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Annacquare il vino: in certi Paesi è permesso

In Italia e in tutta Europa, le cantine non possono aggiungere acqua nel vino ma in USA e in Australia è permesso e i vini annacquati vengono esportati da noi

 

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di Donatella Cinelli Colombini

Ci sono Nazioni, come USA e Australia, che consentono di aggiungere acqua al vino e produttori europei famosissimi come Michel Chapoutier che già nell’aprile 2021 chiedeva di fare altrettanto.

Annacquare il vino non è più un tabu, non è un argomento da sofisticatori inseguiti dagli agenti della Repressione Frodi.
Si tratta, invece, di un’ipotesi di cui si discute fra chi produce, studia e governa a livello mondiale.
In effetti l’aggiunta d’acqua non mira ad aumentare la produzione ma a ridurre il contenuto alcolico del vino, che è molto aumentato a causa del cambiamento climatico.

Le tasse di successione fanno vendere gli châteaux

Perché così tanti châteaux francesi vengono venduti alla morte dei genitori. Gli effetti della Rivoluzione, il Codice Napoleonico e la tassa di successione al 45%

 

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di Donatella Cinelli Colombini

Prima della Rivoluzione Francese, i vigneti francesi erano quasi tutti della Chiesa o della nobiltà. Durante la rivoluzione questa terra fu confiscata, divisa e svenduta. Nel 1804 Bonaparte introdusse in Francia il Codice Napoleonico che, nella successione delle proprietà agricole imponeva di dividerle fra gli eredi. Da qui inizia il racconto di WineSearcher sul cambio di proprietà dei vigneti francesi di cui qui, io vi fornisco solo qualche nota, lasciamo ai più volenterosi la lettura dell’intero articolo in inglese.

 

GLI EFFETTI DEL CODICE NAPOLEONICO SULLA DIVISIONE DEI VIGNETI

La legge napoleonica ebbe l’effetto di polverizzare la proprietà agricola. L’esempio più celebre riguarda il vigneto grand cru di Clos de Vougeot nella Cote de Nuits, fondato nel 1110 dai monaci cistercensi, che ne mantennero la proprietà fino alla Rivoluzione del 1789. Da quel momento la tenuta di 125 acri fu suddivisa in 100 parcelle di proprietà di oltre 80 persone.

Uova da vino: pregi e difetti

Il successo delle uova in cemento ha portato alla sperimentazione di uova da vino in rovere, polipropilene e terracotta. Moda o enologia? Confronti e esperienze

 

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di Donatella Cinelli Colombini

Il primo uovo in cemento per il vino fu realizzato, nel 2001, dalla fabbrica francese Nomblot insieme al celebre wine maker Michel Chapoutier, re della Valle del Rodano. Successivamente quando Nomblot fu venduta a una società più grande che attuò una politica aggressiva per commercializzare le sue uova, Chapoutier si pentì di non averle brevettate e quindi di non poter chiedere delle royalties per una ricerca che era anche sua. Peccato perché le uova di cemento per la vinificazione hanno ottenuto un grande successo internazionale.

 

CARATTERISTICHE DELLE UOVA DI CEMENTO

Le uova contengono da 7 (quelle Nomblot e Nico Velo) a 18 ettolitri. Esistono contenitori più grandi ancora in cemento ma hanno forme diverse. Anche io ho tre uova per le piccole selezioni e tini troncoconici per la vinificazione dei vini rossi e la maturazione precedente all’imbottigliamento.
Le uova sono molto pesanti, molto più di un tonneau della stessa capacità e questo influisce sensibilmente sulle spese di trasporto. Inoltre sono anche molto più fragili e vanno spostate con precauzione perché sono realizzate con una sola colata di calcestruzzo per cui basta un piccolo urto per incrinarle. Costano circa il doppio di un tino in acciaio della stessa dimensione.

Fattoria-del-Colle-cantina-Cenerentola-Doc-Orcia

Uovo-da-vino-Fattoria-del-Colle-cantina-Cenerentola-Doc-Orcia

Altro serio inconveniente delle uova e dei tini di cemento nudo è la cura con cui vanno trattati. All’inizio e poi periodicamente devono essere ricoperti di acido tartarico. Si tratta di un lavoro manuale che va fatto pennellando la superficie interna con più mani di tartrati. Bisogna lavarli con acqua tiepida, evitando di usare le attrezzature normalmente impiegate per igienizzare botti e tini. Proprio per eliminare questo lavoro e rendere le superfici più facilmente igienizzabili, un tempo i tini di cemento venivano vetrificati con resina epossidica. Purtroppo questo toglie al cemento la sua permeabilità all’ossigeno. Infatti il maggior pregio dei contenitori in cemento nudo è la micro-ossigenazione del vino che, secondo la mia cantiniera Barbara Magnani, è superiore a quella di una botticella di rovere.

 

9 vini 2015 con 100 centesimi Robert Parker

Lo spettacolare risultato della vendemmia 2015 di Michel Chapoutier il mago del Syrah della Valle del Rodano che ha 9 vini con 100 punti da Robert Parker

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Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Brunello, Casato Prime Donne

Cosa rende così eccezionali i vini di Michel Chapoutier? Come ha fatto questo francese con le scarpe sempre sporche di terra, che si presenta alle cerimonie ufficiali con i pantaloni spiegazzati come se andasse a potare … come ha fatto a farsi premiare su 9 vini 2015 con 100 centesimi da Robert Parker –Wine Advocate? Nessuno è mai riuscito in una simile impresa. Significa la perfezione è la versione enologica del nuotatore Michael Phelps che fa piazza pulita di medaglie d’oro a ogni Olimpiade. Un asso piglia tutto.

Michel-Chapoutier-Ermitage

Michel-Chapoutier-Ermitage

Basta ascoltarlo per capire la magia di Michel Chapoutier: l’Ermitage è l’unico vigneto al mondo in cui si vedono quattro ere geologiche dal primario al quaternario. Dal 1808 la natura è rispettata con pazienza e umiltà cercando l’equilibrio: questo significa un rapporto con le viti e la terra che va oltre il biodinamico e diventa una simbiosi fra ambiente, storia e attività umana. La vigna è coltivata con i cavalli e a mano con un’assiduità impressionate. Per Chapoutier la qualità dell’uva è tutto. Conosce le peculiarità di ogni piccola parcella <<qui il terreno trasmette la pietra la grafite invece li è il cassis che emerge>>. Eppure ha trasformato l’azienda in un colosso internazionale con vigneti in Portogallo e Australia con una irrefrenabile ricerca di nuove sfide e di un visionario equilibrio con l’ambiente.