PERONOSPORA: COSA INSEGNA IL TRAGICO 2023

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PERONOSPORA: COSA INSEGNA IL TRAGICO 2023

VIGNA ITALIANA CON UN CALO PRODUTTIVO DEL 40% CAUSATO DALLA PERONOSPORA E GLI INTERROGATIVI SU COME IMPEDIRE IL RIPETERSI DI UN SIMILE DISASTRO

 

peronospora

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Di Donatella Cinelli Colombini #winedestination

Dopo un 2023 che rimarrà come un incubo ricordi dei vignaioli biologici, come me, tutti ci chiediamo: cosa abbiamo sbagliato? E’ ancora possibile fare agricoltura biologica con il nuovo clima?
Il portale Wein.plus che vi invito a leggere per intero riporta l’intervista a Randolph Kauer professore di viticoltura biologica all’Università di Geisenheim e viticoltore biologico. <<Era solo questione di tempo prima che accadesse qualcosa del genere, perché gli estremi climatici sono in aumento>> ha detto il docente dando subito un’indicazione pratica: quando gli acini sono della dimensione di un pisello e vengono infettati da peronospora difficilmente possono essere salvati. L’infezione passa anche dai graspi per cui il disseccamento dei grappoli avviene anche quando il vignaiolo pensa di essere al sicuro.

IL RAME DA SOLO NON FERMA LA PERONOSPORA CON IL NUOVO CLIMA

Ecco che chi ha vigneti in ritardo vegetativo perché ha rimandato la potatura invernale oppure ha fatto una doppia potatura, come me, per salvarsi dalle gelate primaverili (che sempre più frequenti) … è particolarmente esposto alla peronospora.
Il consiglio del professor Kauser è pragmatico. Lo strumento di difesa migliore è ancora il rame e in condizioni normali è molto facile mantenersi sotto i limiti previsti dai regolamenti BIO ma nelle condizioni estreme, che si sono verificate quest’anno <<non ha senso usare meno di 300 grammi per trattamento. Dopo dodici o quindici passate, si raggiunge il limite massimo di tre chilogrammi>> quindi bastano due mesi per arrivare alla soglia massima. Ma se continua a piovere e le “macchie d’olio” sulle foglie continuano a formari e a diffondere spore … il vignaiolo è costretto ad andare oltre. Il risultato è che usa troppo rame ma comunque non salva il raccolto. Esattamente come è successo nel 2023.

DEL FORSONATO DI POTASSIO IN FASE PRECOCE E POI MENO RAME ECCO LA RICETTA DEL PROF. KAUER

Per Kauer, l’ingrediente da usare è il << fosfonato di potassio che rappresenta una grande speranza nella lotta contro la peronospora, soprattutto per le aziende agricole biologiche>>. Purtroppo non è ammesso nel regolamento BIO. <<Le associazioni del settore biologico stanno preparando un dossier insieme al governo tedesco per stimolare nuovamente la discussione a Bruxelles>> spiega il Professor Randolf Kauer. Il fosfonato di potassio va usato fino alla fine della fioritura e permette di irrobustire la vite e consentirle di reagire agli attacchi della peronospora con il solo uso di quantità ridotte di rame.
<< Dobbiamo essere abbastanza onesti da dire: in anni estremi come il 2023, non siamo sufficientemente in grado di agire con le quantità di rame consentite>>. Nella situazione attuale, con le annate calde e piovose, le quantità di rame che finiscono nel suolo sono troppo alte e poco salutari per il terreno inoltre non bastano a salvare il raccolto. Il disastro avvenuto nel 2023 potrebbe ammorbidire la posizione di francesi, gli italiani e gli spagnoli contrari al Fosfonato di Potassio, a Bruxelles? Speriamo di si, speriamo che si uniscano a Germania, Austria e Repubblica Ceca nel dare ai vignaioli BIO uno strumento utile a salvare l’uva e ridurre l’uso del rame nelle annate piovose.
Resta la rabbia di chi ha avuto i danni per la peronospora che, come dice Kauer, era prevedibile e risolvibile. Una cosa è certa: i politici devono essere più veloci nelle decisioni e ascoltare gli specialisti più etici e competenti senza farsi condizionare dall’emotività e dai preconcetti. In alternativa avremo un abbandono in massa dell’agricoltura Biologica come sta avvenendo in Francia dove in una settimana il 6% dei vignaioli hanno dichiarato di passare a sistemi alternativi come l’agricoltura sostenibile che in Italia è indicata con la sigla SQNPI ed è riconoscibile dal simbolo dell’ape.