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Storie e personaggi della Doc Orcia

Orcia una denominazione giovane in un territorio antico pieno di leggende e di personaggi storici. Ve la racconto e vi invito a venire nelle terre dove nasce

 

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Orcia – Il vino più bello del mondo – San Quirico d’Orcia – Collegiata

di Donatella Cinelli Colombini

Molti studiosi considerano Siena “figlia della strada”, cioè della Via Francigena che, dopo il VII secolo, spostò il passaggio di pellegrini, eserciti, mercanti e regnanti …. dalla via consolare Cassia ad un percorso più collinare che passava appunto da Siena e proseguiva per Buonconvento, Torrenieri, San Quirico, Castiglion d’Orcia, Abbadia San Salvatore …. Le terre dalla Doc Orcia.

 

LA VIA FRANCIGENA CIRCONDATA DALLE TERRE DELLA DOC ORCIA

Le ragioni dello spostamento sono nella guerra fra Bizantini e Longobardi che impediva l’utilizzo del percorso Bologna-Firenze imponendo di valicare l’Appennino più a Nord, ma anche nell’impaludamento della Valdichiana che rendeva impercorribile la strada romana che da Arezzo andava verso Roma.

Orcia-San-Quirico-Festa-del-Barbarossa

Orcia – San Quirico – Festa del Barbarossa

Un cambiamento di percorso che fece la fortuna dei territori collinari. Le cittadine lungo il tragitto si riempirono di torri, chiese, ospedali, castelli, artigiani e opere d’arte diventando degli autentici gioielli.
E’ proprio lungo questo tracciato che avviene la produzione della DOC Orcia, il vino più bello del mondo, perché nato in un paesaggio intatto e straordinariamente armonico, costellato di piccole città d’arte.
Cittadine come San Quirico raccontano nei muri questo passato glorioso e basta osservare con attenzione per vedere gli archi a ogiva delle case torri, le corti interne dove sostavano le merci dei mercanti, l’ospedale per il ricovero dei pellegrini e una ricchezza artistica che sbalordisce.

 

Orcia e Tartufo accoppiata vincente

A San Giovanni d’Asso – Montalcino la degustazione dei vini Orcia guidata da Gabriele Gorelli propone l’abbinamento con il tartufo bianco delle Crete Senesi

weekend del tartufo bianco

Doc Orcia e tartufo-bianco-weekend-toscana

Di Donatella Cinelli Colombini

Per guidare la degustazione dei suoi vini la Doc Orcia il 19 novembre, ha scelto Gabriele Gorelli, l’italiano più vicino al titolo di Master of Wine. Riconoscimento che molti wine critics del nostro Paese, inseguono da anni senza successo e per il quale il giovane wine expert di Montalcino Gabriele Gorelli lavora da anni. Ha già superato tutti gli esami con degustazione (l’ultimo il 3 giugno scorso) e deve ora scrivere la tesina finale di 1.000 parole. Uno scoglio complesso ma non impossibile per entrare nel sodalizio fondato a Londra nel 1953 ed ora composto da 390 esperti di vino di 30 Paesi del mondo.

GABRIELE GORELLI GUID LA DEGUSTAZIONE DEI VINI ORCIA

Orcia-Doc-vini-

Orcia-Doc-vini-

La scelta di un degustatore con una forte impronta internazionale nasce dal mercato della Doc Orcia, denominazione nata nel 2000 e prodotta da una sessantina di piccole e piccolissime cantine con cura artigianale. 300.000 bottiglie all’anno quasi tutte vendute a chi viene nel territorio di produzione. Un’area collinare fra i territoti del Brunello e del Vino Nobile con una immensa vocazione per i rossi da lungo invecchiamento. Ma chi pensa a una clientela locale sbaglia: l’area dove nasce la Doc Orcia si allarga intorno alla splendida Valdorcia iscritta nel patrimonio dell’umanità Unesco dal 2004 per l’armonia del paesaggio agricolo creato da secoli di lavoro contadino. Ogni anno, la sua misteriosa armonia e le sue città d’arte, attraggono oltre un milione di presenze turistiche e circa altrettanti escursionisti. Un turismo soprattutto estero con una grossa componente statunitense. Persone molto sensibili all’agroalimentare che amano assaggiare, visitare cantine e vigneti, incontrare i produttori, fare lezioni di cucina, entrare nei laboratori delle eccellenze del gusto….. L’Orcia ha dunque un “export sotto casa”. Per questo vuole confrontarsi con i grandi esperti italiani ma anche con chi offre un punto di vista più internazionale. In passato si è rivolta alla statunitense Kerin O’Keefe di Wine Enthusiast, al britannico Richard Baudain di Decanter e all’olandese Walter Speller del super blog di Jancis Robinson alternando i loro contributi con quelli dei campioni mondiale e italiano dei Sommelier AIS.

