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Italians do it better

Un cortometraggio, diretto da Silvio Muccino, destinato a diventare il simbolo del Made in Italy agroalimentare e del contrasto allItalian Sounding in America

Silvio Muccino

Silvio Muccino

Di Alice Bracciali

È da poco passata l’una di notte dell’8 dicembre scorso, quando Silvio Muccino annuncia sul suo profilo Facebook la messa in onda sui network americani di <<un piccolo film di 90 secondi>> del quale è regista, per promuovere le vere eccellenze italiane all’estero.
È bastato questo post per accendere il popolo social, tra favorevoli e contrari si è scatenato un colossale dibattito che ancora non tace. In realtà il video era già atteso: l’iniziativa infatti è parte integrante del piano voluto dal viceministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, per promuovere il cibo italiano oltreoceano ed è stata presentata nel corso di Expo Milano 2015 da Calenda e Maurizio Martina, titolare delle Politiche Agricole. Un investimento complessivo di 50 milioni di euro da spendere per una promozione concentrata in quattro stati degli Usa, dove il made in Italy agroalimentare è ancora poco presente: Texsas, Illinois, New York e California. Un tricolore con il claim «the extraordinary italian taste» è il marchio unico distintivo, un logo che verrà utilizzato in occasione delle fiere internazionali, in attività di promozione all’interno dei punti vendita della grande distribuzione estera, nelle campagne di comunicazione Tv, sui media tradizionali, su Internet e sui social media.

Made in Italy terzo marchio del mondo dopo Coca Cola e Visa

Potrebbe essere un autentico locomotore per vino, olio, salumi, formaggi … se non ci fossero cinque volte tanto di prodotti taroccati italian sounding

made in Italy falso

italian suonding falsi salumi made in Italy

Dalle mozzarelle ai salumi, dalle olive al prosciutto la presenza di etichette con la bandiera tricolore, all’estero, è quasi un segnale di falsificazione: sembra italiano ma non lo è. Ecco che gran parte degli sforzi delle nostre imprese per qualificare la produzione, innovarla, renderla più salubre e conosciuta finiscono per arricchire chi produce falso made in Italy in Paesi dove i costi di produzione e le garanzie sono inferiori alle nostre.
Ma che rabbia! Ha ragione Oscar FarinettiEataly quando dice che basterebbe un servizio legale capace di contrastare energicamente l’italian sounding all’estero per fare del nostro Paese il più ricco del mondo. Infatti nonostante la concorrenza dei falsari, nel primo trimestre del 2013 l’export agroalimentare ha segnato un + 12% di tutto rispetto.

Metti un giorno una ragazza di campagna a Pitti Immagine Uomo

Incontro/scontro di due mondi: il racconto “in jeans e scarpe da ginnastica” della mia incursione nel mondo della moda maschile in occasione di Pitti Immagine Uomo a Firenze.

uomini_di_pezza

uomini_di_pezza

Come un’imbucata alla festa di Cenerentola (il riferimento al vino DOC Orcia prodotto alla Fattoria del Colle di Donatella Cinelli Colombini è tutt’altro che casuale, ma bensì voluto), martedì 8 gennaio, invitata da un gruppo di blogger, ho visitato la fiera della moda maschile che ogni anno (se ho ben capito per due volte, a gennaio e giugno) rende Firenze la città della moda maschile, nell’affascinante cornice della Fortezza da Basso.

Non ho competenze in merito, e quindi non provo neanche a descrivere pantaloni, giacche, camice o cravatte, di ogni forma colore e dimensione. Ma proprio perché fuori contesto, forse ho potuto apprezzare più di altri, con una sana incoscienza e in modo un po’ naÏf, la cornice pittoresca dell’evento.

distesa_di_libri_e_riviste

distesa_di_libri_e_riviste

 

C’era una distesa di libri nella piazza principale della fortezza con un claim che incitava alla lettura. Messaggio forte e giusto, ma allora perché vedere quei libri buttati là, come gettati via, mi rimandava più alle immagini di Fahrenheit 451 anziché ad inno alla cultura? Mi aspettavo che qualcuno appiccasse il fuoco da un momento all’altro.