Influencer e giornalisti del vino sono in guerra?

Influencer e giornalisti del vino sono in guerra?

Forte attacco dei wine writer agli influencer del vino, accusati di poca professionalità e narcisismo. Ma forse è solo necessario distinguere i ruoli

 

Chiara Giannotti, influencer, esperta di vino con reputazione internazionale

Chiara Giannotti, influencer, esperta di vino con reputazione internazionale

di Donatella Cinelli Colombini

A volte, i titoli degli articoli sono irresistibili <<The Incurable Plague of Wine Influencers>> e poi prosegue: non li uccide neanche il Covid. Come si fa a non leggerlo?
Pare che i giornalisti del vino abbiano iniziato un’autentica crociata contro gli influencer e The Guardian pubblichi giornalmente articoli sul narcisistico che esprimono i loro set fotografici. James Lawrence, autore dell’articolo, di WineSearcher, da cui sono partita, ha espressioni davvero forti parlando della loro <<nauseabonda auto-esaltazione>>. Descrive anche il suo primo incontro nel 2018 <<ci misurammo l’un l’altro, come un cobra che incontra una mangusta>>. Un paragone impressionante, ma probabilmente verosimile, visto che Lawrence disse pubblicamente che il loro successo <<era in gran parte un flirt passeggero di alcuni mega-marchi con soldi in eccesso da buttare>>.

 

GLI INFLUENCER DEL VINO VISTI DAI GIORNALISTI

Stefano Quaglierini, influencer ed enologo

Stefano Quaglierini, influencer ed enologo

Le invettive continuano nelle righe successive: <<dubito della loro capacità di influenzare una massa critica di consumatori di vino, nonostante i migliori sforzi di detta gente>>. Il presupposto principale della sua critica è che gli influencer incoraggiano le illusioni dei consumatori, il desiderio di uno stile di vita superiore che non hanno e non avranno mai. Alimenterebbero la <<cultura delle celebrità>>, cioè la curiosità ed il desidero di quel mondo dorato di super lusso, di superfluo, esclusivo e costosissimo in cui solo le pop star riescono ad entrare. <<L’immagine dell’influencer che penzola sulla piscina a sfioro, pochette in mano, si vende>> quella del caseificio molto di meno e sfortunatamente anche la vinificazione è un’attività noiosa e priva di glamour.

 

GLI INFLUENCER DEL VINO SONO SOLO IMMAGINE?

Riflessione vera ma che potrebbe estendersi a tutte le pagine pubblicitarie dei grandi marchi della moda. Quanti possono spendere 4.000€ in una pochette?
Ancora meno condivisibile l’accusa <<l’obiettivo principale dell’influencer è quello di vendere se stessi, tutto il resto è in secondo piano>>. Forse qualcuno sì, ma certo non tutti.
Mi ricordo una frase simile scritta lo scorso anno dal produttore di Erbaluce di Caluso, Camillo Favaro: <<Non sapendone di vino e, molto spesso, non conoscendo la lingua italiana scritta, dovrebbero limitarsi ad allietare gli astanti, esclusivamente con la mercanzia di cui dispongono e di cui, evidentemente, vanno particolarmente orgogliose>>, parole sessiste oltre che di forte critica professionale.

 

MEGLIO UNA DISTINZIONE DI RUOLI FRA INFLUENCER E  GIORNALISTI DEL VINO

Ecco che alla fine dell’articolo il giudizio di James Lawrence diventa più equilibrato e arriva una distinzione più che accettabile <<il ruolo dell’influencer è quello di fornire una glassa sottilissima su una torta già cotta>>, cioè dovrebbe lavorare sull’immagine lasciando l’approfondimento sui contenuti agli esperti di vino. Ma perché no!

A mio avviso infatti è bene distinguere gli influencer dai testimonial/ambassador e questi dai wine writer, cioè dai critici. Cominciamo dagli ambassadors. Si tratta di personaggi conosciuti che sposano i valori del brand con cui collaborano: quindi chi fa pubblicità alla plastica non può essere il testimonial di una vino biodinamico.

 

INFLUENCER, AMBASSADOR/TESTIMONIAL E WINE WRITER TRE PROFILI DIVERSI

Il wine critic è invece un super esperto nell’assaggio e nei territori del vino. Ha i suoi gusti e le sue idee. Tanto più queste convinzioni sono profonde, coerenti e argomentate ma soprattutto incorruttibili e tanto maggiore è la sua reputazione. Ad esempio Jancis Robinson è una icona del giornalismo specializzato. La puoi invitare, le puoi mandare qualche piccolo dono, ma le sue valutazioni non cambieranno di un millimetro; al massimo assaggerà i vini con più attenzione. L’influencer invece è un personaggio popolare online che associa l’immagine di un prodotto o un evento allo stile di vita e di consumo che impersona. Qualche volta i wine influencer sono anche esperti di vino come Chiara Giannotti, Georgia Panagopoulou – Wine Gini, Stefano Quaglierini che ha una laurea in enologia in tasca. Tuttavia l’influencer puro, per intendersi Chiara Ferragni è una celebrity, e quindi “vende” uno stile di vita nel quale c’è anche il vino. La mia amica Roberta Urso mi ha raccontato che quando la Ferragni si è mostrata con una bottiglia di vino Settesoli, i social della cantina sono letteralmente impazziti e c’è stato anche un aumento di vendite. Questo non significa affatto che Chiara Ferragni sia in grado di assaggiare il vino, ma associa la sua immagine a una bottiglia e questo basta per creare attenzione e forse anche business. A me sembra una bella glassa sulla torta e a voi?