Le disavventure di Donatella nel Tokaj
Quello che ogni wine lover vorrebbe sapere del Tokaj, oro liquido ungherese. Come Donatella Cinelli Colombini è diventata ostile ai vini dolci
TOKAJ
E’ un vino da dessert da uve botritizzate. Viene prodotto nel Nordest dell’Ungheria vicino al confine con la Slovacchia e l’Ucraina. La zona misura circa 70 km2 e comprende una trentina di villaggi di cui Tokaj è la capitale. Il clima è mite grazie ai monti che la proteggono dalle correnti del Nord e il suolo di origine vulcanica è coperto di sabbie fini. C’è la Strada del vino Tokaj-Hegyalja che è, a mio avviso, quella con maggiore potenziale in Ungheria. La vendemmia inizia a settembre per produrre vini secchi, da consumo locale e va avanti fino a novembre con le uve per l’appassimento. Il Tokaj nasce da uve Furmint, Hárslevelü e piccole quantità di
Sàrga Muskotàly che è un moscato bianco. Il blend è alla base della naturale acidità, del contenuto zuccherino e della aromaticità speziata che sono caratteristiche del vino. Il resto lo fa la muffa nobile botrytis Cinerea. La dolcezza del Tokaj azsu è misurata in puttonyos che sono i cestini di raccolta. Oggi evidentemente il residuo zuccherino è valutato dalle analisi di laboratorio ma anticamente il metodo era più empirico e il nome è rimasto ancora oggi. Le cantine solo coperte di Cladosporium cellare, un fungo che genera una muffa simile a un tessuto compatto e soffice alimentato dell’alcol che evapora dalle botti e crea il tipico aroma del Tokaj.