Turismo del vino: Alsazia – Brunello modelli a confronto
Strada del vino d’Alsazia, la più antica e meglio organizzata in Europa, perfetta, forse addirittura troppo perfetta. Vista per voi da Donatella Cinelli Colombini
Sono a Strasburgo in rappresentanza del Consorzio del Brunello con il direttore Stefano Campatelli e andiamo a vedere la Strada del Vino dei “primi della classe” gli alsaziani che si sono organizzati con la Route du vin circa sessant’anni fa.
E’ una macchina nel vero senso della parola. 170 km in mezzo ai vigneti dorati in cui nasce il vino bianco fermo più famoso di Francia. La pianura del Reno è delimitata da alte colline di forma appuntita, coperte di boschi. Le vigne salgono su queste dorsali come un tappeto ininterrotto. In effetti la distanza fra i filari e fra le vigne diverse è piccolissima. Stanno vendemmiando con dei “bigonci” tronco conici in plastica gialla che vengono caricati sui rimorchi dei trattori e portati in cantina anche usando le strade a quattro corsie. Che spettacolo! In Italia ci sequestrerebbero tutto!
Le aziende di produzione sono nei centri storici delle città medioevali lungo l’antica strada alsaziana. Piccoli e grandi
insediamenti con la cattedrale gotica al centro e le case protette da un muro di cinta. Ci dicono che la cultura della vite, qui inizia con i romani, ma è evidente che dopo il Mille la valle era ricca e popolata. I villaggi sono un trionfo di gerani, case con intonaci colorati divisi da travi in legno, portoni e finestre che sembrano vecchi di secoli ma forse sono stati ricostruiti dopo le guerre mondiali. Enoteche, ristoranti, locande, negozi di formaggi, foie gras e salamini, trenini turistici …. sono ovunque. Nell’insieme l’effetto è colorato, invitante ma un pò troppo turistico.
Ci piace di più la città di Colmar con la sua cattedrale gotica, il quartiere dei pescatori, i canali, le casette e le stradine piccole, piccole. Arriviamo nella cantine con due visite che ci sconvolgono entrambe anche se in modo diverso.
Hugel a Riquewihr super tradizionalista con una cantina costruita all’inizio del Novecento in locali molto angusti rispetto al milione e trecento mila bottiglie prodotte. Rimaniamo colpiti dall’orgoglio che il giovane addetto al mercato estero (un Hugel anche lui) mostra per la propria tradizione. Più che rispetto un culto del passato che rivaluta le anguste gallerie sotterranee e le botti centenarie dove avviene la fermentazione. Il colpo di grazia arriva alla fine quando ci mostra la sala dedicata alle grandi famiglie del vino (Antinori, Rothshild con quelli di Vega Sicilia e Torres ..14 in tutto) con le foto che li ritraggono insieme al Re di Svezia. Anche la degustazione alla fine ci rimette in riga. Alla nostra domanda << Qual’è il vostro vino più importante?>> risponde << quello che costa meno, è producendo tutta la propria gamma a livelli di eccellenza che una cantina diventa grande>> Noi di Montalcino che sbandieriamo le più care bottiglie di Brunello ci sentiamo dei parvenue.
C’è da imparare da questi signori del vino.
L’altra cantina è invece una delusione. Zind Humbrecht padre vignaiolo geniale, figlio Master of Wine, vini che hanno
ottenuto più volte 100 da parte di Robert Parker ma niente sito internet, nessuno che risponde al telefono per fissare un appuntamento e quando arriviamo nella nuova cantina, in mezzo ai vigneti, ci viene detto che <<no la cantina non si può visitare …. no non è possibile assaggiare …. ma se volete potete comprare qualche bottiglia… >> Il tutto mentre Olivier Humbrecht (facilmente identificabile dalle foto dei libri esposti sul bancone) ci passa davanti senza neanche salutare. Usciamo con un senso di fastidio che scopriamo condiviso da altri nella zona. Saranno anche grandi produttori ma certo gli Humbrecht non si fanno amare. Anche questa è una lezione: i visitatori vedono nei vignaioli i testimoni della civiltà di un territorio. Essere dei grani enologi non basta.
Torniamo a Strasburgo con la testa piena di idee e la voglia di metterle subito in pratica a Montalcino. Poi a sera arriva la notizia che la Toscana è la regione preferita dai wine lovers che usano Trip Advisor. Siamo forti e guardandoci intorno con curiosità e voglia di migliorare diventeremo imbattibili!