Il successo delle uova in cemento ha portato alla sperimentazione di uova da vino in rovere, polipropilene e terracotta. Moda o enologia? Confronti e esperienze
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di Donatella Cinelli Colombini
Il primo uovo in cemento per il vino fu realizzato, nel 2001, dalla fabbrica francese Nomblot insieme al celebre wine maker Michel Chapoutier, re della Valle del Rodano. Successivamente quando Nomblot fu venduta a una società più grande che attuò una politica aggressiva per commercializzare le sue uova, Chapoutier si pentì di non averle brevettate e quindi di non poter chiedere delle royalties per una ricerca che era anche sua. Peccato perché le uova di cemento per la vinificazione hanno ottenuto un grande successo internazionale.
CARATTERISTICHE DELLE UOVA DI CEMENTO
Le uova contengono da 7 (quelle Nomblot e Nico Velo) a 18 ettolitri. Esistono contenitori più grandi ancora in cemento ma hanno forme diverse. Anche io ho tre uova per le piccole selezioni e tini troncoconici per la vinificazione dei vini rossi e la maturazione precedente all’imbottigliamento.
Le uova sono molto pesanti, molto più di un tonneau della stessa capacità e questo influisce sensibilmente sulle spese di trasporto. Inoltre sono anche molto più fragili e vanno spostate con precauzione perché sono realizzate con una sola colata di calcestruzzo per cui basta un piccolo urto per incrinarle. Costano circa il doppio di un tino in acciaio della stessa dimensione.
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Altro serio inconveniente delle uova e dei tini di cemento nudo è la cura con cui vanno trattati. All’inizio e poi periodicamente devono essere ricoperti di acido tartarico. Si tratta di un lavoro manuale che va fatto pennellando la superficie interna con più mani di tartrati. Bisogna lavarli con acqua tiepida, evitando di usare le attrezzature normalmente impiegate per igienizzare botti e tini. Proprio per eliminare questo lavoro e rendere le superfici più facilmente igienizzabili, un tempo i tini di cemento venivano vetrificati con resina epossidica. Purtroppo questo toglie al cemento la sua permeabilità all’ossigeno. Infatti il maggior pregio dei contenitori in cemento nudo è la micro-ossigenazione del vino che, secondo la mia cantiniera Barbara Magnani, è superiore a quella di una botticella di rovere.