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Piero Sbarluzzi o Sandra Ferroni realismo o fantasia?

Due mostre a Pienza  di Sbarluzzi e Ferroni vi  mostreranno uno dei luoghi più belli della Toscana arricchito di nuove visioni e di nuove emozioni 

Piero Sbarluzzi Pienza Palazzo Pubblico

Piero Sbarluzzi Pienza Palazzo Pubblico

Pienza, la città ideale del Rinascimento progettata da Bernardo Rossellino per il Papa mecenate Pio II. Un contenitore perfetto per le opere di Piero Sbarluzzi con la loro monumentalità classica. I due cavalieri sotto il loggiato del Palazzo Comunale fanno l’effetto del Marco Aurelio al Campidoglio. Ovviamente in scala minore e senza la genialità di Michelangelo, ma c’è la stessa ricerca di armonia, lo stesso respiro ampio la stessa misura solenne e soprattutto la stessa visione dell’uomo. Sbarluzzi grande artista, uomo profondamente religioso e profondamente toscano. Le altre sue opere, sparse per le piazze di Pienza e nelle sale espositive, mostrano un livello qualitativo altissimo e un’umiltà che commuove. E’ forse questa la vera grandezza?
Ed è grandezza ospitare nel proprio atelier, come ha fatto lui, le opere di un’altra artista: Sandra Ferroni una ceramista diventata pittrice che racconta la realtà attraverso il colore e il sogno.

Un dialogo fra sordi istituzioni imprese

In un’Italia dove le imprese affondano nella crisi, la burocrazia si comporta come se la crisi non ci fosse. Italia tragicomica 

Immagine nostalgica

La vendemmia nella fantasia

Se non ci fosse da disperarsi sarebbe da morire da ridere. Il racconto che segue, omette nomi o riferimenti a persone, per correttezza nei confronti degli organizzatori, ma offre una chiara idea della situazione.
L’episodio avviene durante un convegno in una città del vino toscana dove, sebbene con mille difficoltà e riducendo le spese all’osso, le imprese continuano a produrre e a vendere il loro vino ma soprattutto non licenziano nessuno.
Prime relazioni sulla Carta archeologica della Toscana e sulla tutele del paesaggio storico.
Fin qui tutto bene.
E’ quando l’argomento si incentra sugli strumenti di vincolo del territorio che la situazione diventa incandescente. Gli esponenti delle Sovrintendenze dicono chiara la loro intenzione di vietare qualunque modificazione << specialmente in contesti come … dove non va cambiato neanche un albero>>

Il 13 agosto 1462 Montalcino diventò una città

Il passato segreto di Montalcino: vendemmie, sodomiti arsi vivi, tasse sul vino, torture …. Mario Ascheri, Bruno Bonucci e Fabio Pellegrini raccontano

FabioPellegrini_BrunoBonucci_550°anniverasrio Diocesi di Montalcino

Pio II il Papa umanista della famiglia senese Piccolomini decise di trasformare il borgo natale di Corsignano nella città di Pienza e di dare la dignità di città a Montalcino. I lavori per la costruzione della cattedrale e i palazzi di Pienza – fatti in 3 anni a ritmi forsennati- misero in ginocchio tutto il territorio circostante, Montalcino compreso, per il gran numero di “bufali” cioè di animali da soma impiegati nel trasporto delle pietre e del legname che impoverì i boschi del Monte Amiata. Per non parlare della corte papale di 800 persone, che a ogni visita del pontefice occupava tutta la zona. A Montalcino soggiornava il cardinale Rodrigo Borgia che successivamente diventerà Papa Alessandro VI ma che era anche padre della dissoluta Lucrezia e del prepotentissimo Cesare.
Finalmente nel 1462 Pienza e Montalcino vennero innalzati alla dignità di città con la loro Cattedrale e la loro diocesi in un primo momento congiunte sotto il Vescovo Cinughi. Nel caso di Montalcino il capitolo della Cattedrale acquisì le cospicue rendite dell’Abbazia di Sant’Antimo a cui venne tolta la sede vescovile.