
VIGNE E AGRICOLTURA TOSCANA ASSETATI
L’Italia somiglia a una scialuppa di naufraghi in mezzo al mare: sono circondati dall’acqua e muoiono di sete. Agricoltura e vigneti senza scorte d’acqua nel terreno

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di Donatella Cinelli Colombini
Il nostro è uno dei Paesi più ricchi d’acqua ma la usa così male che spesso deve razionare anche quella da bere.
Noi usiamo l’acqua potabile nello sciacquone. Gli acquedotti italiani perdono oltre il 40% dell’acqua immessa. Le acque di scarico non vengono depurate e usate per scopi irrigui….
Intanto la temperatura del pianeta sale e abbiamo trascorso il recente autunno in maglietta a mezze maniche.
In Toscana la situazione più grave appare quella delle zone costiere dove alle ondate di calore premature e persistenti e agli incendi si aggiunge la salinizzazione delle falde costiere con il risultato di una crescita delle aree in inaridimento e desertificazione che viene prevista dall’Ue tra il 20 e il 50%.
LA CARENZA D’ACQUA NEL TERRENO AGRICOLO TOSCANO
Le note che seguono riguardano il problema idrico nell’agricoltura toscana. I rilevamenti e le slides che vi presento sono della società ABACO FARMER che gentilmente le ha preparate su mia richiesta.
Mostrano come il totale delle precipitazioni sia calato in Toscana, ma non poi così tanto (2), mentre le precipitazioni si sono concentrate in pochi giorni di pioggia intensa (3) con l’effetto di ridurre la quantità d’acqua disponibile nel terreno (4).

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Gli effetti sullo stress idrico sono gravi (5) e sono stati particolarmente acuti nel 2022 (6).

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Le piogge dello scorso settembre non bastano a riportare su livelli normali l’acqua presente nel terreno e senza un inverno molto piovoso e nevoso potrebbe verificarsi un’autentica catastrofe durante la prossima estate.

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QUALI SONO LE MISURE URGENTI DA PRENDERE PER SOPPERIRE ALLA SCARSITA’ D’ACQUA NEL TERRENO
Da queste analisi e dal numero sempre maggiore di alluvioni nei paesi di fondo valle possiamo dedurre la necessità di operare URGENTEMENTE su più livelli:
1) Incentivare la creazione di bacini che contengano il veloce e rilevante afflusso di acqua piovana verso il fondo valle e i fiumi. Al contempo, tali bacini, consentiranno di irrigare le colture in caso di stress idrico. Superata la prima emergenza vanno incentivati i bacini ad uso collettivo (distretti rurali, consorzi, comuni… ) e/o la pianificazione della posizione, del numero e della dimensione dei piccoli bacini all’interno dello stesso comprensorio.
2) Incentivare le pratiche agricole che accrescono l’assorbimento di pioggia e riducono l’erosione del suolo. Gestire l’uso agricolo dell’acqua solo con piattaforme elettroniche, collegare i sistemi satellitari e le stazioni meteo (come Abaco) per evitare forzature e sprechi.
3) Consentire esclusivamente impianti di irrigazione a basso consumo d’acqua e incentivare la riconversione di quelli esistenti.
4) Erogare incentivi economici per impianti di depurazione e utilizzo delle acque di scarico per uso irriguo (come in Israele).
Spero che questo contributo sia utile alla discussione perché la situazione attuale è più grave di quanto si possa pensare.