
Arte contemporanea e vino? Perché no!
Lo spunto è un articolo di Massimiliano Rella per il “Gambero Rosso”: l’arte esce dalle gallerie, dalle piazze e entra nelle cantine e nei vigneti
Per la campagna è una rivincita non da poco. In Italia la parola “contadino” è ancora sinonimo di ignorante e maleducato. Portare le opere d’arte in campagna significa dare ai campi la stessa dignità delle piazze, una vera rivoluzione! Un riscatto del mondo rurale che passa attraverso i prodotti di eccellenza come il grande vino. Infatti, è proprio nelle vigne e non nei campi di pomodori o di girasoli, che spuntano le prime istallazioni d’arte. Il panorama è vario: dalle vere e proprie collezioni di opere contemporanee come a Cà de Vént in Francicorta, all’utilizzo di grandi architetti come ha fatto Ceretto per la Chiesa, il cubo e l’acino, oppure come al Casato Prime Donne di Montalcino dove antiche tradizioni sono state reinterpretare da giovani artisti: il modernacolo è l’ultimo nato nei vigneti di Brunello ed è bellissimo.