Wine2wine Tag

GLI INNOVATORI DEL VINO ITALIANO 11

IL MARKETING DEL VINO E’ UN COMPARTO NUOVO E IN CONTINUA EVOLUZIONE DI CUI HO INDIVIDUATO ALCUNI ELEMENTI CHE, DEGLI ULTIMI 20 ANNI, HANNO FATTO LA DIFFERENZA

di Donatella Cinelli Colombini, winedestination 

Paolo De Castro

Paolo De Castro gli innovatori del vino italiano

E’ difficile inquadrare persone o gruppi di persone che hanno modificato il vino italiano attraverso il marketing perché si tratta di qualcosa di nuovo e in continua evoluzione ma la filiera del vino e la percezione del vino sono enormemente cambiati a seguito delle azioni di marketing. Qui di seguito ho provato a tracciare 5 piccoli ritratti: Stevie Kim e Wine2Wine, Vincenzo Russo e il neuromarketing, Wset e la formazione sul wine business, Denis Pantini e Nomisma Wine Monitor, Paolo De Castro e le politiche europee.
Sono consapevole di non aver esaurito l’argomento e non aver citato persone come Alberto Mattiacci della Luiss di Roma, Giuseppe Festa dell’Università di Salerno o Pierpaolo Penco del MIB di Trieste … che sono stati pionieri nello studio e nella formazione sulle nuove professioni del vino, ma si tratta di un argomento particolarmente difficile da inquadrare anche se è decisivo per l’attualità e il futuro dell’enologia italiana.
Aspetto suggerimenti e consigli per andare avanti nella profilazione dei 100 innovatori del vino italiano. Il mio indirizzo è donatella@cinellicolombini.it

GLI INNOVATORI DEL VINO ITALIANO 10

ALCUNE INIZIATIVE HANNO AVUTO UN IMPATTO RILEVANTISSIMO SULLA STORIA DEL VINO ITALIANO: FORMAZIONE, STAMPA SPECIALIZZATA, GUIDE, FIERE E SOMMELIER

di Donatella Cinelli Colombini #winedestination

Accademia-Italiana-della-vite-e-del-vino-Presidente-Onorario-Antonio-Calò

Accademia-Italiana-della-vite-e-del-vino-Presidente-Onorario-Antonio-Calò

Questo gruppo di 5 innovatori riunisce in forma molto, molto, molto riassunta delle iniziative che hanno determinato radicali cambiamenti nel modo di produrre, commercializzare, consumare il vino italiano. Nell’insieme mostrano un processo virtuoso verso l’innalzamento qualitativo e il passaggio dalla vendita del vino sfuso alla commercializzazione di bottiglia con il proprio marchio. Un processo che ha fatto crescere produttori e consumatori e che ha avuto un’accelerata alla fine del Novecento con il fiorire di nuove iniziative per poi consolidarsi nella forma attuale.
Con il post numero 10 di questa serie siamo arrivati a 50 profili. Per andare avanti ho bisogno delle vostre idee e dei vostri suggerimenti e li aspetto a donatella@cinellicolombini.it.
Mi scuso per tutti quelli che avrebbero meritato di essere citati e invece non sono ricordati in questo testo ma non potevo allungare oltre questa scheda che è già molto prolissa.

LA FORMAZIONE

La formazione ha giocato un ruolo determinante nella qualificazione del vino italiano partendo dalle scuole enologiche di Conegliano (1876), Avellino (1879) e Alba (1881), con a fianco le associazioni enofile e le cattedre ambulanti.
Un’offerta formativa che si è propagata in tutta Italia, nel corso del Novecento, allungandosi poi nelle università.

COSA BEVONO I GIOVANI WINE LOVERS NEL MONDO?

Grandi cambiamenti nei consumi di vino. Emanuele Fiorio ci fa scoprire i giovani wine lovers USA e Agivi dimostra che le tendenze sono più o meno le stesse ovunque

 

i giovani consumatori di vino in USA e in Italia e le nuove tendenze

i giovani consumatori di vino in USA e in Italia e le nuove tendenze

Di Donatella Cinelli Colombini

<<Nel 2022 il consumo di vino negli USA è diminuito ma i consumatori sono nettamente cresciuti>> un’affermazione che parte dai dati IWSR e si riferisce a una platea di consumatori cresciuta di 14 milioni nel solo anno 2022 a fronte di un calo del 2% dei consumi. Numeri che richiedono un approfondimento e, con l’aiuto di Emanuele Fiorio, su Wine Meridian, rivelano dei retroscena davvero interessanti.

