini che arriva quarto scalando la classifica rispetto al 13° posto dell’anno prima.
Su 25 aziende, solo cinque non hanno creato un profilo ufficiale.
MIGLIORA LA USER EXPERIENCE DEL SITO
Cresce di importanza Linkedin (+260% followers) anche se Instagram rimane il canale più utilizzato (+28% di followers) per raccontarsi e coinvolgere i clienti. Meno bene per Facebook (- 8% dei followers). Poco presidiati X (Twitter) e Tik Tok. Cresce il numero dei followers che negli ultimi 10 anni sono aumentati di 3 milioni. Crescono gli e-commerce proprietari con una maggiore ricerca di contatto con il cliente. I siti e gli account sono migliorati e offrono un’esperienza digitale più emozionale e contenuti più interessanti. Si tratta della “user experience” che è sempre più importante. E’ evidente un più attento studio del calendario delle pubblicazioni con una maggiore regolarità delle comunicazioni che non riguardano più solo il prodotto ma mostrano anche altri argomenti come il territorio, la sostenibilità, le persone, gli abbinamenti cibo-vino e i vitigni autoctoni…. Per citare solo i temi più presenti nei siti aziendali.
Evidentemente tutti i siti sono in italiano e in inglese (salvo uno). La traduzione in tedesco è presente in 10 siti e 4 hanno anche la traduzione in cinese.
La digitalizzazione aiuta nell’approccio a progetti come “vino 4.0” e tracciabilità su blockchain.
Nell’insieme, quella attuale, è una fase di passaggio che prelude a un maggior impiego di sistemi elettronici e soprattutto di un maggior ricorso all’intelligenza artificiale cioè di tecnologie capaci di sviluppare il rapporto con il cliente in modo più personalizzato e continuativo. Siamo dunque nel momento del “non più e non ancora” con cambiamenti sempre più veloci e radicali che chiederanno alle imprese del vino nuove figure professionali e un diverso modo di raccontarsi e fidelizzare i clienti.