Il futuro del turismo del vino comprende la creazione di grandi infrastrutture capaci di accrescere visibilità, prestigio e visitatori alla propria denominazione
Hub enoturistico Marsala Cantine Florio tavolo da degustazione in cantina
Il punto di partenza è la lista presentata da Roberta Garibaldi in qualità di AD di Enit alla Unwto Global Conference on Wine Tourismche si è svolta ad Alba nel 2022:
• IL VINO TESTIMONIA LA CULTURA E LA TRADIZIONE
• SOSTENIBILITA’ A 360 GRADI 7 turisti su 10 scelgono in base alla sostenibilità ambientale e sociale
• DESIDERIO DI SPAZI APERTI
• NATURE BATHING IMMERGERSI NELLA NATURA
– 50% dei turisti italiani sceglie le spa a tema vino e il 40% percorsi di pittura
• NASCONO GLI HUB ENOGASTRONOMICI
– I musei dell’enogastronomia attraggono il 60% delle ricerche degli italiani
La classifica World’s best Vineyards con le cantine più belle del mondo ci propone un elenco di grandi destinazioni del vino. Ma le piccole non hanno chances?
Non è bello dirlo ma i premi dipendono dalle giurie e quando a votare non sono i normali turisti, bensì gli “addetti ai lavori”, cioè i giornalisti, gli esperti, i docenti universitari …. La scelta cade sulle imprese più ricche e prestigiose. E’ lì che arrivano i congressisti dopo i convegni, i press tour gestiti dalle istituzioni pubbliche e in generale i gruppi più VIP. Per questo le super cantine, quelle degli archistar, dei brand famosi e degli investimenti milionari sono più presenti nella memoria degli esperti e dei giornalisti. E per questo sono più presenti fra i vincitori di concorsi come World’s Best Vineyards.
Si tratta indubbiamente di meravigliose destinazioni del vino ma non per questo altre tipologie di cantine piacciono di meno ai wine lovers. Anzi, è spesso l’accoglienza più familiare e la presenza di un vignaiolo impegnato nella cura della sua uva, che affascina i visitatori e li lega in modo permanente a quello specifico brand. La cantina fatta per il vino e non per il pubblico ha un impatto emozionale molto più forte e coinvolgente.
Nella stragrande maggioranza delle cantine italiane, la visita inizia e finisce nello stesso luogo. Una zona multifunzionale che negli ultimi anni è radicalmente cambiata. E’ forse la parte delle cantine dove il look ha subito le maggiori trasformazioni con l’arrivo degli arredatori d’interni. Si tratta di ditte specializzate nella realizzazione di negozi, bar e altri ambienti a scopo commerciale.
Nella sala di accoglienza turistica sono arrivati tavoli di design, espositori per la vendita, banconi per la somministrazione, luci…il risultato è completamente diverso dagli ambienti tradizionali, e spesso quasi domestici, delle cantine di un tempo.
ZONA DI ACCOGLIENZA: TIPICA O NON LUOGO?
Zona-accoglienza-cantine- Florio
Alla fine la zona di accoglienza del pubblico risulta molto più funzionale, accogliente e di tendenza, ma anche molto meno identitaria. In altre parole smette di appartenere e anche di “raccontare” il posto in cui si trova e diventa invece un “non luogo” cioè uno di quegli ambienti che potrebbero essere ovunque nel mondo. Nelle cantine importanti (Antinori nel Chianti Classico, Florio, Tramin …) le strutture e gli arredi sono progettati appositamente dagli architetti, in tutte le altre vengono realizzate dalle ditte che allestiscono negozi o pubblici esercizi. Ma in entrambi i casi è più bella e meno rurale di quella che i vignaioli farebbero da soli.
Molti produttori hanno vissuto questo cambiamento come un’emancipazione e mostrano la zona di accoglienza moderna con grande orgoglio. Meno entusiastica la reazione dei turisti che la percepiscono come poco autentica. Tuttavia si tratta di un processo diffuso – dalla Sicilia al Trentino – e legato alla necessità di realizzare ambienti ad uso turistico e commerciale che esulano dall’esperienza precedente della campagna italiana e persino di chi produce vino da centinaia d’anni. Insomma non è una bottaia o una tinaia per le quali c’è un lungo vissuto.
Il prezzo d’ingresso, le gratuità e soprattutto il sistema per prenotare le visite in alcuni luoghi da sogno e dell’enologia italiana
Casato Prime Donne - Cantina Brunello
Cominciamo dalla nostra. Donatella Cinelli Colombininon ha dubbi <<le cantine devono offrire cultura del vino>> per questo la creatrice di “Cantine aperte” nella sua Casato Prime Donne a Montalcino serve tre vini in degustazione gratuitamente insieme alla visita guidata a tutti gli individuali che bussano alla porta nei giorni feriali. Per i gruppi superiori a 12 persone e per le degustazioni formali c’è un listino ma i wine lovers individuali sono accolti a braccia aperte. <<Non pensi che la gratuità renda la visita meno esclusiva, meno ambita?>> le chiedo, ma Donatella è ferma nelle sue idee <<chi ama il vino, da noi, è accolto come un amico>>.
Davvero una bella opportunità per entrare nel magico mondo del Brunelloe nella storia di Montalcino che viene raccontata in italiano e inglese dalle guide della cantina aiutandosi con gli affreschi che sono fra le botti.
Antinori-nel-Chianti-Classico
Non è raro trovare opportunità simili nelle cantine italiane anche più blasonate, tuttavia mentre cresce e si diversifica l’offerta enoturistica ,molte aziende hanno strutturato visite e degustazioni a pagamento.
Cominciamo con quella che, attualmente tutti desiderano visitare: la cantina Antinori nel Chianti Classico. Prenotazione on line www.antinorichianticlassico.it assolutamente indispensabile perché è già al completo per giorni e giorni. La vista costa 20€ dura un’ora e comprende l’assaggio di tre vini.
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