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VINO ROSSO FREDDO: COME DOVE E PERCHÉ

CAMBIAMENTO CLIMATICO, PASTI PIU’ SALUTARI E VOGLIA DI NOVITA’ FANNO AUMENTARE IL CONSUMO DI VINO ROSSO SERVITO FRESCO E VEDERLO IN FRIGO NON SORPRENDE PIU’

Vino rosso fresco e fragole

Vino rosso fresco e fragole

Di Donatella Cinelli Colombini #winedestination 

Inverni talmente tiepidi da consentire di pranzare fuori, giornate primaverili caldissime e poi freddissime … un clima davvero pazzo che porta cambiamenti anche nei menù e nei calici. Aumenta il consumo di vino bianco e si abbassa la temperatura di servizio di quello rosso.
Se un tempo si diceva di portare in tavola le bottiglie di rosso a “temperatura ambiente” ormai la precisazione di 16-18°C è scritta ovunque, gli armadi refrigerati per i vini rossi sono in ogni buon ristorante e si stanno facendo strada i vini rossi da bere freddi.

QUALI VINI ROSSO SONO I PIU’ ADATTI AD ESSERE BEVUTI FREDDI?

E’ un effetto del nuovo clima e della nuova attenzione al benessere derivante dal cibo: più verdura, meno carne più leggerezza meno cotture. Stappare un vino rosso fresco diventa di tendenza ma quali vini sono adatti per arrivare in tavola a 8-12° centigradi?

Il Barbaresco di Antonio Galloni

Antonio Galloni descrive il Barbaresco 2016-2020 e l’evoluzione di questa denominazione, i cui giovani produttori sembrano pronti a competere col Barolo

 

Antonio Galloni (al centro) con Alessandro Regoli

Antonio Galloni (al centro) con Alessandro Regoli

Di Donatella Cinelli Colombini

Antonio Galloni ha origini italiane ma è cresciuto negli Stati Uniti ed è arrivato nel nostro Paese nel 2000 per occuparsi di finanza. Qui si è innamorato di sua moglie e del vino piemontese. Una passione quest’ultima che gli deriva dai nonni e dai genitori che avevano un’enoteca. Tornato in USA, dopo tre anni in Italia, creò una newsletter intitolata “Piedmont Report” che divenne il punto di riferimento  degli appassionati di vini piemontesi di 25 nazioni e lo mise in luce come un assaggiatore di straordinario talento. Nel 2006 Robert Parker lo chiamò nello staff del Wine Advocate e lui dette addio alla banca per dedicarsi interamente al vino.

 

ANTONIO GALLONI, L’ASTRO NASCENTE DELLA CRITICA ENOLOGICA

Antonio Gallloni - Vinous

Antonio Gallloni – Vinous

Sembrava l’erede designato di Parker, ma poi qualcosa andò storto e la testata del celebre avvocato fu venduta a un gruppo asiatico mentre Antonio Galloni creò un suo progetto battezzandolo Vinous. Si tratta di un portale di recensioni e articoli sui vini di tutto il mondo che sta velocemente diventando uno dei più autorevoli e influenti.
Ovviamente il Piemonte è la regione viticola del suo cuore e ne conosce ogni singola sfumatura. Per questo leggere i suoi commenti sul Barbaresco in Vinous è istruttivo e entusiasmante. L’articolo si intitola “Barbaresco: The Highs & Lows of 2016-2020” ovvero “Barbaresco fra alti e bassi dal 2016 al 2020”. Quello che segue non è un riassunto ma solo qualche chicca perché il testo originale è talmente bello che va letto.

 

Turisti del vino super: opinion leader e amanti del lusso

Hanno esigenze simili ma gli opinion leader sanno riconoscere i grandi vini anche se non possono pagarli e i milionari possono pagarli ma non sanno apprezzarli

 

Del Monego Master of Wine e campione del mondo sommelier al Casato Prime Donne

Del Monego Master of Wine e campione del mondo sommelier al Casato Prime Donne

Di Donatella Cinelli Colombini Brunello Montalcino

Si tratta di turisti del vino molto impegnativi perché entrambi aspirano ad assaggiare grandissime bottiglie quasi in esclusiva.
Cominciamo dagli opinion leader, in questo gruppo ci sono professionisti, dilettanti e esibizionisti.

PROFESSIONISTI

I professionisti sono talent scout cioè cercatori di gioielli enologici: giornalisti, importatori, negozianti, sommelier e altri addetti al commercio del vino. Generalmente si informano prima e successivamente  chiedono a enoteche e ristoranti nella stessa zona di produzione, infine vanno a vedere e ad assaggiare in cantina. Sono a caccia

Casato Prime Donne Montalcino, sala da degustazione

Casato Prime Donne Montalcino, sala da degustazione

di buone occasioni, di eccellenze e di cose estreme: il vigneto più fitto, la vite più rara, il tino più antico, più, più …. In una ricerca senza fine che, negli ultimi anni, ha spesso riguardato la naturalezza “estrema” al limite del difettoso. Visite rigorosamente individuali possibilmente con il produttore e assaggi sterminati sul passato, presente, futuro e soprattutto sperimentazioni. I veri professionisti parlano poco, ascoltano molto, hanno un occhio radiografico anche sui dettagli e una memoria di ferro. Fanno sentire il produttore sotto il microscopio ma chi passa l’esame fa buoni affari. Dopo aver scoperto il Piemonte, la Toscana, la Sicilia ora sono in Puglia e in Abruzzo.

A cena con Angelo Gaja in terra di Brunello

Il grandissimo Gaja porta a Montalcino il Sindaco di Barbaresco Alberto Bianco e ci offre una cena super toscana all’Osteria del Pozzo bevendo Riesling e Borgogna

Angelo Gaja

Angelo Gaja

Angelo è piemontese che più piemontese non si può ma il suo cuore comincia a battere toscano. Ha due splendide aziende in questa regione, Ca Marcanda a Bolgheri e Pieve di Santa Restituta a Montalcino. Indubbiamente le pinete costiere lo affascinano ma la rude grandiosità della terra del Brunello lo intriga ogni anno di più perché la forza di questo territorio antico è congeniale al suo temperamento e il suo Brunello è ogni anno più buono come il concerto di un musicista che prende confidenza con lo strumento e ogni volta suona meglio. Del resto la sua cantina montalcinese è in un posto speciale, accanto alla Pieve di Santa Restituta che esisteva già nel 650 dopo Cristo e fu poi  riedificata intorno al 1136. La sua cantina avveniristica è il giusto contrappeso di tanta antichità.