Merano Wein Festival vi aspetta il 4-8 novembre

Nella più esclusiva degustazione d’Italia ci saremo anche noi con 5 vini premiati fra cui i 2 Brunello 2012 in anteprima entrambi con medaglia d’oro

Merano-wein-festival

Merano-wein-festival

Di Donatella Cinelli Colombini

Merano Wein Festival da 25 anni è l’appuntamento imperdibile per chi ama o lavora con i vini di grande qualità perché invita a partecipare solo le cantine e i vini migliori, insomma è il salone della vera eccellenza.L’organizzatore Helmuth Köcher è meranese di nascita, ha una laurea in Scienze politiche presa a Innsbruck, veste spesso di nero e ha un carattere deciso; è quasi un mito per la sua sconfinata competenza sulle eccellenze enogastronmiche di tutto il mondo. E’ stato lui, insieme a due amici appassionati di vino, a fondare, nel 1992, il GourmetClub

Brunello-CasatoPrimeDonne

Brunello-CasatoPrimeDonne

Alto Adige e creare il Merano WineFestival, prima manifestazione in Italia in cui sono ammessi solo i produttori dei vini selezionati per il loro alto livello qualitativo. Oggi, accanto al vino ci sono anche olii, grappe e prodotti gastronomici, anch’es

stere e 100 aziende nazionali di alta gastronomia. Ci sono premi di cucina, showcooking, forum sul mercato del vino e degustazioni speciali dedicate ai vini premiati e quelli con oltre 10 anni di età …

Vernaccia di San Gimignano, il bianco di Toscana

Le 16 torri di San Gimignano vegliano sui filari di Vernaccia, il vino bianco che migliora invecchiando e sa di pietra focaia

di Sara Mazzeschi

San_Gimignano e vigne di vernaccia

San_Gimignano e vigne di vernaccia

Ricordo bene la mia prima degustazione orizzontale, a Siena l’Enoteca Italiana aveva riunito nelle esclusive sale sotteranee molti produttori di San Gimignano e per me, appena uscita dal 2°corso AIS, era un’incredibile occasione per conoscere meglio il vino bianco toscano per eccellenza, la Vernaccia Docg.  Che delusione! Al sesto assaggio già i vini mi sembravano tutti uguali ed in più la beffa, quel bianco asciutto dal retrogusto amarognolo e minerale proprio  non “andava giù”! Ho impiegato un po’ di tempo e numerosi bicchieri per apprezzarlo ed oggi, come spesso accade nel mondo del vino, non solo ho cambiato idea ma  ne sono diventata un’appassionata estimatrice, soprattutto della versione Riserva.

Bolgheri, il Bordeaux della Toscana, alla ricerca di identità

Igt, Bolgheri Doc, Sassicaia Doc, una gran confusione definita “il solito pasticcio all’italiana”che però ha dato vita ad alcuni dei migliori vini al mondo

Sara Mazzeschi

Viale dei cipressi, Bolgheri

Viale dei cipressi, Bolgheri

Sassicaia, Paleo, Super Tuscan , vini toscani per lo più della zona di Bolgheri, tra i più apprezzati ma allo stesso tempo ritenuti il tipico esempio del caos italiano perché vini da tavola dai costi esorbitanti. Questo è più o meno quello che il mondo sa su di loro ma non è proprio la verità! Molti di questi vini hanno ottenuto – faticosamente – la Denominazione di Origine Controllata e Bolgheri è da anni teatro di discussioni, modifiche al disciplinare, acquisizioni da parte di grandi investitori. Un’area in pieno fermento dove “identità” e “terroir” sono sentiti più che mai perché se da una parte sono punto di partenza per la produzione enologica, dall’altra non c’è ancora un’idea precisissima di dove sia la zona, pur conoscendo ed apprezzandone i vini.