Pink Bubbly Wine
Bere leggero, nuovo e spensierato, bere gender-neutral ecco il rosato che piace a New York dove lo chiamano Pink Bubbly Wine e lo vogliono innovativo
Di Donatella Cinelli Colombini
La moda del rosé in USA è iniziata con quello provenzale di colore chiarissimo e tonalità quasi grigia. Il successone dei rosè francesi nel primo mercato mondiale ha superato il 40% di aumento fra il 2002 e il 2014 con un’autentica impennata finale.
Ma chi ama questo vino ama anche il cambiamento e quindi cerca cose nuove come il rosato di Puglia con la sua tavolozza più rossa e brillante. Si tratta dei giovani Millennials e della generazione Z più attenti alla salute e quindi più orientati su vini meno alcolici e meno pieni di calorie. Si tratta di consumatori incuriositi dal nuovo, poco fedeli, che ai “soliti noti” preferiscono cantine sconosciute anche solo per la voglia di provare e scoprire. Persino il modo di consumare il rosato è cambiato: un tempo era solo un vino estivo, ora viene bevuto anche in inverno perché accompagna perfettamente i pasti destrutturati e multietnici che piacciono ai giovani.
PINK BUBBLY WINE
I consumatori under 40 stanno portando al successo i rosati italiani con quelli pugliesi in testa con il nome Pink Bubbly Wine.
Fanno da propulsore alla nuova moda i packaging particolarmente variopinti e allegri di molte bottiglie provenienti dal nostro Paese e capaci di evocare lo stile di vita italiano. Partono dal colore del vino per suggerire la festa, la convivialità e la spensieratezza. Secondo l’Associazione Puglia Rosè, il rosato esportato in USA è confezionato soprattutto in bottiglia di vetro mentre la lattina, benché molto amata dai giovani per la sua praticità d’uso, la sua piccola dimensione e la sua riciclabilità, non sembra fare breccia.
I NUOVI SUPER ROSATI DI ALTA QUALITA’ E PREZZO
Accanto ai rosati più beverini alcune cantine stanno mettendo sul mercato il “Riserva rosé” cioè bottiglie nate fino dalla vendemmia con logiche di serbevolezza e di alta qualità. Partono da uve attentamente selezionate e, in certi casi, sono maturati in botte. E’ presto per dire se questa tipologia, più cara ed esclusiva, avrà successo ma certo segnala una lodevole ricerca di qualificazione di un vino che inizialmente non era preso troppo sul serio e ora punta in alto.
Il mio rosè – Rosa di Tetto – di uve Sangiovese è sempre stato piuttosto strutturato ma l’ho sempre pensato come un vino fresco, spensierato ed estivo. Alla luce delle nuove tendenze, sto pensando anch’io a qualcosa di nuovo …. vedremo!