
Turismo del vino fra rischi e opportunità 2
Regolare la crescita turistica puntando sulla quantità e non la quantità è difficile e richiede un’attenta alchimia ma è l’unica scelta che guarda al futuro

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Di Donatella Cinelli Colombini
Regolare la crescita turistica significa mantenere il business turistico, i posti di lavoro e la capacità di attrarre investimenti senza precipitare nella massificazione. Per mettere in campo le azioni che servono ci vuole una forte e diffusa consapevolezza dei vantaggi a lungo termine in contropartita delle rinunce immediate. Una logica lontana dalla ricerca del consenso elettorale di cui ogni amministrazione ha bisogno e lontana dalla programmazione economica all’italiana giocata tutta sul breve termine.
Aiutare gli alberghi, piccoli e costruiti da imprese non specializzate nel settore ricettivo, a investire in sistemi di risparmio delle risorse e riduzione delle emissioni, può essere una delle prime manovre da attuare in accordo con le associazioni di categoria. Partendo dai cartelli per limitare i lavaggi della biancheria e alla raccolta differenziata in camera … c’è tantissimo da fare. In futuro, una delle risorse più preziose sarà l’acqua e limitarne l’uso, così come rigenerare quella degli scarichi, diventa sempre più urgente.

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RICETTARIO LOCALE
Allo stesso tempo sarebbe opportuno salvaguardare il ricettario locale raccogliendo la tradizione orale e domestica per poi creare una sorta di offerta gastronomica identitaria riconoscibile agli occhi dei turisti e proposta loro come parte dell’esperienza di viaggio. Ovviamente tutto può essere fatto ai massimi livelli, puntando a disciplinari e marchi, ma basta anche meno per salvaguardare gli antichi saperi; inoltre il ricettario locale è qualcosa di dinamico e codificarlo rigidamente ha anche dei risvolti negativi.
PIANTE, ANIMALI E ANTICHI MESTIERI
Della stessa cultura materiale fanno parte le piante e gli animali tipici come gli antichi mestieri. Il turismo può essere usato per creargli un mercato mettendo le basi alla loro sopravvivenza. Questo significa creare spazi commerciali e dare visibilità a tutto ciò che ha radici storiche o matrice culturale come l’artigianato d’arte. Desidero ribadire che i turisti sono sempre meno in cerca di cose da vedere e sempre più desiderosi di esperienze da vivere. Le botteghe artigiane, gli allevamenti, gli orti possono arricchire l’attrattiva di una destinazione quando sono tipici, visitabili, ben spiegati da chi ci lavora e consentono di toccare, annusare, assaggiare … Gli studenti e gli insegnanti delle scuole primarie possono avere un ruolo determinante in questo processo di salvaguardia e utilizzo delle risorse endogene a fini di sviluppo turistico. Sono proprio i bambini, cioè i cittadini del domani, i più importanti custodi dell’identità locale e i primi testimoni nei confronti dell’esterno.

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Favorire menù a km zero, verdure di stagione, ricette tradizionali … così come i mercatini agricoli serve, a preservare l’ambiente ma contemporaneamente accrescere la forza attrattiva dei luoghi.
Per azioni di questo tipo, esistono incentivi comunitari e nazionali che, con progetti ben strutturati, possono essere reperiti e utilizzati proficuamente.
AUTOMOBILI E BUS DEI TURISTI
Uno degli inquinamenti turistici più rilevanti arriva dalle auto e dai bus. Nelle zone rurali il trasporto turistico è quasi interamente su ruote e questo accresce il traffico e la polluzione. La gestione attenta dei parcheggi è fondamentale e può avere effetti positivi anche sulla durata delle visite così come permette di allontanare, dai centri abitati, i mezzi più inquinanti. L’installazione di stazioni di ricarica per auto elettriche, l’incentivazione del turismo lento a piedi, in bicicletta o a cavallo, così come il potenziamento del trasporto pubblico sono tutte strategie che vanno in questa direzione.
Se gli afflussi escursionistici possono essere gestiti attraverso l’accessibilità stradale, la creazione di un circuito di visita nelle cantine, un calendario degli eventi spalmato nei 12 mesi, è invece meno semplice contenere l’aumento dei posti letto e quello degli home restaurant.
AUMENTO DEI POSTI LETTO
La normativa sull’agriturismo che impone ai comuni di autorizzare la trasformazione degli edifici rurali a fini turistici, ha salvato dalla distruzione il patrimonio edilizio storico ma ha riempito la campagna di ville con piscina. La ricettività alternativa in veloce aumento riguarda ormai anche i centri storici, con l’avvento di Airbnb. Assistiamo dunque alla paradossale situazione delle strutture portanti dell’offerta turistica, le uniche capaci di attrarre azioni di marketing – gli alberghi – che sono fortemente regolamentati. Mentre i loro nuovi competitori -case e camere con bagno in abitazioni private- sono molto, molto, molto meno normate, controllate e tassate. Un paradosso aggravato dalla maggiore aderenza della ricettività alternativa, rispetto alle esigenze dei nuovi turisti stanchi di camere d’albergo tutte uguali e sempre alla ricerca di cose autentiche, a contatto con la vita dei luoghi visitati e soprattutto diverse.
SERVE UNA REGIA NAZIONALE
Ecco che la salvaguardia dei territori del vino è un’alchimia complessa e in continua evoluzione per la quale, il velocissimo aumento del turismo enogastronomico, richiede risposte tecniche urgenti di alto livello. Risposte che le amministrazioni locali non possono elaborare, anche per la mancanza di fonti dettagliate sul fenomeno enoturistico, soluzioni che potrebbero scaturire da un osservatorio nazionale, che analizzi flussi e le dinamiche di domanda e offerta.