A cena con Angelo Gaja in terra di Brunello
Il grandissimo Gaja porta a Montalcino il Sindaco di Barbaresco Alberto Bianco e ci offre una cena super toscana all’Osteria del Pozzo bevendo Riesling e Borgogna
Angelo è piemontese che più piemontese non si può ma il suo cuore comincia a battere toscano. Ha due splendide aziende in questa regione, Ca Marcanda a Bolgheri e Pieve di Santa Restituta a Montalcino. Indubbiamente le pinete costiere lo affascinano ma la rude grandiosità della terra del Brunello lo intriga ogni anno di più perché la forza di questo territorio antico è congeniale al suo temperamento e il suo Brunello è ogni anno più buono come il concerto di un musicista che prende confidenza con lo strumento e ogni volta suona meglio. Del resto la sua cantina montalcinese è in un posto speciale, accanto alla Pieve di Santa Restituta che esisteva già nel 650 dopo Cristo e fu poi riedificata intorno al 1136. La sua cantina avveniristica è il giusto contrappeso di tanta antichità.
Periodicamente Angelo porta i suoi ospiti e amici a Montalcino, qualche mese fa l’ex ministro e economista Domenico
Siniscalco, ora il giovane Sindaco di Barolo Alberto Bianco. Non è un politico di mestiere e il suo biglietto da visita ha il disegno di un righello e precisa la sua vera professione: geometra. E’ appena stato dal Sindaco di Montalcino e mi dice << reggere il comune di Barbaresco è molto più facile che farlo qui. Abbiamo meno di 700 abitanti, quasi ogni famiglia ha la sua azienda e economicamente stanno piuttosto bene tutti>> Beato lui!
Siamo nella frazione di Montalcino di Sant’Angelo in Colle, un borgo di case in pietra arroccato su una collina, quasi un avamposto verso la Maremma da cui si gode un panorama immenso. E’ un luogo intatto e tenuto come un gioiello dagli abitanti che curano ogni porta, ogni davanzale e ogni vicolo. Anche l’Osteria del Pozzo, dove ceniamo, è un luogo speciale: i suoi tortelli fatti con la sfoglia tirata a mano e la sua bistecca fiorentina sono leggendari. Ti fanno capire come le pietanze più antiche e semplici, se eseguite in modo impeccabile, possono diventare poesia.
Come sempre Angelo Gaja ci fa bere vini meravigliosi ma diversi dai suoi: il primo viene dalla zona del Reno in Germania ed è il Riesling “Geheimrat” della cantina Wegeler . Minerale ed elegante come mi aspettavo ma anche straordinariamente armonico. Segue il “ Vosne Romanée” di Lucien Le Moine in Borgogna, un piccolo capolavoro di una piccola cantina boutique. Non so perché ma i grandi vini della Borgogna, come questo, mi richiamano alla mente lo scultore Canova e il suo classicismo fatto di impeccabile bellezza e perfetta armonia.
A cena all’Osteria del Pozzo parliamo della differenza fra le Langhe e Montalcino, il racconto diventa fitto di date e nomi … ma di questo vi parlerà Angelo stesso molto presto.
Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini