
I miei antenati eretici, scomunicati ma celebri: i Socini
Ho due eretici in famiglia: Lelio e Fausto Socini e voglio ricordarli nell’anniversario della morte di Giordano Bruno arso vivo a Roma il 17 febbraio del 1600
di Donatella Cinelli Colombini
Ai mei avi andò meglio perché riuscirono a fuggire ma la famiglia perse tutto ciò che aveva. La scomunica e la confisca ridussero all’assoluta povertà quelli rimasti a Siena, per cui furono costretti a caricare su un carro delle pietre da Percenna, presso Buonconvento, luogo originario della stirpe, e con quei sassi costruirono una catapecchia in un vicolo che tutt’ora si chiama Via dei Percennesi. Persero il Palazzo in città, la villa di Spannocchia e la Fattoria del Colle che, per caso e per fortuna, fu poi ricomprata dal mio bisnonno nel 1919. Dopo oltre trecento anni.
Quando ero Assessore al Comune di Siena ero intimidita dai miei antenati raffigurati nel soffitto nell’ufficio del sindaco. Ogni volta che c’era una riunione in quella stanza mi perdevo su quei personaggi vestiti di nero che facevano ambascerie per la città. Almeno uno di loro era decisamente bello con lunghi capelli ondulati e lineamenti regolari.
Ma chi erano i miei due antenati eretici? Lelio Francesco Maria Socini (Siena, 29 gennaio 1525 – Zurigo, 4 maggio 1562) è
stato un teologo e riformatore italiano di grandissimo spessore. Giovanissimo iniziò a pellegrinare fra le capitali europee della riforma protestante Zurigo, Wittenberg, Vienna, Cracovia, Praga e poi nei Paesi Bassi, in Inghilterra con un solo soggiorno a Siena dove almeno 4 membri della sua famiglia erano “reputati luterani” e perseguitati dall’Inquisizione. Anche Lelio dovette firmare una confessione in cui ritrattava le sue teorie eretiche. In realtà egli era un pensatore di grande forza al punto imbastire una disputa teologica con Calvino che lo stimava ma non ne condivideva le idee.
Il nipote di Lelio, Fausto ( Siena, 5 dicembre 1539 – Luslawice, Polonia 3 marzo 1604), è sempre stato considerato un personaggio di secondo piano benché abbia forse lasciato una traccia più solida dello zio. E’ lui infatti l’animatore dell’ecclesia minor cioè degli antitrinitari polacchi che in suo onore si chiamarono sociniani. Molte delle sue idee sono ancora fondamentali nella dottrina calvinista e luterana.
Che uomini di ferro! Sfidare la Chiesa, rischiare la morte per le proprie idee religiose! Io non la penso come loro ma ammiro il loro coraggio e la loro generosità. La nostra è una famiglia cattolica ma in loro onore mia nonna fu battezzata Lelia e mio padre Fausto.