
RIDURRE LA PRODUZIONE O PUNTARE SUL MARKETING?
La recente protesta dei vigneron di Bordeaux pone interrogativi su come gestire i distretti del vino e mostra grosse crepe dell’attuale sistema produttivo

Bordeaux-richiesta-di-estirpare-il-10%-dei-vigneti
di Donatella Cinelli Colombini
Ho sempre pensato che gestire il mercato riducendo o aumentando la produzione di vino fosse un metodo desueto, un’eredità dell’epoca preindustriale quando le merci erano inferiori alla gente che voleva comprarle. Tuttavia, le recenti vicende hanno evidenziato i danni di una produzione e di un consumo in crescita costante e la necessità di ripensare a un modello di sviluppo basato sulla globalizzazione e sul consumismo.
LE ECCEDENZE PRODUTTIVE DEL VINO RISPETTO AI CONSUMI
C’è poi un’altra cosa da considerare: la dimensione delle eccedenze di vino, cioè la forbice fra quanto viene prodotto e i consumi mondiali che OIV stima in 236 milioni di ettolitri l’anno.
Ebbene nel 2022 abbiamo avuto la quarta vendemmia consecutiva con una produzione mondiale inferiore alla media degli ultimi anni, ma siamo comunque arrivati a circa 260 milioni di ettolitri. Quindi a ogni vendemmia il lago di vino non consumato cresce. Le misure restrittive decise in Europa hanno ridotto l’eccedenza, che tuttavia c’è ancora ed è poco meno del 10% del totale.
Per questo Riccardo Cotarella, presidente dell’Assoenologi, ha affermato, durante Wine2wine <<Il vulnus del nostro settore è il divario tra domanda e offerta. Produciamo troppo: non possiamo impiantare continuamente, prima di fare il vino bisogna pensare a chi, dove e come venderlo>>
Una frase che sente l’eco delle previsioni nerissime (-16%) sulle vendite di vino 2023 fatte dall’Osservatorio UIV- Nomisma WineMonitor.
LA PROTESTA DEI VIGNERON DI BORDEAUX
Messe tutte insieme queste notizie gettano una luce diversa sulle proteste dei vigneron di Bordeaux.
In fondo, anche noi produttori di Brunello alcuni anni fa riducemmo le rese d’uva ad ettaro dei vigneti del Brunello in modo da comprimere la produzione e contrastare il calo del prezzo. Abbiamo poi fatto la manovra inversa quando il successo commerciale ha messo le ali alle nostre bottiglie.
Ma vediamo cosa è successo a Bordeaux. Il nuovo capo del Conseil Interprofessionnel du vin de Bordeaux (CIVB), Allan Sichel, ha dato il suo sostegno al controverso programma di estirpazione del 10% dei vigneti, promosso dal suo predecessore e ha chiesto al governo il finanziamento per mettere in atto il progetto.
Una presa di posizione che ha sorpreso tutti perché nel suo discorso di insediamento, nel luglio scorso. Sichel – négociant e titolare dell’omonima ditta commerciale – aveva detto l’esatto opposto, cioè che bisognava puntare sul marketing e la promozione per rilanciare il mercato dei vini bordolesi.
Poi evidentemente ha cambiato idea dichiarando al quotidiano francese “Sud Ouest”, poi rilanciato da Wine-Searcher, che << il 10% del commercio va male: il 10% della produzione, il 10% dei vigneti e il 10% dei vigneron sono in gravissima difficoltà>>.
Da qui la richiesta di circa 100 milioni di Euro (10.000€ per ettaro) di risorse governative per compensare l’estirpazione del 10% dei vigneti, dare ossigeno ai vigneron disperati e riequilibrare il mercato dei vini Bordeaux generici.
I PROBLEMI DEI PRODUTTORI DI BORDEAUX SONO FORSE I PRIMI MA NON SARANNO SICURAMENTE GLI ULTIMI
Le cause dello squilibrio sono numerose: il cambiamento climatico, gli attuali problemi economici internazionali (inflazione, costi delle merci secche e così via) e il crollo del mercato cinese.
Alla fine la sola soluzione possibile appare quella di estirpare e non quella adottata a Montalcino di ridurre la produzione ad ettaro in tutti i vigneti, che è evidentemente percorribile solo quando riguarda la parte alta della piramide produttiva e non la base come a Bordeaux.
Il 6 dicembre i vignaioli francesi sono dunque scesi in piazza con la più grande manifestazione da un quarto di secolo a questa parte. Ora non ci resta che aspettare per vedere la reazione del Governo francese e dell’Europa a un problema che si affaccia ora a Bordeaux ma forse sarà presto comune a tante zone viticole anche italiane.