Ma cosa c’entra Montalcino con la mafia?
Dalla padella nella brace! Prima l’atto vandalico sul Brunello Soldera e ora Montalcino diffamato da un uso improprio della parola mafia
All’estero la parola “mafia” vuol dire “cosa nostra” cioè Al Capone, Gambino, Reina e company. In altre parole si riferisce alle organizzazioni criminali che sparano, chiedono il pizzo, corrompono, intimidiscono, organizzano il narcotraffico e la prostituzione.
Tutte cose che con Montalcino non c’entrano niente!
E allora?
Da una frase “a caldo” di Gianfranco Soldera che descriveva l’atto vandalico da lui subito come “mafioso” intendendo intimidatorio (ma solo lui può dire a cosa si riferisse) si è scatenato un effetto tam tam con la parola “mafia” ripetuta in modo improprio e ossessivo finché all’estero sono usciti articoli che parlano esplicitamente di mafia a Montalcino. Cose da pazzi!
A Montalcino “cosa nostra” si vede solo in televisione. Montalcino è’ una zona a bassa criminalità dove si tiene ancora la porta di casa aperta. Altro che mafia!
Se poi si vuole dare a questo termine un significato omertoso, della serie “tutti sanno e nessuno parla” allora siamo
proprio fuori strada. Da noi tutti sanno tutto di tutti e parlano, parlano, parlano, è proprio una tipica caratteristica dei toscani quella di commentare le cose di altri, ma figuriamoci!
Il nostro è un territorio solidale, nessuno viene lasciato solo nella difficoltà e infatti tutti i 250 produttori sono pronti a donare il loro vino a Soldera e il Consorzio del Brunello si è messo a disposizione per raccoglierlo.
Vi prego, se amate Montalcino, se amate il Brunello smettete subito di usare questa parola. Anche chi cerca di spiegarla con sottili distinguo lessicali, più adatti all’Accademia della Crusca, sappia che danneggia il nostro meraviglioso e tranquillo paese. Sappia che all’estero le sue parole saranno semplificate e equivocate trasformandosi in un danno per il nostro territorio.
Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini