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Lieviti autoctoni e i profumi del vino

Lieviti autoctoni influenzano l’aroma dei vini più del terreno. La rivoluzionaria scoperta arriva dalla Nuova Zelanda ed è rilanciata da Attilio Scienza

lieviti-autoctoni-mosto

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Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne

E pensare che fino a vent’anni fa l’inoculo di lieviti industriali, selezionati chi sa dove, sembrava l’unico modo per effettuare fermentazioni perfette! Chiedere a un enologo di vinificare in modo spontaneo equivaleva a una minaccia e portava a risposte del tipo << ma lei vuole fare del buon vino o no?>> .
Poi, come in tanti altri casi, la natura ha dimostrato di saper fare meglio dell’uomo e i lieviti addomesticati ( si chiamano proprio così per la plasticità del loro genoma) hanno manifestato una spinta all’omologazione che è l’esatto opposto della direzione della civiltà attuale.

vendemmia-2016-scelta-acini-sangiovese-Casato-Prime-Donne

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Trebicchieri periodico web del Gambero Rosso pubblica un articolo di Attilio Scienza che commenta le recenti scoperte di un gruppo di ricercatori neo zelandesi sui lieviti indigeni e la loro enorme influenza sui caratteri identitari dei vini. Le indagini effettuate su Sauvignon di sei zone diverse hanno addirittura rivelato che i lieviti influenzano i caratteri sensoriali dei vini più del terreno o del clima. In termini più tecnici i ricercatori hanno visto che l’aroma di questi vini dipendeva da 39 metaboliti che i lieviti producevano durante la fermentazione. 29 di questi metaboliti variavano da zona a zona.

Lieviti autoctoni dei calabroni nel nostro Brunello

I lieviti indigeni sono trendy e sempre più spesso vengono usati per salvaguardare la tipicità del vino come ha fatto Donatella Cinelli Colombini 

Tinaia del vento

Tinaia del vento

Ma è una trovata di marketing o un reale elemento di identità?

Noi crediamo che siano davvero un elemento identitario. Al Casato Prime Donne di Montalcino usiamo lieviti autoctoni selezionati nel 2008.  Non è una contraddizione. Si tratta di una pratica scientificamente ineccepibile ( per noi realizzata nei laboratori Oliver Ogar): è infatti possibile isolare ceppi presenti in una fermentazione spontanea per poi riprodurli in laboratorio e utilizzarli nella produzione. Noi ne abbiamo sperimentati tre e uno di essi con risultati strepitosi. Nella logica di aumentare l’interscambio con la vigna e gli insetti è stata costruita la tinaia – battezzata tinaia del vento – in cui vinificare il Brunello in tini tronco conici a cappello aperto. I risultati sono stati eccellenti.

Ma andiamo a vedere cosa ha scoperto la scienza sui lieviti autoctoni.  Linda Bisson  dell’Università di Davis ha recentemente pubblicato un articolo sull’ “American Journal of Enology and Viticulture”  intitolato “Origine geografica e diversità dei ceppi di lieviti vinari”. In base alle sue ricerche il 95% dei lieviti Saccharomyces presenti nei mosti di tutto il mondo appartengono a un solo insieme da dividere in 5 sottogruppi,  il maggiore dei quali è il “centroeuropeo”.