Sala di accoglienza nella cantina turistica (1)
Arredi, sedie, acqua, bagni, documentazione, video…come la sala di accoglienza nelle cantine turistiche diventa glamour
Di Donatella Cinelli Colombini
Nella stragrande maggioranza delle cantine italiane, la visita inizia e finisce nello stesso luogo. Una zona multifunzionale che negli ultimi anni è radicalmente cambiata. E’ forse la parte delle cantine dove il look ha subito le maggiori trasformazioni con l’arrivo degli arredatori d’interni. Si tratta di ditte specializzate nella realizzazione di negozi, bar e altri ambienti a scopo commerciale.
Nella sala di accoglienza turistica sono arrivati tavoli di design, espositori per la vendita, banconi per la somministrazione, luci…il risultato è completamente diverso dagli ambienti tradizionali, e spesso quasi domestici, delle cantine di un tempo.
ZONA DI ACCOGLIENZA: TIPICA O NON LUOGO?
Alla fine la zona di accoglienza del pubblico risulta molto più funzionale, accogliente e di tendenza, ma anche molto meno identitaria. In altre parole smette di appartenere e anche di “raccontare” il posto in cui si trova e diventa invece un “non luogo” cioè uno di quegli ambienti che potrebbero essere ovunque nel mondo. Nelle cantine importanti (Antinori nel Chianti Classico, Florio, Tramin …) le strutture e gli arredi sono progettati appositamente dagli architetti, in tutte le altre vengono realizzate dalle ditte che allestiscono negozi o pubblici esercizi. Ma in entrambi i casi è più bella e meno rurale di quella che i vignaioli farebbero da soli.
Molti produttori hanno vissuto questo cambiamento come un’emancipazione e mostrano la zona di accoglienza moderna con grande orgoglio. Meno entusiastica la reazione dei turisti che la percepiscono come poco autentica. Tuttavia si tratta di un processo diffuso – dalla Sicilia al Trentino – e legato alla necessità di realizzare ambienti ad uso turistico e commerciale che esulano dall’esperienza precedente della campagna italiana e persino di chi produce vino da centinaia d’anni. Insomma non è una bottaia o una tinaia per le quali c’è un lungo vissuto.Nella zona di accoglienza si svolgono generalmente le funzioni di ricevimento, prima informazione e aggregazione dei gruppi per le visite guidate, ci sono i bagni ad uso pubblico, il punto vendita e, a volte, l’area per la degustazione turistica.
Lasciando a uno specifico capitolo la vendita e la degustazione, vediamo come organizzare le altre attività della sala di accoglienza.
CHI APRE LA PORTA DI INGRESSO?
Prima di tutto la porta di accesso. Il primo benvenuto è determinate per il turista del vino; la persona sorridente, che gli va incontro aprendogli la porta, cambia decisamente il suo approccio con i luoghi rispetto a quello che avrebbe se fosse ricevuto da addetto seduto dietro il bancone che aspetta le sue richieste prima di rivolgergli la parola. Per questo sconsiglio l’apriporta tipo condominio e consiglio un benvenuto caloroso e partecipato. Comporta un leggero aumento dei costi di personale ma accresce il rapporto emozionale con i clienti.