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Toscana, Brunello due brand che nel vino sono un mito

Toscana percepita come la miglior regione per i vini rossi e la miglior destinazione enoturistica. Brunello al TOP, costa 382$ a New York e 339£ a Londra

 

Anteprime di Toscana 2020

Anteprime di Toscana 2020

Di Donatella Cinelli Colombini

Se il consumatore italiano pensa a una regione dove il vino rosso è buono, pensa alla Toscana (19%) e solo in seconda battuta al Piemonte e alla Puglia.

 

TOSCANA PRIMA  PER I VINI ROSSI E COME DESTINAZIONE DI TURISMO DEL VINO

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Toscana vince come destinazione enoturistica dati Nomisma Wine monitor

La Toscana vince e soprattutto vince come destinazione di turismo del vino: i connazionali la scelgono al 27%, i tedeschi al 23%, gli inglesi all’11% e gli statunitensi al 10% ma è sempre la prima meta dei wine lovers, mentre al secondo poso si alternano Veneto, Sardegna e Sicilia.

In altre parole nell’immaginario degli appassionati dei calici importanti, la mia regione, è proprio la terra promessa del dio bacco. Una specie di paradiso di paesaggio, grandi assaggi, opere d’arte e cucina che innamora.

 

 

Dove si beve il vino: sempre più in Cina, Usa e in Africa

Ecco la classifica dei Paesi consumatori: Francia, USA, Italia, Germania e Cina ma con l’Italia in forte frenata a -6% sullo scorso anno e la novità africana

CinelliColombini, DeCastro; Dell'Orefice a Nomisma

CinelliColombini, DeCastro; Dell'Orefice a Nomisma

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
L’Italia, colpevole la crisi economica che taglia la capacità d’acquisto, scende velocemente la classifica dei Paesi consumatori. Ecco la lista redatta da WineMonitor di Nomisma: prima la Francia con 36,6 milioni di ettolitri, seguono Stati Uniti (29 milioni di ettolitri), Italia con 22,6, Germania 20 e Cina 17,8 milioni di ettolitri. A questa lista è bene affiancarne un’altra che arriva da Mediobanca con i mercati dove i consumi salgono ecco che la Cina è in testa con +15% seguita dagli USA 8,2%, Uk 6,5% e Russia 5,6%.
Ma la sorpresa viene dall’Africa. Sarà il continente nero il mercato del futuro per i vini italiani? Per ora i numeri sono piccolissimi: 534 milioni di Dollari di importazioni enoiche dall’Italia nel 2012 e consumi di vino concentrati in Sud Africa che è anche un
Paese produttore per cui non fa sperare in grandi prospettive.

Ti piace o no il vino bio?

In Italia il vino bio entra nel 2% delle case ma in Usa va forte e il 34% dei wine lovers preferisce le bottiglie eco-compatibili

biologico

biologico

Insomma il mercato del vino biologico è all’estro e soprattutto in Paesi lontani, mentre da noi è ancora una super nicchia. Una circostanza poco favorevole alle piccole e piccolissime aziende agricole che costituiscono il grosso di quelle biologiche italiane. La fotografia di questo settore arriva, quasi in contemporanea, da WineMonitor e WineNews e riserva vere sorprese. L’Italia ha 57.000 ettari di vigneto bio, una superficie più che raddoppiata rispetto a 8 anni fa e corrispondente al 6,5% del totale del vigneto nazionale. Con il nuovo regolamento europeo, atteso da 21 anni, è ora possibile ottenere la certificazione biologica delle cantine e quindi produrre vino oltre che uva bio. Finiranno, almeno si spera, le sigle fantasiose e spesso “bio sounding” del tipo vini naturali, vino puro, vino vero e altri nomi senza una reale regola produttiva.