Stefano Patuanelli nuovo Ministro dell’Agricoltura
Speriamo che sia l’uomo dell’innovazione in agricoltura e la renda sostenibile e collegata ai consumatori. L’ingegner Stefano Patuanelli potrebbe portare le campagne nell’epoca digitale
di Donatella Cinelli Colombini
Oggi solo il 16% delle aziende agricole italiane è digitalizzata. Lo scarso uso di internet dipende dall’età degli agricoltori che in Italia è alta, dalla loro scolarizzazione che invece spesso è bassa e dalla copertura della rete che, in campagna, è a macchia di leopardo. Chi non si è perso cercando una cantina perché il navigatore si è scollegato? Tutti hanno avuto questo tipo di esperienze: le frecce segnaletiche sono solo ai due incroci prima dell’azienda e le colline, dei nostri distretti viticoli, fanno il resto.
L’ingegner Patuanelli potrebbe essere il Ministro dell’agricoltura che rinnova e innova nel pieno rispetto della natura.
Triestino, 46 anni, laureato in ingegneria civile (mannaggia, era meglio ingegneria elettronica!) con 110 e lode, sposato con 3 figli appassionato di pittura e architettura, ama il basket e l’atletica. Attivista 5 Stelle della prima ora, è in Parlamento dal 2018 come capogruppo al Senato e poi Ministro dello Sviluppo Economico nel secondo governo Conte. Si è opposto alla Tav ma non per questo rifiuta i cambiamenti, anzi la sua esperienza al MISE dovrebbe avergli dato gli strumenti per progettare i processi verso l’innovazione, la sostenibilità e la digitalizzazione.
Io credo che le contaminazioni servano, e mettere alla guida dell’agricoltura italiana un ingegnere con un’esperienza nello sviluppo economico potrebbe fare la differenza. Resta da vedere se la sua intelligenza scientifica è più simile a quella di Albert Einstein leggendariamente privo vi senso pratico, oppure a Adriano Olivetti che era meno intelligente ma dotato di più umanità e senso organizzativo.
Le prospettive commerciali, turistiche e persino il passaggio generazionale in agricoltura dipendono in larga misura dall’introduzione di innovazione. Dall’uso dell’elettronica deriva la riduzione dei pesticidi perché la green economy non è il ritorno all’uomo delle caverne, bensì una maggiore conoscenza del clima e delle sue influenze sulla vita vegetale per cui servono centraline, collegamenti satellitari e con la rete fissa e mobile degli agricoltori.
Dall’uso del web dipende l’accorciamento delle catene commerciali previsto dal progetto farm-fork perché l’uomo di città potrà andare ad approvvigionarsi sul luogo di produzione solo se il telefonino lo guiderà fino a li.
Mi limito a questo, ma potrei scrivere del tempo necessario per riscrivere le informazioni su sistemi di controllo e certificazione che non dialogano fra loro oppure sono inutilmente dettagliati e difficilissimi da usare (avete presente il SIAN che doveva semplificare le registrazioni agricole e soprattutto quelle delle cantine?). Talmente difficili che quasi tutte le aziende li delegano a agenzie private o associazioni di categoria. Quando Carlo Cottarelli dice che il tempo impiegato in adempimenti burocratici corrisponde in valore a quello delle tasse, non esagera, anzi forse minimizza. E’ un onere enorme soprattutto per le piccole imprese.
Il messaggio al nuovo Ministro è <<non si scoraggi per le arretratezze che troverà, lasci ai dirigenti del Mipaaf le parti più agricole e lei si rimbocchi le maniche sull’innovazione perché su quel fronte può fare la differenza. Lasci una traccia forte di cui essere fiero. Si faccia ricordare per sempre come, fra i suoi predecessori, Ricasoli, Marcora o DeCastro>>.
LE RICHIESTE DELLE DONNE DEL VINO
Giusto per promemoria riassumo qui le richieste che arrivano dalle 900 Donne del Vino raccolte tramite un sondaggio nazionale (ma non nella piattaforma Russeau) per l’audizione alla Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati all’inizio di febbraio.
L’appello è affinché l’agricoltura, nel Recovery Fund, non venga presa in esame solo per l’impatto ambientale ma anche in termini economici e occupazionali all’interno di una filiera produttiva e commerciale che riguarda anche la salute dei consumatori.
DIGITALIZZAZIONE DELLE AREE RURALI – La mancanza di una buona connettività e di banda larga nelle campagne – fino alle imprese e alle case -, la scarsità di strumentazione elettronica, sono considerati il maggiore ostacolo allo sviluppo economico e turistico delle zone rurali. La mancanza di copertura del segnale rende invisibili le imprese ai fini turistici e commerciali, rallenta il lavoro e l’accesso alle informazioni, impedisce il ricambio generazionale e l’introduzione dell’economia verde.
AGRICOLTURA DI PRECISIONE – Green deal – farm to fork – next generation: il processo di qualificazione dell’agricoltura e di produzioni eco sostenibili passa attraverso un processo di formazione e di digitalizzazione che richiede infrastrutture e connettività. Attuarla innesca un processo virtuoso sotto il profilo ambientale, economico e sociale con maggiori prospettive per i giovani.
TRASPORTI E VIABILITÀ – La carenza di collegamenti favorisce la marginalizzazione culturale ed economica delle popolazioni rurali e danneggia particolarmente i giovani in età scolare, le donne e gli anziani. Potenziare trasporti e viabilità nelle zone rurali significa anche favorire il turismo e renderlo più capillare.
SERVIZI PER LA MATERNITÀ – La carenza di asili nido e di scuole materne nelle zone agricole e nei piccoli centri oltre al loro costo eccessivo in rapporto ai redditi della popolazione rurale, sono di grave impedimento alle possibilità di lavoro e carriera delle donne.
POLITICHE DI PARITÀ DI GENERE IN TUTTE LE IMPRESE E SPECIFICAMENTE NELLA FILIERA DEL VINO – Cantine, ristoranti, rivendite, agenzie di consulenza: agevolazioni fiscali e di punteggio nelle graduatorie per le imprese dove si rispettano la parità di salario di progressione di carriera fra i generi ed è offerta la flessibilità nell’orario di lavoro.
POLITICHE PER IL TURISMO ENOGASTRONOMICO E LA FILIERA DELL’AGROALIMENTARE DI ECCELLENZA – Su questo fronte la partita la deve giocare il neo Ministro del Turismo Massimo Garavaglia ma la connettività e l’innovazione hanno un ruolo decisivo anche in questo settore.
Per questo l’augurio di BUON LAVORO al nuovo Ministro Stefano Patuanelli è più che sincero: forza ingegnere, contiamo su di lei, non ci deluda!