Si dice Nizza e non Barbera
Gianluca Morino ci fa scoprire una giovanissima DOCG con grandi ambizioni Nizza nata fra i banchi di scuola sarà la nuova stella dell’enologia piemontese

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Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne
Il weekend tosco piemontese alla Fattoria del Colle è stato un tour de force per il fegato perché la quantità e qualità delle degustazioni e delle prelibatezze gastronomiche è stata esagerata. Non enorme ma proprio esagerata.
Le robiole di Roccaverano prodotte da laureati che hanno scelto di fare i pastori e puntare sulla caseificazione di latte fresco, ha fatto alzare gli occhi al cielo anche all’enologo Maurizio Castelli che ha accompagnato l’espressione del volto con un <mmmm…>>.
Così come la battuta al coltello di fassona coperta da vero tartufo bianco di Alba e i plin serviti sul tovagliolo e mangiati con le mani per non parlare degli amaretti di

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Monbaruzzo fatti artigianalmente. Ma anche la Toscana si è difesa bene con i pinci appena “tirati” con sugo di cinghiale e la bistecca fiorentina di bue chianino che è stata divorata fino all’osso. Ghiottonerie a iosa con un trionfo dell’artigianalità e della tradizione culinaria in abbinamento con grandissimi vini. Si grandissimi perché dopo questo weekend chi era venuto soprattutto per assaggiare il Brunello ha scoperto che il Nizza è un degno rivale del grande vino Toscano. Ed è stata proprio l’ex Barbera ora diventato Nizza a affascinare tutti con la sua storia e i suoi profumi.