Al Casato Prime Donne tra i vigneti di Brunello, Ardita è caduta

"ardita" di Marco Pignattai - foto di Clara Melchiorre

Al Casato Prime Donne tra i vigneti di Brunello, Ardita è caduta

La bellissima siluette di travertino disegnata dall’Architetto Marco Pignattai nel 2004 e posta nei vigneti di Brunello del Casato Prime Donne è ora tristemente distesa a terra

"ardita" di Marco Pignattai - foto di Clara Melchiorre

"ardita" di Marco Pignattai - foto di Clara Melchiorre

Tale era la verosimiglianza fra l’esemplare scultoreo e quello in carne ed ossa, che molti la guardavano credendo che ci fosse veramente una vacca chianina a lavoro nel campo di fronte alla cantina. Era quello l’effetto che il giovane architetto di Montalcino aveva cercato di ottenere. La sua istallazione fa parte della “landscape art”, proposta culturale in armonia con l’ambiente e il paesaggio, che in questo caso si esprime con l’uso di materiali locali come il travertino o addirittura “storici” come l’antico aratro trascinato dalla vacca. Anche il soggetto è in armonia con la storia locale perchè le vacche hanno lavorato per secoli il terreno della Val d’Orcia.

Con  la vacca Ardita di Marco Pignattai iniziò la costruzione del “Percorso delle prime Donne” nei vigneti di Sangiovese da cui nasce il Brunello. Un itinerario che negli anni si è arricchito di istallazioni di arte contemporanea e di dediche delle “super donne” vincitrici del Premio Casato Prime Donne: Carla Fendi stilista, Samantha Cristoforetti astronauta, Ilaria Capua virologa, carla Fracci etoile della danza …

Tre giorni fa la vacca Ardita ha avuto un cedimento strutturale ed è

Ardita, Marco Pignattai, Trekking d'autore Casato Prime Donne

Ardita, Marco Pignattai, Trekking d'autore Casato Prime Donne

letteralmente caduta a terra. Le gambe della vacca si sono spezzate sotto il peso del suo corpo. Stiamo ora studiando come restaurarla oppure come sostituire il profilo di travertino con uno in acciaio. Rimane la constatazione della fragilità delle opere di arte contemporanea che, più di quelle del Tre o del Quattrocento, hanno coninuo bisogno di manutensione.

Lo scorso anno i problemi hanno riguardato i 4 ritratti “Foemina” di Bruno Bruchi e Giovanni Senatore, prima era stata la volta delle onde della canoa dell’olimpionica Josefa Idem fatte da Stefano Carlucci. Insomma <<non c’è pace nei vigneti>> dice sorridendo Donatella Cinelli Colombini ribadendo la sua intenzione di continuare la valorizzazione dei giovani artisti toscani e del terreno agricolo insieme.