Food blogger in Italia è un hobby o un lavoro?
280 food blogger in Italia: è un’attività che può creare impresa oppure è solo un costo per chi la svolge senza compromessi? Scopriamolo insieme
Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne
Il caso di Giallo zafferano è emblematico. Nato nel 2006 da Sonia Peronacci e il suo compagno, entrambi commercialisti che nel tempo libero scrivevano e fotografavano le ricette per poi diffonderle on line. E’ diventato un’impresa con 30 dipendenti e 2 milioni di contatti al giorno, investitori importanti…. ma Sonia ha finito per non riconoscersi più in questo progetto, ha venduto la sua partecipazione ed è uscita. Ora pensa a <<ricette video anche in inglese (“c’è praticamente un’enciclopedia online e voglio aprirla all’estero”), e una visione più ampia del la cucina. “qualcosa di un po’ più moderno con contenuti in più rispetto a GialloZafferano” per esempio le intolleranze>> ha detto nella sua intervista al Gamberorosso.
Una simile passione ma un orientamento sull’alta cucina e il rifiuto di qualunque pubblicità per un altro food blogger al top: Ada Parisi di Siciliani creativi in cucina. Quando è venuta a cucinare le polpettine di tonno e la caponata (da sogno, non potete credere) in occasione del Premio Casato Prime Donne, le ho detto <<ma per te fare il food blogger è un costo>> lei si è toccata gli occhiali e ha serrato le labbra <<io faccio la giornalista in una grande agenzia, provo le ricette e le pubblico perché amo cucinarle e condividerle, se devo preparale con ingredienti che non mi piacciono proprio no! >>. Siciliani creativi in cucina cresce i contatti mese dopo mese ed è forse proprio il suo rigore la chiave del suo successo.