 

I CONSUMATORI GIOVANI USA BEVENO MENO MA MEGLIO

Il mercato USA del vino è per il 45% composto da giovani. Anche se, per ora, sono in minoranza, essi sono il futuro. Inoltre questi wine lovers vanno tenuti d’occhio anche per un altro motivo: molto spesso, anticipano tendenze mondiali. Questo vale nella musica come nell’abbigliamento e, per quanto riguarda il vino hanno due drive nella loro mente: moderazione e premiumisation. Cioè bere meno ma meglio. Concetti che si collegano alla crescita dei consumi delle bevande no alcol o low alcol ma anche a una complessiva tendenza salutista. La riduzione dei volumi consente di puntare su bottiglie premium o prestige che infatti hanno avuto performance commerciali buone e ottime.

I WINE INFLUENCER E LE CANTINE

Il 41% delle cantine li ha già usati, hanno avuto un ruolo protagonista in Benvenuto Brunello OFF 2021, il Times nota che i produttori amano gli influencer

 

Di Donatella Cinelli Colombini

Wine2Wine-dati-Nomisma-Wine-Monitor-sui-wine-influencer

Wine2Wine-dati-Nomisma-Wine-Monitor-sui-wine-influencer

Il primissimo segno di serio interesse delle cantine per i wine influencer mi è arrivato a Wine2Wine 2020 con lo studio di Nomisma Wine Monitor, fra gli interventi nei canali commerciali. Si notava l’utilizzo di Podcast/video con chef/sommelier/influencer. Le percentuali di interesse erano decisamente superiori a quanto mi aspettassi: 17% delle cantine utilizzava già questi mezzi nel 2019, il 24% li ha usati durante il lockdown e il 21% intendeva attivarli prossimamente, mentre solo il 37% era contrario al loro utilizzo. Va detto che il campione utilizzato da Nomisma era quello di cantine grandi, ma certo la manifestazione di interesse era ben visibile.

 

INFLUENCER PROTAGONOSTI A BENVENUTO BRUNELLO

Molto significativa anche la scelta del Consorzio Brunello per i 3 weekend di Benvenuto Brunello OFF 2021. L’iniziativa spacchettava in piccoli gruppi di 40 comunicatori il consueto invito alla presentazione delle nuove annate del celebre rosso montalcinese. Precedentemente esso riuniva fino a 300 giornalisti tutti insieme oltre a migliaia di buyers.

Margot-Ducancel-wine-influencer-

Margot-Ducancel-wine-influencer-

Il covid ha costretto a un drastico ridimensionamento dei numeri e a rigide norme anticontagio con distanziamento, tamponi … Ebbene solo il primo dei tre appuntamenti è stato riservato ai wine critics classici, mentre gli altri due hanno riguardato blogger e influencer. Il risultato è stato un collegamento più diretto con gli appassionati di vino giovani e uno stile più friendly e virale della comunicazione. Non so se questa strategia “ringiovanente” sia immediatamente vantaggiosa, vista l’età media dei consumatori di Brunello, ma certo serve a riequilibrare lo sbilanciamento con il rivale di sempre, il Barolo, che nelle indagini recenti risultava più amato dai giovani rispetto al campione enoico di Montalcino.

 

GLI INFLUECER DEL VINO VISTI DA THE DRINKS BUSINESS

Infine, il terzo elemento di riflessione, sul rapporto fra le cantine e gli influencer, arriva da thedrinksbusiness dove un recente articolo di Christian Smith era titolato <<VINEYARD OWNERS INCREASINGLY KEEN TO BE PROMOTED BY ‘WINE INFLUENCERS’>>, i vignaioli hanno un crescente desiderio di essere promossi dagli influences. L’articolo fa riferimento a un rapporto pubblicato dal Times in cui si fa luce sul veloce cambiamento di sentiment dei produttori di vino.

L’influencer Margot Ducancel ha raccontato di come, un tempo, venisse accolta con sospetto e dello stupore dei produttori alla sua proposta di farli comparire nel suo account <<Non capivano di cosa si trattasse>>, ha detto <<c’era molta ostilità>>. Ma ora l’atteggiamento è diverso, i produttori vogliono un dialogo diretto con i consumatori e non solo con gli intenditori di vino, per questo il linguaggio, semplice, ironico, divertente con cui gli influencer presentano le bottiglie ai loro follower è una novità che piace anche alle cantine.

 

DALL’IMMAGINE DIGITALE AL BUSINESS DELLA CANTINA 4

E’ importante essere visti ma anche apparire veri, simpatici, diversi perché i numeri delle visualizzazioni web si trasformino in fiducia, affezione e vendite

 

Dall'immagine digitale al business in cantina

Dall’immagine digitale al business in cantina

di Donatella Cinelli Colombini

L’argomento vino e digitale riguarda anche il modo con cui la cantina è percepita virtualmente e le interazioni con le nuove figure di influencer. Due argomenti con molti punti di contatto. Il sito non è più solo una vetrina dove i potenziali buyers trovano notizie sull’azienda e sui vini, anche se persino questo aspetto è più importante di prima visto che pochissimi importatori vengono in Italia. Ora il sito va considerato parte di una ragnatela di canali comunicativi con cui la cantina si racconta e dialoga con i suoi clienti, amici e followers. Un modo di rappresentarsi dinamico, tecnico e in continua evoluzione in cui è difficile trovare il giusto compromesso fra autenticità e illusione. Infatti offrire un’immagine di sé felice e dorata, suscita ammirazione e forse crea anche opportunità di business ma allontana dal vissuto vero, dalla natura e dai valori che sono invece i punti di forza su cui costruire il proprio futuro. Meglio quindi essere autoironici, emozionanti, colorati … ma non finti.
I numeri delle visualizzazioni giornaliere contano e farle aumentare comporta un grosso lavoro ma, insieme alla catalogazione e alla profilazione dei visitatori e dei clienti privati, è il solo modo per far funzionare l’e-commerce aziendale e le prenotazioni enoturistiche.

 

Fabrizio Nonis: Dall'immagine digitale al business in cantina

Fabrizio Nonis: Dall’immagine digitale al business in cantina

DAL DIGITALE ALLA VENDITA DI BOTTIGLIE E VISITE

Non fraintendiamo i numeri dell’e-commerce. Nel mondo, una bottiglia di vino ogni 10 è venduta online ed il lockdown ha accresciuto velocemente questo mercato, tuttavia il grosso del business passa dai “pure players” e non dalle cantine. In Italia l’80% dell’e-commerce enologico è in mano a Tannico, Vino.com, Callmewine, altri siti specializzati, supermercati e Amazon (dati Nomisma WineMonitor).
Il dialogo virtuale fra la cantina e la sua community dipende prevalentemente dall’attività di comunicazione social e dalla condivisione di immagini e contenuti, tuttavia beneficia di interazioni con il reale per cui vive anche fuori dal monitor. Una dimensione che viene sviluppata soprattutto attraverso l’invio periodico di newsletter o, più frequentemente, con un wine club. Questa proposta sta riscuotendo un crescente interesse: il 36% delle cantine intervistate da Nomisma Wine Monitor in occasione di Wine2Wine 2020, intende attivarlo nel futuro prossimo. Si tratta di un contenitore che ha uno spazio permanente ed un invio periodico di inviti ad eventi esclusivi. I membri del club ricevono proposte di shopping di bottiglie a prezzi o condizioni di favore oppure altre opportunità di esperienze, incontri riservati in cui, la cantina e la gente che ci lavora si materializzano e entrano in vera relazione con il cliente-amico.

 

Il vino italiano prima durante e dopo il covid

A Wine2wine Denis Pantini di Nomisma WineMonitor ha presentato tendenze, aspettative, consuntivi e strategie delle cantine italiane a fine 2020

 

W2W -Giovanni Mantovani - vino italiano prima, durante e dopo il covid

W2W – Giovanni Mantovani – vino italiano prima, durante e dopo il covid

Di Donatella Cinelli Colombini

 

Prima di tutto i trend del vino: sostenibilità in Germania e BIO negli Stati Uniti, vini premium in Cina e leggeri da mixare in UK.
Le risposte delle cantine italiane  presentate durante Wine2wine e relative a ciò che avverrà nei prossimi 2-3 anni sono, purtroppo prevedibili: aumenteranno le vendite on line, calerà il numero dei ristoranti e dei bar con una conseguente contrazione dei consumi fuori casa, ci sarà un orientamento all’austerità con la scelta di vini locali e una diminuzione della capacità di spesa. Anche il turismo del vino subirà un contraccolpo benchè limitatamente ad alcune aree.

 

Vino italiano: prima, durante e dopo il covid - W2W - Ministro Teresa Bellanova

Vino italiano: prima, durante e dopo il covid – W2W – Ministro Teresa Bellanova

AUMENTA LA VENDITA ON LINE ED IL GDO, IN CRISI L’HORECA

Ma cosa faranno le cantine del nostro Pese per reagire ai problemi innescati dal covid? La stragrande maggioranza delle grandi e la metà di quelle di medie dimensioni punta sull’export e la vendita multicanale e, in seconda battuta, sulla diversificazione degli sbocchi commerciali. Il 47% consoliderà il proprio brand e il 41% vede favorevolmente il rafforzamento della squadra manageriale.
Il grande malato è la ristorazione tartassata dal lockdown, dall’aumento dei pasti a casa resi possibili dai servizi di delivery e dall’e-commerce di cui molti consumatori hanno fatto la prima esperienza proprio durante la pandemia.

Il 91% (dato che diventa il 95% nelle piccole cantine) dei produttori di vino ha registrato un calo di vendite nel segmento HORECA, dato solo leggermente migliore per le rivendite di vino al dettaglio. In questo comparti la situazione è davvero preoccupante.

 

#MeToo #tunonseisola le donne del vino sono con te

Le donne del vino avanguardia del cambiamento in un settore che era totalmente maschile e ora, grazie al successo di poche, sembra essere tutto rosa

 

Be the Change - 2 dicembre on-line per il lavoro e la formazione delle donne nel vino

Be the Change – 2 dicembre on-line per il lavoro e la formazione delle donne nel vino

di Donatella Cinelli Colombini

Quando guardate le gare di Formula 1 quante donne vedete fra i meccanici? Negli ultimi 50 anni i Premi Nobel per la medicina assegnati a donne sono stati solo 8 in mezzo a un esercito maschile. Eppure ci sono ottimi ingegneri meccanici e ottimi medici donne.

Certi mestieri sono veri campi minati per le donne, anche per quelle molto brave.

Il vino era fra di essi.

Le donne hanno quasi ovunque meno opportunità e meno retribuzioni dei maschi, problemi a cui spesso, si aggiungono quelli familiari e quelli legati a molestie sessuali e alle violenze (93 femminicidi in Italia nel 2020).

 

D'Amore non si muore - Donne del Vino - Emilia Romagna

D’Amore non si muore – Donne del Vino – Emilia Romagna

METOO E SESSISMO ANCHE NEL MONDO DEL VINO

MeToo ha cominciato a scardinare la logica della vittima complice che permetteva agli abusi di continuare indisturbati.

E il problema non riguarda solo il mondo del cinema, ma anche quello del vino. Ne sono un esempio gli imbarazzanti avvenimenti accaduti fra i Master Sommelier USA, dove gli abusi sulle candidate agli esami avvenivano da anni ad opera degli stessi insegnanti, ma solo ora sono stati contrastati da un’azione efficace e definitiva.

Il sessismo è ancora forte e viene fuori dove meno te lo aspetti. Durante il recente Wine2wine è stato citato #wineboy, un hashtag da qualche migliaio di post in cui appaiono uomini eleganti e autorevoli mentre #winegirl, che di post ne ha più di 100.000, mostra  immagini molto peggiori tra nudità ed atteggiamenti sexy.

 

DONNE DEL VINO AVANGUARDIA DEL CAMBIAMENTO

Le Donne del Vino non dimenticano Donatella Briosi uccisa dall’ex marito nel giugno 2018. Un assassinio che ha mobilitato l’associazione ed ha toccato i cuori di tutte. In occasione del 25 novembre 2020, #tunonseisola ha coinvolto oltre 100 socie con video e foto.

Il vino al femminile è consapevole di essere l’avanguardia del cambiamento in atto. In nessun comparto produttivo le donne sono ugualmente organizzate e protagoniste del rinnovamento dello stile produttivo. Un successo che, per certi versi sembra spingerle in avanti lasciando le questioni della parità di genere e degli abusi alle loro spalle.

 

Idee fuori dal coro sul vino virtuale

WINE2WINE 2020: vino locomotore dell’export agroalimentare e del turismo italiano con l’energia della sua autenticità ma distinguendo virtuale e reale

 

Di Donatella Cinelli Colombini

Wine2wine-forum-del-wine-business-Donne-del-Vino-e-separazione-di-ruoli-fra.virtuale-e-reale

Wine2wine-forum-del-wine-business-Donne-del-Vino-e-separazione-di-ruoli-fra-virtuale-e-reale

Le Donne del Vino rappresentate da Donatella Cinelli Colombini, Touring Club con il presidente Franco Iseppi e Wine Meridian con le testimonianze di Fabio Piccoli e Lavinia Furlani, usano la principale tribuna del wine business italiano, Wine2wine in programma a Verona il 23-24, novembre, per contrastare la sovrapposizione fra reale e virtuale nel vino.

 

WINE2WINE 2020 LE DONNE DEL VINO CHIEDONO DI SEPARARE IL RUOLO DEL VIRTUALE E DEL REALE NEL VINO

Un messaggio forte, fuori dal coro e insieme la proposta di un’alternativa: la wine experience in versione en plein air, che usa il camper e il suo sbalorditivo successo 2020, come icona del crescente bisogno di esperienze turistiche partecipate e vere, fuori dai contesti fatti per i turisti, cioè dai non luoghi del vino.
Wine2wine è il maggiore forum dedicato al wine business, creato da Stevie Kim di VinitalyInternational a fianco di una mini fiera che ha in OperaWine, in collaborazione con Wine Spectator, la prima e più esclusiva passerella del vino italiano.
La scelta di Wine2wine, con la sua capacità di proporre in anticipo i nuovi trend del vino, evidenzia la portata della proposta delle Donne del Vino: rifiuto dei non luoghi del vino nella realtà come e soprattutto nel digitale e netta separazione dei ruoli fra reale e virtuale.

 

COME IL RUOLO DEL DIGITALE SI E’ ALLARGATO DURANTE L’EPIDEMIA COVID

La rivoluzione digitale accelerata dall’epidemia COVID ha risucchiato nel web l’esperienza del vino e dei luoghi del vino finendo per trasformare una soluzione in una minaccia. La copia del vero, soprattutto in versione digitale, appare infatti persino più attraente.

divisione-di-ruoli-fra-reale-e-virtuale-nel-vino-vince-la-wine-experience-en-plein-air

divisione-di-ruoli-fra-reale-e-virtuale-nel-vino-vince-la-wine-experience-en-plein-air

Non va dimenticato che il vino e il turismo del vino italiani hanno invece il loro punto di forza proprio nell’autenticità del reale: la diversità dei vitigni e delle zone di produzione, l’emozione delle esperienze partecipate a contatto con vignaioli appassionati o con i sommelier che li raccontano, la storia e le tradizioni …..

 

Il vino italiano visto dal Wine Spectator

Durante Wine2Wine 2019 il senior editor di Wine Spectator Bruce Sanderson ha degustato con i giovani e ha mostrato come i suoi lettori, percepiscono i nostri vini 

wine-specatator-senior-editor-bruce-sanderson-assaggio-a-wine2wine

wine-specatator-senior-editor-bruce-sanderson-assaggio-a-wine2wine

Di Donatella Cinelli Colombini

La degustazione con 9 esponenti delle nuove generazioni del vino italiano – fra loro mia figlia Violante Gardini, Bernardino Sani e Dominga Cotarella- è avvenuto nell’area più multietnica e social di Veronafiere, il regno di Stevie Kim e di VinitalyInternational, un ambiente che ispira alla creatività con soffitti dipinti, interior design di tendenza … ma i giovani erano invece molto “nel ruolo” con poca leggerezza e molta determinazione.  Davanti a loro Bruce Sanderson uno dei guru più ascoltati del vino a livello mondiale, assaggia la Borgogna, il Piemonte e la Toscana per Wine Spectator e, secondo me assaggia il meglio!

WINE2WINE A VERONA PER SCOPRIRE COME VEDONO IL VINO ITALIANO I LETTORI DEL  WINE SPECTATOR

E’ a Verona, in occasione di Wine2wine il workshop sul wine business più importante in Italia e per presentare Opera Wine la degustazione che ogni anno precede Vinitaly.
Un’occasione ghiotta per  rivelare gli esiti del sondaggio di Wine Spectator sui suoi lettori. Ecco qui le chicche migliori invitandovi a leggere il resto sul WineNews di Alessandro Regoli.

wine2wine-sonia-franco-violante-gardini-cinellicolombini

wine2wine-sonia-franco-violante-gardini-cinellicolombini

Il  sondaggio fra i lettori di Wine Spectator, ci rivela le opinioni di un target di wine lovers qualificato e, presumibilmente danaroso. Il Brunello è il vino più amato da chi ha superato i 50 anni (48%) mentre Barolo è il prediletto dagli appassionati sotto i 30 anni (24%).

L’ITALIA VINCE SULLA FRANCIA  PER LA DIVERSITA’ E IL BUON RAPPORTO QUALITA’ PREZZO

Fra le regioni enoiche del vecchio mondo, sorprendentemente l’Italia batte la Francia nelle scelte dei lettori, una vittoria schiacciante di 59% contro 26%. Si tratta di un dato molto significativo perché i lettori del Wine Spectator non sono la media degli americani, sono gli opinion maker e soprattutto il segmento di popolazione che influenza il consumo dei premium e luxury wines.
La varietà/diversità (74%) e il rapporto qualità prezzo (67%) sono le armi vincenti delle bottiglie del nostro Paese.

Manager nel vino non si nasce, ma si diventa

Apprezzare i collaboratori, condividere con loro gli obiettivi, dare la carica, delegare, aggiornare le competenze .. la lezione di Paolo Ruggeri

Paolo-Ruggeri-docente-consulente sulla-tecnica-di-leadership-e-di-management

Paolo-Ruggeri-docente-consulente sulla-tecnica-di-leadership-e-di-management

Di Donatella Cinelli Colombini

La distanza fra quello che dovrebbe essere fatto nelle aziende e quello che invece avviene è enorme, specialmente nelle imprese del vino. Il settore enologico è quello con più imprese verticali -dalla vigna all’export- fra tutti i settori agricoli ma, benché ci siano oltre 35.000 aziende “professionali” rimane un ambito povero di competenze manageriali. Per questo le carenze presenti in moltissime imprese di altri comparti economici, sono ancora più visibili e accentuate nel mondo del vino causando dinamiche devastanti nelle cantine e nelle denominazioni.
Io leggo spesso manuali di management, di marketing, di tecnica di gestione … Non mi scoraggio neppure quando, a causa della mia abissale somaraggine in matematica, capisco solo vagamente i contenuti: imparo sempre. Ma a volte, incappo in manuali che mi aprono davvero gli occhi come I nuovi condottieri, di Paolo A. Ruggeri (Engage pp 160 € 28). Leggetelo e capirete tanto, ma proprio tanto, del mondo produttivo che vi circonda.

POCHE GRANDI E MOLTE PICCOLE CANTINE  MA POCHISSIMI MANAGER DEL VINO

Il vino italiano è composto da 310.000 imprese con vigna con una media di 2 ettari ciascuna. Tuttavia i 13 miliardi di business che scaturiscono dal vino sono concentrati nelle aziende più grandi: le 105 cantine con fatturato superiore ai 10 milioni di Euro (2 miliardi di bottiglie ) detengono il 46,5% dell’intero giro d’affari e il 62% dell’export. Nel 2018 il vino italiano ha accresciuto il suo business del 2,3% mentre le grandi cantine trottavano al ritmo del 6,2%. Questi dati, tratti dall’analisi di Anna Di Martino, servono a evidenziare come la maggior parte delle aziende italiane soffrano di nanismo ma forse anche di deficit nel management.

PAOLO RUGGERI  E I NUOVI CONDOTTIERI

I nuovi condottieri, manager del vino-si-diventa

I nuovi condottieri, manager del vino-si-diventa

L’utilissimo manuale di Paolo Ruggeri mette in evidenza i segreti del bravo -titolare d’azienda e manager, primo fra tutti quello di gratificare i dipendenti riconoscendo i loro meriti, motivarli condividendo con loro gli obiettivi ed anche i successi.

Quanti nel mondo del vino lo fanno?

Quasi nessuno. Chi viene da famiglie contadine è più abituato al bastone che alla carota e applica la stessa tecnica anche da “fattore” o da “proprietario”. Persino i laureati in agraria mancano di una vera formazione alla leadership perché negli atenei dove hanno studiato insegnano estimo, industrie agrarie, coltivazioni arboree …. ma non management.

LO STUDIO E L’AGGIORNAMENTO CHE SERVE AI MANAGER

Il bello, per noi del vino, viene dal capitolo intitolato “Qualità personali del leader” dove la crescita aziendale viene messa in diretta correlazione con le competenze del capo che devono costantemente crescere con l’espandersi dell’attività che dirige. Invece quanti studiano per trasformarsi da colui che vende in quello che guida la forza vendita e poi in chi disegna i piani marketing e definisce gli obiettivi?

Nessuno o quasi.

Podcast lo storytelling on line

Video e podcast -documenti sonori trasmessi on line sono una nuova opportunità per raccontarsi e incrementare il turismo del vino

Italian-wine-Podcast

Italian-wine-Podcast

Di Donatella Cinelli Colombini

Podcast, lo storytelling  streaming legato al vino arriva in Italia con Monty Wallin e apre nuovi orizzonti alla comunicazione e dell’enoturismo.
Durante Wine2wine 2018 a Verona “Italian Wine Podcast”, “Vinepair” e “The Uk wine show” hanno presentato testimonianze sonore o video legate al vino e diffusi in streaming. Un modo di raccontare accessibile nei costi e diffuso con le stesse tecnologie che permettono di ascoltare la musica sullo smartphone o in altro dispositivo. Ovviamente quello che conta sono i contenuti, il target di riferimento e la lingua utilizzata.

ITALIAN WINE PODCAST

WineSpectator-video-contest-The-soul-of-Barolo

WineSpectator-video-contest-The-soul-of-Barolo

Finora i podcast sono stati usati per generare traffico nei siti. Non vivono quasi mai di vita propria ma piuttosto per arricchire i contenuti e per creare un rapporto più diretto fra il produttore e i suoi wine lovers. Per le cantine il podcast, ha spiegato Monty Waldin, autore di Italian Wine Podcast a WineMeridian <<non può essere l’unico mezzo, ma deve essere inserito in un corretto marketing mix. Oltre ad avere qualcosa di interessante da dire, ci vogliono le persone giuste, altrimenti si rischia di risultare davvero noiosi. Sarebbe bello poter ascoltare qualcuno che, in modo accattivante, racconta della cantina, delle vigne, delle scelte che vengono fatte riguardo ai vini (per esempio perchè si utilizza un tipo di tappo o bottiglia oppure come è andata la vendemmia…), degli eventi a cui si parteciperà, di aggiornamenti sulla presenza nei mercati. Non c’è alcun limite>>.
Monty Waldin ha spiegato che la maggior parte degli utenti ascoltano i suoi
podcast nel viaggio casa-lavoro. Le preferite sono le storie delle piccole cantine familiari e la maggior parte degli ascoltatori sono americani: New York, Los Angeles e San Francisco.

Dalla Cina Erika Ribaldi su donne e vino

Lettera di Erika Ribaldi sull’importanza delle donne nel mercato del vino, soprattutto in Asia. Appello a formarsi per rispondere a un business sempre più rosa

Erika-Ribaldi

Erika-Ribaldi

La lettera di Erika Ribaldi super esperta di marketing del vino, specificamente nell’ area asiatica, argomento sul quale, lo scorso anno, fece una splendida lezione alle Donne del Vino della Toscana, mi arriva a seguito della presentazione dei corsi di formazione, su comunicazione e consorzi, a Verona durante Wine2Wine.
Donatella Cinelli Colombini
——————————————————–

Cara Donatella , sia io che te, ci siamo guadagnate il nostro posto nella breve storia del vino italiano, ma ci sono tante, troppe colleghe che non vedono una via d’uscita dal limite della loro posizione , domestica o professionale e noi, io e te e le altre donne di successo abbiamo il Dovere di accompagnarle in questo percorso di crescita.

E non possiamo prenderci il merito nella virtù dell’ovvietà, ma la responsabilità di formare, supportare, valorizzare è nelle nostre mani.

ERIKA TIBALDI RIUNIONE DONNE DEL VINO

ERIKA TIBALDI RIUNIONE DONNE DEL VINO TOSCANA

————————-

Poco importa anche io sia una professionista pagata lautamente o una tirocinante nella cantina di un piccolo imprenditore, che io sia giovane o vissuta, che io sia forte o che io sia vittima

nella direzione opposta; che io sia magra o formosa, che io faccia fatturati dove nessuno prima di me li ha saputi fare, o che abbia fatto scelte diverse nella mia vita professionale. Che io sia stata single, o felicemente sposata. Poco importa, #metoo now and then.

Vinitaly una storia che è anche la nostra

50 anni di Vinitaly raccontati in un libro. Persone, luoghi, fatti a cui anch’io, come tanti produttori, abbiamo partecipato. Un racconto che vi sorprenderà

Vinitaly 2016 e Donne del vino

Vinitaly 2016 e Donne del vino

Di Donatella Cinelli Colombini, Toscana, Montalcino, cantina Casato Prime Donne

Sapevate che Vinitaly nasce a Siena? Si chiamava Mostra mercato dei vini tipici e si svolgeva nella Fortezza Medicea di Siena a partire dal 1933. Fu il primo passo verso le denominazioni approvate nel 1963 e realizzate tre anni dopo.
I vini erano presentati all’interno di gazebo che ogni regione costruiva separatamente come in un piccolo expo. La manifestazione durava un mese e attirava oltre centomila visitatori.
Nel 1967 Verona prende l’iniziativa di creare un evento sul vino all’interno della Fiera dell’agricoltura che già organizzava dal 1898. Il genio creativo è Angelo Betti, un romagnolo vulcanico che battezza “Giornate del vino italiano” i due giorni di incontri e contatti nel Palazzo della Gran Guardia di fronte all’Arena.

