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Quanto costa visitare una cantina italiana?

Il prezzo d’ingresso, le gratuità e soprattutto il sistema per prenotare le visite in alcuni luoghi da sogno e dell’enologia italiana

Casato Prime Donne - Cantina Brunello

Casato Prime Donne - Cantina Brunello

Cominciamo dalla nostra. Donatella Cinelli Colombini non ha dubbi <<le cantine devono offrire cultura del vino>> per questo la creatrice di “Cantine aperte” nella sua Casato Prime Donne a Montalcino serve tre vini in degustazione gratuitamente insieme alla visita guidata a tutti gli individuali che bussano alla porta nei giorni feriali. Per i gruppi superiori a 12 persone e per le degustazioni formali c’è un listino ma i wine lovers individuali sono accolti a braccia aperte. <<Non pensi che la gratuità renda la visita meno esclusiva, meno ambita?>> le chiedo, ma Donatella è ferma nelle sue idee <<chi ama il vino, da noi, è accolto come un amico>>.
Davvero una bella opportunità per entrare nel magico mondo del Brunelloe nella storia di Montalcino che viene raccontata in italiano e inglese dalle guide della cantina aiutandosi con gli affreschi che sono fra le botti.

Antinori-nel-Chianti-Classico

Antinori-nel-Chianti-Classico

Non è raro trovare opportunità simili nelle cantine italiane anche più blasonate, tuttavia mentre cresce e si diversifica l’offerta enoturistica ,molte aziende hanno strutturato visite e degustazioni a pagamento.

Cominciamo con quella che, attualmente tutti desiderano visitare: la cantina Antinori nel Chianti Classico. Prenotazione on line www.antinorichianticlassico.it assolutamente indispensabile perché è già al completo per giorni e giorni. La vista costa 20€ dura un’ora e comprende l’assaggio di tre vini.

La qualità del vino che non si beve

Gli elementi immateriali del vino valgono quasi 2/3 del valore percepito delle bottiglie e sono storia, territorio, packaging, brand, fama, mercato, prezzo

Canelli OICCE I valori immateriali

Bersanetti, Gallo, Mainardi, CinelliColombini, Macchi, Baldini

Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Siamo all’Enoteca Regionale di Canelli ospiti di OICCE. Qui, dove la densità dei vigneti è forse la più alta in Italia e le cantine Gancia e Riccadonna sono parte del centro storico del paese, è difficile dire che, nel vino, l’immaginario supera il reale. Eppure è vero. Il valore percepito di una bottiglia va molto oltre la qualità del liquido che c’è dentro. Un esempio eclatante è il Lafite del 1787 di Thomas Jefferson venduto per 156.000 $. La qualità del vino all’interno non è così importante <<ma la storia della bottiglia si>> dice Giusi Mainardi che insegna proprio storia del vino all’Università di Torino.
La storia dunque, ma non solo. Il territorio del vino che diventa protagonista con il turismo -e qui entro in campo io- oppure diventa unico come i terrazzamenti della viticultura eroica che Gianluca Macchi del Cervim ci racconta. Poi c’è la qualità raccontata, la comunicazione sul vino che Fabio Gallo dell’AIS guarda con occhio critico << ce n’è così tanta che il vino rischia di morire di troppa comunicazione>>.