Utero sintetico e carriera, sono queste le mamme del futuro?
Il programma TV ” Voyager” del 5 marzo presenta le ricerche scientifiche sulla gravidanza in laboratorio. Un futuro che sembra gradito a tantissime donne
Da qui parte la riflessione sulla gravidanza in Paese “ulta mammone” come l’Italia. La domanda è: c’è una relazione fra i congedi per maternità che da noi sono superiori a ogni altro Paese Europeo e la proliferazione di mamme laureate casalinghe che si aggrappano ai figli maschi trasformandoli in bamboccioni e che si comportano come suocere streghe?
L’ Italia è al 20° posto in Europa per natalità benché il dato sia cresciuto dal 2002 al 2008 passando da 1,2 figli a 1,4 solo grazie agli immigrati. Già qui ci sono evidenti sintomi di criticità ma il bello viene dopo. Mentre in Francia e in Olanda le differenze fra i tassi di occupazione delle donne senza figli, con 1 figlio o con 2 figli sono modestissime in Italia la forbice fra la percentuale di occupazione delle donne senza prole e quelle con un figlio è di 4 punti e arriva a 10% con il secondo. In pratica, in Italia, una donna su 4 lascia il lavoro dopo la maternità. Di queste donne circa la metà è letteralmente spinta fuori cioè licenziata o messa nelle condizioni di dimettersi. Parliamo di 800.000 madri soprattutto del Sud e soprattutto con basso titolo di studio.
C’è qualcosa che non va. Non basta la scarsità di asili nido e la cultura “mammona” per spiegare una situazione così catastrofica.
Ho il sospetto che le leggi sulla maternità siano un vero boomerang che apparentemente tutela le donne e in realtà le trasforma in mamme a tempo pieno. Infatti che lavori dipendenti fanno le donne in Italia? Insegnanti, dipendenti pubbliche … cioè lavori dove il gentil sesso entra vincendo i concorsi perché è più preparato dei maschi e poi resta a casa un anno a ogni gravidanza senza finire a timbrare fatture come succederebbe in un’impresa privata.
Cosa si può fare: incentivare i congedi maschili come avviene in Germania, dove dal 2007 ad oggi, sono triplicati. Favorire la nascita di imprese che forniscono servizi alla persona, il così detto <<artigianato terziario >> che in Francia ha creato mezzo milione di nuovi posti di lavoro. Infine creare un ente simile allo spagnolo Istituto de la Mujer che modernizzi il welfare in favore delle donne. Infine premiare economicamente le aziende in occasione delle gravidanze, infatti finché le imprese dovranno sopportare costi (ferie e TFR) e problemi gestionali collegati alle assenze per maternità preferiranno assumere uomini. Alla fine è indispensabile pensare alle donne prima come persone e poi come mamme, solo così avremo mogli, madri e suocere più serene e rasserenanti. Solo così daremo una spinta all’economia italiana sfruttando il “potenziale D” cioè quel potenziale di competenze che le donne hanno ma non utilizzano.
Altrimeti resta sempre l’utero sintetico!
P.s L’associazione “Telefono rosa” vi ricorda che dall’inizio dell’anno sono state uccise 31 donne cioè quasi una ogni due giorni.
Letto per voi
Donatella Cinelli Colombini Casato Prime Donne – Montalcino, Fattoria del Colle – Trequanda