
Vinitaly una storia che è anche la nostra
50 anni di Vinitaly raccontati in un libro. Persone, luoghi, fatti a cui anch’io, come tanti produttori, abbiamo partecipato. Un racconto che vi sorprenderà

Vinitaly 2016 e Donne del vino
Di Donatella Cinelli Colombini, Toscana, Montalcino, cantina Casato Prime Donne
Sapevate che Vinitaly nasce a Siena? Si chiamava Mostra mercato dei vini tipici e si svolgeva nella Fortezza Medicea di Siena a partire dal 1933. Fu il primo passo verso le denominazioni approvate nel 1963 e realizzate tre anni dopo.
I vini erano presentati all’interno di gazebo che ogni regione costruiva separatamente come in un piccolo expo. La manifestazione durava un mese e attirava oltre centomila visitatori.
Nel 1967 Verona prende l’iniziativa di creare un evento sul vino all’interno della Fiera dell’agricoltura che già organizzava dal 1898. Il genio creativo è Angelo Betti, un romagnolo vulcanico che battezza “Giornate del vino italiano” i due giorni di incontri e contatti nel Palazzo della Gran Guardia di fronte all’Arena.

Sting-a-Opera-Wine-Vinitaly
Il nome Vinitaly arriva nel 1971 con lo spostamento dell’evento in edifici vuoti fuori dal centro storico. E’ solo alla metà degli anni Settanta che il sindaco di Verona da il via alla costruzione dei padiglioni espositivi nella sede attuale. Sono quelli 8 e 9 che io ricordo ancora piccoli e spartani rispetto alla grandezza attuale. Vinitaly avveniva all’inizio di dicembre e aveva oltre 500 espositori. Lo spostamento della data ad aprile arriva nel 1980 quando la fiera durava otto giorni. Vinitaly cresce anno dopo anno finchè non arriva la mazzata del metanolo. Poco prima della fiera del 1986 muoiono 23 persone per aver bevuto vino aggiunto di

Concorso-enologico-internazionale-vinitaly
alcol velenoso. E’ il panico. Durante Vinitaly i produttori piemontesi pretendono la chiusura degli stand delle cantine sospettate e ovunque serpeggia il terrore di un blocco dei mercati. Da quel triste episodio inizia la rinascita del vino italiano che cambia rotta verso la qualità. Nello stesso anno nasce la Guida del Gambero Rosso.
Nel 1991 arriva a Vinitaly un giovanissimo esperto di fiere Umberto Benezzoli, è lui che crea il concorso enologico, il premio Vinitaly ( che io ho ricevuto nel 2012) e istaura uno strettissimo rapporto con lo Slow Food di Carlin Petrini. Nel 1993 Vinitaly è la culla del Movimento turismo del vino con la firma dell’atto costitutivo e negli anni successivi diventa il palcoscenico della crescita dell’enoturismo. In quegli anni i miei rapporti con l’ufficio stampa di Veronafiere Piero Paglialunga si trasformano in una forte amicizia. Anche il segretario generale Benezzoli ex giocatore di Rugby con un’energia irrefrenabile diventa un’ospite frequente a casa mia.

Vinitaly Violante Gardini
Nel 2001 lo sostituisce Giovanni Mantovani, un avvocato di indole più riflessiva ma dalla forza di un diesel. E’ lui che conduce Vinitaly verso l’internazionalizzazione con iniziative in Cina, in Usa e poi in tutto il mondo e allarga l’area dell’esposizione fino a 150 mila metri quadri.
In Italia sono gli anni della crisi e poi della “ripresina” quando il ruolo dell’agricoltura e del vino cresce fino a diventare il simbolo del “ ce la possiamo fare” e due Presidenti della Repubblica Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella vengono a Vinitaly come segno di stima verso un mondo rurale che guarda al futuro con coraggio. In questo periodo emergono tre personalità diverse ma di grande talento: l’addetto stampa Carlo Alberto Delaini, il brand manager Vinitaly Gianni Bruno che siede nella cabina

Vinitaly 2012 – Donatella Cinelli Colombini- Premio Internazionale Vinitaly
di regia della fiera e Stevie Kim un genio del marketing che porta Vinitaly in una dimensione sempre più digitale, crea Opera Wine insieme a Wine Spectator, Wine2Wine il forum dedicato al business del vino e Vinitaly and the city che sposta gli assaggi per il pubblico fuori dalla fiera.
Nel 2015 Vinitaly realizza il padiglione del vino all’interno di Expo portando, per la prima volta, il vino nel palcoscenico delle esposizioni internazionali. Gianni Bruno compie un vero miracolo considerando i ritardi, le inchieste e gli errori organizzativi dell’evento milanese.
La fiducia di Matteo Renzi in Vinitaly come portavoce del vino italiano nel mondo porta il Premier a fare progetti ambiziosi <<per quanto riguarda il vino l’export 2013 è di 5 miliardi di Euro, il nostro obiettivo è di arrivare nel 2020 a 7,5 miliardi>>. Progetti che danno la carica a l’intero settore.
L’edizione 2016 segna risultati importanti: 130.000 operatori di 140 nazioni fra cui 28.000 buyer accreditati 4.100 espositori. Con l’elezione del nuovo Presidente Maurizio Danese Fieraverona mette in cantiere enormi progetti e una nuova forma societaria, diventa società per azioni e mette in campo un piano di 94 milioni di investimenti in 4 anni.
Che storia bellissima, questa di Vinitaly! E’ bellissimo sentirsi parte di questa avventura e vedere la mia foto, come quella delle Donne del vino, nel libro che la racconta.