Sting-a-Opera-Wine-Vinitaly

Sting-a-Opera-Wine-Vinitaly

Il nome Vinitaly arriva nel 1971 con lo spostamento dell’evento in edifici vuoti fuori dal centro storico. E’ solo alla metà degli anni Settanta che il sindaco di Verona da il via alla costruzione dei padiglioni espositivi nella sede attuale. Sono quelli 8 e 9 che io ricordo ancora piccoli e spartani rispetto alla grandezza attuale. Vinitaly avveniva all’inizio di dicembre e aveva oltre 500 espositori. Lo spostamento della data ad aprile arriva nel 1980 quando la fiera durava otto giorni.

Digital marketing: i 3 trend più caldi

Da Wine2Wine 2016 una super lezione di digital marketing di Colangelo&Partners PR con i 3 trend più forti: Facebook Live, virtual tastings, influencer marketing

Gino-Colangelo-digital-marketing

Gino-Colangelo-digital-marketing

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne

Ecco quali sono gli strumenti di marketing digitale più efficaci per comunicare con i buyers e i consumatori e per accrescere l’importanza del proprio brand. A spiegarlo durante Wine2Wine sono Gino e Juliana Colangelo e Claire Hennessy della Colangelo& PartnersPR un’agenzia con sede in Italia e Stati Uniti che può vantare collaborazioni di grande importanza nel mondo del vino: Vinitaly, Slow Wine, Consorzio del Sagrantino e Consorzio del Prosecco, Wines of South Africa, Frescobaldi Toscana, Mulderbosch Vineyards, Champagne Charles Heidsieck, Michael Mondavi Family Estates, Viansa Sonoma and Purple Heart (C. Mondavi & Family)…..
Per capire quanto sono bravi basta aprire la pagina Facebook di Frescobaldi e guardare le visualizzazioni dei post: fanno paura!

Wine2wine2016

Wine2wine2016

I loro consigli sono dunque preziosi perchè vengono da super esperti che operano nell’epicentro della comunicazione digitale legata al vino: la California. Alla fine le chiavi del successo sono la consapevolezza di utilizzare uno strumento bidirezionale in cui è necessario capire gli interessi dei propri follower e coinvolgendoli rendendoli quasi complici. Inoltre l’utilizzo di persone creative e competenti in grafica fotografia e produzione di video. Sembra semplice …ma andiamo più a fondo.

I 3 trend più caldi della comunicazione digitale sono:

• Facebook Live
• Virtual Tastings
• Influencer Marketing

Wine2wine 2016 usciamo cambiati

Wine2wine 2016 impariamo a dire sommeliera, viticultrce  perchè coniugare significa accettare il genere femminile in quelle professioni 

Wine2wine-convegno-DonneDelVino

Wine2wine-convegno-DonneDelVino

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne

Abbiamo imparato che per le donne  il vino è seduzione e lo bevono volentieri con il partner (48%), o con l’amante (28%). Un pasto senza vino è triste (28%) o somiglia a una dieta” (28%). Insomma se un uomo vuole risultare più attraente deve presentarsi con una bottiglia e due calici.

Wine2wine 2016 ci apre a nuovi orizzonti. Imparare il marketing del vino di lusso da Giovanni Geddes di Filicaia mago del Masseto e di Ornellaia …capire come imitare il successo della moda italiana in Cina ascoltando Salvatore Ferragamo Jr sono arricchimenti che non capitano tutti i giorni. Questo il livello di Wine2wine 2016 che ha proposto 33 convegni in due giorni con un ritmo serratissimo e interventi telegrafici.
E’ proprio la velocità il tratto distintivo del forum creato all’interno di Veronafiere per spostare la convegnistica fuori da Vinitaly puntando sulla comunicazione e sul marketing invece che sugli aspetti produttivi.

Wine2Wine-Donne-de-Vino-a-cena

Wine2Wine-Donne-de-Vino-a-cena

E’ la rivoluzione di Stevie Kim nel mondo lento e ormai polveroso della convegnistica italiana dedicata al vino. Invece a wine2wine è tutto smart anche la macedonia di inglese e italiano come la presenza di tantissimi under 40 è uno stimolo forte.

Le Donne del Vino erano presenti in forze ed hanno indetto anche un consiglio di amministrazione aperto alle socie per accrescere attenzione e presenze.