Giordano Bruno Tag

La Deposizione di Anna Tesio nella Cappella di San Clemente

La Cappella della Fattoria del Colle ha un nuovo dipinto e Donatella Cinelli Colombini vi racconta la sua storia

FattoriaDelColle_Trequanda_Cappella_di_S_Clemente

FattoriaDelColle_Trequanda_Cappella_di_S_Clemente

La Chiesetta è dedicata a San Clemente I Papa martirizzato in Asia minore nel I° secolo.

Fu costruita nel 1592 quando la famiglia dei miei antenati, proprietari della Fattoria del Colle, era sconvolta da un grosso problema. Cinque di loro si erano schierati coi protestanti attaccando i dogmi della Chiesa.

Forse la costruzione della cappella e l’intitolazione a San Clemente era un tentativo di arginare l’ira del papato. Infatti proprio quell’anno era stato eletto Papa Clemente VIII. Purtroppo non bastò. Il nuovo Papa era severissimo nel punire gli eretici e mise al rogo Giordano Bruno.

Anche i miei antenati furono scomunicati e la famiglia perse tutti i suoi averi, Fattoria del Colle compresa. La Cappella e la fattoria furono ricomprate dal mio bisnonno Livio nel 1919, dopo oltre trecento anni e quasi per caso.

I miei antenati eretici, scomunicati ma celebri: i Socini

Ho due eretici in famiglia: Lelio e Fausto Socini e voglio ricordarli nell’anniversario della morte di Giordano Bruno arso vivo a Roma il 17 febbraio del 1600

 

Campo_de_Fiori-Giordano_Bruno

Campo_de_Fiori-Giordano_Bruno

di Donatella Cinelli Colombini

Ai mei avi andò meglio perché riuscirono a fuggire ma la famiglia perse tutto ciò che aveva. La scomunica e la confisca ridussero all’assoluta povertà quelli rimasti a Siena, per cui furono costretti a caricare su un carro delle pietre da Percenna, presso Buonconvento, luogo originario della stirpe, e con quei sassi costruirono una catapecchia in un vicolo che tutt’ora si chiama Via dei Percennesi.  Persero il Palazzo in città, la villa di Spannocchia e la Fattoria del Colle che, per caso e per fortuna, fu poi ricomprata dal mio bisnonno nel 1919. Dopo oltre trecento anni.

Quando ero Assessore al Comune di Siena ero intimidita dai miei antenati  raffigurati nel soffitto nell’ufficio del sindaco. Ogni volta che c’era una riunione in quella stanza mi perdevo su quei personaggi vestiti di nero che facevano ambascerie per la città. Almeno uno di loro era decisamente bello con lunghi capelli ondulati e lineamenti regolari.