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Vini da regalo

Come scelgono la bottiglia regalo gli uomini e le donne. Qualche consiglio utile a seconda del destinatario: ambientalista, glamour, esperto, sperimentalista

 

Dom Pérignon Brut-i-dieci-champagne-più-desiderati

Vini-da-regalo-Dom Pérignon Brut-i-dieci-champagne-più-desiderati

di Donatella Cinelli Colombini

Cominciamo dal genere: c’è una differenza fra le donne e gli uomini nel modo di scegliere la bottiglia da regalare.

 

IL VINO DA REGALO SCELTO DELLE DONNE

La donna pensa <<gli piacerà?>> e si lascia consigliare dall’addetto del negozio ponendo attenzione al gusto del destinatario e al tipo di situazione che un determinato vino suggerisce in relazione allo stile di vita di chi riceverà la bottiglia. La donna è tendenzialmente più “risparmiosa” dell’uomo e quindi il valore del regalo sarà quasi certamente più basso.

 

Vini-da-regalo-l'importanza-del-packaging

Vini-da-regalo-l’importanza-del-packaging

IL VINO DA REGALO SCELTO DALL’UOMO

L’uomo invece guarda proprio al prezzo <<costa abbastanza per il mio capo?>> è il suo primo pensiero. Poi si concentra su denominazione, brand e punteggi nelle guide. L’uomo ascolta meno gli addetti alle vendite e guarda di più le valutazioni online. Gli interessa meno il packaging rispetto alla cliente femmina ma comunque ha bisogno che il regalo si presenti bene.

 

L’IMPORTANZA DEL PACKAGING DEL VINO DA REGALO

Per questo astucci singoli, sacchetti, cassette in legno, scatole da regalo …. Sono indispensabili in ogni punto vendita: dalla cantina, all’enoteca fino al supermercato con reparto con prodotti di lusso.
Andate da Harrods a Londra e vedrete come confezionano le bottiglie di lusso!
Va detto tuttavia che i grandi vini viaggiano nelle tradizionali casse di legno da 6 bottiglie con coperchio inchiodato. Non sono belle ma, del resto, anche la Rolls Royce non ha il top del design ma è uno dei maggiori simboli di antica ricchezza!

 

Ma quanto ci copiano!

60 miliardi di mozzarelle, olio, salami …. Italian sounding. Ma è partita la riscossa, soprattutto via web con il Ministro Martina in veste di Robin Hood

falso olio toscano igp

falso olio toscano igp da Harrods

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

I più attivi nell’ imitare i nostri prodotti sono in America – 27 miliardi di valore – di cui solo una piccola parte è un’autentica truffa e per il resto riguarda prodotti che sembrano italiani per la presenza di tricolori, immagini del Colosseo, del Vesuvio e simili, ma in realtà privi del minimo collegamento con l’Italia. Provengono da caseifici, salumerie, pastifici di Paesi poveri dove il costo di produzione ma anche i controlli sono enormemente inferiori ai nostri. Ecco che il costosissimo sforzo per definire e tutelare i 264 prodotti Dop e 523 vini a denominazione, promuoverli e farli apprezzare … va a finire nelle tasche di commercianti disinvolti. E non si tratta di piccole imprese che vivacchiano border line rispetto alla legge, ma di grossi gruppi. E’ di qualche mese fa la condanna del prestigioso gruppo britannico Harrods per la commercializzazione del Tuscan Extra Virgin Olive Oil, imbottigliato nel Regno unito e recante in etichetta riferimenti capaci di far credere, anche al più competente consumatore, di aver acquistato IGP Toscano.