Un dialogo fra sordi istituzioni imprese
In un’Italia dove le imprese affondano nella crisi, la burocrazia si comporta come se la crisi non ci fosse. Italia tragicomica
Se non ci fosse da disperarsi sarebbe da morire da ridere. Il racconto che segue, omette nomi o riferimenti a persone, per correttezza nei confronti degli organizzatori, ma offre una chiara idea della situazione.
L’episodio avviene durante un convegno in una città del vino toscana dove, sebbene con mille difficoltà e riducendo le spese all’osso, le imprese continuano a produrre e a vendere il loro vino ma soprattutto non licenziano nessuno.
Prime relazioni sulla Carta archeologica della Toscana e sulla tutele del paesaggio storico.
Fin qui tutto bene.
E’ quando l’argomento si incentra sugli strumenti di vincolo del territorio che la situazione diventa incandescente. Gli esponenti delle Sovrintendenze dicono chiara la loro intenzione di vietare qualunque modificazione << specialmente in contesti come … dove non va cambiato neanche un albero>>
E’ come dare fuoco alle micce e esplode la rabbia di chi, da anni, subisce ritardi, spese e divieti che percepisce come
ingiustificati e che rendono le aziende meno competitive rispetto ai concorrenti stranieri. Anzi, dice il tecnico di un’azienda, <<questo splendido paesaggio che voi volete tutelare coi divieti, si è formato grazie a modifiche continue di chi, come noi lo ha saggiamente costruito nel secoli>>. Quando gli esponenti delle Sovrintendenze si difendono ergendosi a paladini del territorio contro chi << non ne percepisce il valore e la bellezza anzi lo vuol rovinare>> esplode anche il Sindaco << Questo sistema non è più sostenibile, prima mi hanno presentato una Sovrintendenza, poi un’altra e ora arriva la terza … e tutte vogliono mettere altri vincoli. Sembra che, nel momento in cui c’è la richiesta di semplificare la burocrazia e ridurre gli enti, ognuno cerchi di giustificare la sua esistenza facendo multe e mettendo divieti. Ma non se ne può più!>> applauso scrosciante del pubblico
Bravo Sindaco!
Lascia basiti l’esempio di Pienza <<dove la parte nuova dell’abitato è divisa da una strada. La zona a vincolo è a destra e li sono stati vietati anche i pannelli solari sui tetti>> dicono quelli della Soprintendenza senza capire che, se nel Quattrocento ci fossero stati loro nemmeno Pio II sarebbe riuscito a costruire la città che ora vogliono tutelare.
Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini