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La puzza di tappo ha i giorni contati, finalmente

Il naso elettronico di Amorim e quello da applicare alle imbottigliatrici scarteranno i tappi difettosi metteranno forse la parola fine alla puzza di tappo

puzza di tappo, metodo Amorim per scartare i sugheri difettori

puzza di tappo, metodo Amorim per scartare i sugheri difettori

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne

La pestilenziale puzza di tappo deriva dall’uso dei pesticidi e degli erbicidi insomma è un regalino che ci arriva dall’uso della chimica in agricoltura. Infatti la molecola responsabile, il tricloroanisolo TCA è un derivato dal triclorofenolo che è arrivato nella natura a partire dagli anni ‘Sessanta. Bastano due parti per trilione per appestare l’acqua. Per la verità il TCA agisce sui centri nervosi di chi avvicina il naso al bicchiere e inibisce la percezione degli odori creando il noto fastidiosissimo effetto, per questo, più che una puzza è il blocco dell’olfatto, ci che viene percepito. Tuttavia è qualcosa di repellente che le industrie produttrici di tappi cercano di eliminare da anni. Ed ecco che nella nazione produttrice il 45% di sughero mondiale, il

querce da sughero

querce da sughero

Portogallo, e nella fabbrica che produce di più tappi, Amorim, nasce finalmente la soluzione: il naso elettronico NDtech®, che scarta tutti quelli difettosi. Un gascromatografo effettua analisi velocissime che permettono di verificare i tappi senza rallentare il processo produttivo. 10.000.000 Euro in investimenti e finalmente è arrivata la certificazione della Geisenheim University, e di The Australian Wine Research Institute (AWRI).
Ovviamente il problema della puzza di tappo riguardava solo i tappi monopezzo, quelli dei vini di pregio, perché nei tappi tecnici, quelli fatti con trucioli agglomerati, era già risolto da anni. In questo tipo di chiusure meno prestigiose i problemi sono eventualmente legati ai prodotti usati per tenere insieme i granelli di sughero. In base alla mia esperienza, i tappi tecnici DIAM sono nettamente superiori agli altri, anche se, sono piuttosto cari.

Le regole del vino in tavola, i segreti di Donatella

Non aspettate le grandi occasioni per bere i vostri vini nel modo giusto, fatelo sempre e non solo con le grandi bottiglie. Questi i consigli di Donatella Cinelli Colombini.

 

Di Donatella Cinelli Colombini 

Tavola apparecchiata

Tavola apparecchiata

CONTROLLA L’ODORE DEI BICCHIERI

Moltissimi mobili contaminano i bicchieri, basta che sia stata usata una colla, un anti tarlo, uno sbiancante del legno … e il bicchiere trasmetterà al vino il terribile odore di tappo. Prima di apparecchiare versate del vino in un bicchiere e annusatelo. Se ha il terribile TCA – odore di segatura – lavate i bicchieri con acqua e sapone inodore. Mi raccomando questo elemento: inodore. I bicchieri vanno sempre lavati con saponi neutri altrimenti danno al vino un aroma di lavanda o mela che è ancora peggio dell’odore di tappo.

Gli aromi presenti nel bicchiere sono inavvertibili quando è vuoto o contiene acqua ma si scatenano a contatto con il vino. L’odore killer viene dal cloro quindi può provenire anche dalla candeggina dell’igienizzante. Attenzione!

 

Decanter

Decanter

SCEGLI IL BICCHIERE GIUSTO

Rimando a una precedente occasione l’analisi del bicchiere giusto per le differenti tipologie di vino. Qui basta ricordare che i bicchieri devono essere calici di cristallo bianco e senza incisioni. Esistono anche dei “cristalli sonori” più robusti, leggermente più spessi del cristallo tradizionale. A me non piacciono ma sono convenienti. Se volete contenere le spese puntate su materiali di nuova concezione come il luxion; i bicchieri sono quasi indistruttibili e non si opacizzano in lavastoviglie. Per chi, come me, odia lavare i bicchieri a mano sono il massimo.

 

Bicchieri da vino, istruzioni per l’uso

Come sono, quanti sono e come si adoperano in tavola i calici, consigli per gustare i grandi vini con la cura che meritano

 

bicchieri-da-vino

bicchieri-da-vino

Di Donatella Cinelli Colombini

Non spaventatevi, è più facile di come sembra. Prima di tutto i bicchieri da vino sono calici quindi hanno un piede, uno stelo e una coppa. Questo consente di prenderli in mano dallo stelo senza impataccare la coppa con le dita. Meglio non toccare l’invaso del vino a meno che il liquido non sia gelato e richieda un “riscaldamento corporeo”. Per evitare che la coppa si opacizzi non lavateli in ritardo e non lasciateci il vino tutta la notte, inoltre attenzione a come li mettete nella lavapiatti.
Il bicchiere deve essere perfettamente trasparente, non colorato, non molato, non inciso, non articolato ma bensì bello liscio.
Inoltre il bicchiere deve essere sottile quindi vanno preferiti i cristalli o nuovi materiali ad alta tecnologia che uniscono sottigliezza a robustezza. Il vero inconveniente del cristallo, infatti, oltre al costo, è la fragilità che con i materiali innovativi è nettamente minore specialmente nel gambo.

Niente profumo e rossetto per le signore amanti del vino

Fra le piccole rinunce delle donne wine lovers ci sono alcuni accessori importanti della femminilità come il rossetto, i profumo e i fiori freschi

Rossetto sul bicchiere

Rossetto sul bicchiere

Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Tutto ciò che odora, anche le mani lavate con un sapone profumato, possono disturbare l’assaggio del vino. Per questo un vero wine lovers deve stare attento sia al sapone della lavastoviglie che a quello del bagno. Ma non basta; profumi e dopo barba profumati sono decisamente fuori luogo. La lista dei divieti continua con i fiori freschi profumati, e gli aromi per ambiente. Persino le essenze dentro gli armadi possono essere un problema. Insomma la perfetta padrona di casa, che ama il vino, deve porre una grande attenzione a non compromettere l’aroma delle bottiglie con odori estranei.
Ovviamente i bicchieri sono in prima linea in questa “battaglia aromatica”. La cosa più importante è controllare se sono contaminati da TCA -Tetra cloro anisolo il così detto “odore di tappo” che è in realtà una molecola che anestetizza l’olfatto. Bisogna versare del vino nel bicchiere e annusare. Se ci sono problemi non resta che lavare i calici col sapone e magari cambiare anche il posto dove vengono conservati.

Il killer del vino non viene solo dal tappo e non è un odore

Dal tappo ma anche da mobili o saponi al cloro e all’Università di Osaka hanno scoperto che non è un odore bensì l’assenza di odore

tappi di sughero da vino

tappi di sughero da vino

di Donatella Cinelli Colombini

STUDIO DELL’UNIVERSITA’ DI OSAKA

Lo studio riguarda la comprensione del motivo per cui “l’odore di tappo” impedisce di sentire ogni  aroma del vino. La scoperta arriva da un gruppo di scienziati diretti da Hiroko Takeuchi  dell’Università di Osaka ed è stato pubblicato su PNAS  “Proceedings of the American Academy of Sciences” . La molecola del TCA agisce da inibitore dell’olfatto, più specificamente disturba il funzionamento della membrana lipidica e dei canali ionici, bloccando l’invio di messaggi al cervello, in parole semplici blocca le parti del sistema nervoso che  consentono di percepire le sensazioni odorose. La puzza di tappo non sarebbe quindi altro che la reazione del nostro cervello di fronte all’ improvvisa assenza di stimoli.

ANCHE I BICCHIERI SPESSO SONO COLPEVOLI

Può derivare dal tappo ma, in casa, più spesso è nei bicchieri. Basta tenere i calici in un mobile di legno o in scatole impilate per terra e il TCA contaminerà il vino.  L’elenco delle possibili cause va dall’antitarlo dei mobili antichi allo sbiancante usato su quelli moderni, ma anche il sapone da pavimenti a base di varichina può contaminare i bicchieri.