Brunello di Montalcino perché è unico
Cosa rende il Brunello di Montalcino così speciale e inimitabile? Perché quello di ogni cantina di Montalcino è diversa e cosa distingue il Casato Prime Donne
Montalcino è il luogo dove il vitigno Sangiovese arriva all’eccellenza; suoli geologicamente molto antichi, clima favorevole e soprattutto la passione dei vignaioli permettono di realizzare degli autentici capolavori con una sola uva: i Brunello di Montalcino. Pochissimi territori del mondo riescono a produrre vini meravigliosi con una sola uva, la Borgogna con il Pinot Noir, la valle del Rodano con il Syrah … sono i luoghi dove la vocazione del terreno e l’amore dei vignaioli si sposano in un matrimonio perfetto. Questo avviene a Montalcino. Questo avviene al Casato Prime Donne una piccola collina esposta a mezzogiorno che ha in basso il torrente Suga. Gli antenati dell’attuale proprietaria andavano al Casato a cavallo, per cacciare negli immensi boschi che arrivano
quasi al mare. Già nel 1592 pagavano le tasse, che a quell’epoca si chiamavano “decime”, per i prodotti della loro terra. Ma fu il nonno di Donatella Cinelli Colombini, l’Avvocato Giovanni Colombini, a valorizzare questa zona con vigneti di Sangiovese per produrre il Brunello. Negli ultimi anni, grazie al cambiamento climatico, la qualità dell’uva ha raggiunto livelli straordinari. Infatti il microclima fresco del Casato Prime Donne permette una maturazione lenta e graduale dell’uva e questo conferisce al vino un’eleganza, un’armonia e una complessità straordinarie.
E’ proprio l’armonia il carattere distintivo del Brunello di Montalcino di Donatella Cinelli Colombini. L’armonia è un carattere che l’uomo ha sempre cercato in tutte le sue manifestazioni artistiche: la musica, la pittura, l’architettura … è un equilibrio perfetto che apparentemente è facile, quasi naturale e invece richiede tantissimo lavoro. Nella vigna soprattutto. I vigneti del Casato Prime Donne sono coltivati con la tecnica biologica, in modo assiduo e manuale tutto l’anno. In inverno il favino e la vescia crescono fra le viti di Sangiovese, poi iniziano le lavorazioni con la zappa, le forbici (con la tecnica di potatura di Simonit&Sirch) e le mani … fino alla vendemmia. Il giorno della raccolta viene deciso assaggiando l’uva e dividendo i vigneti in piccole zone per portare in cantina i grappoli il giorno preciso della loro piena maturazione. La squadra di otto vignaioli, che normalmente lavorano nei 16 ettari di vigneto del Casato Prime Donne, diventa più grande con tanti giovani perché l’uva deve arrivare in cantina in meno di mezz’ora.
In cantina ci sono solo donne, il Casato Prime Donne è la prima in Italia con un organico interamente femminile, nata quasi come una sfida per dimostrare che i grandi vini nascono dall’intelligenza e dalla passione non dai muscoli e quindi le donne possono produrli al pari dei colleghi maschi. Anzi è proprio l’attenzione e la cura femminile nella selezione degli acini migliori che, sul tavolo di cernita, fa la differenza.
Le tinaie, dove l’uva diventa vino, sono due: quella tradizionale, dal 2016 ospiterà piccoli tini cilindrici in cemento e uova ancora in cemento non vetrificato. Sono gli stessi contenitori delle più prestigiose cantine della Borgogna. All’esterno c’è la tinaia del vento costruita accanto ai vigneti per vinificare il Brunello con i lieviti indigeni selezionati. Ci sono 8 tini in acciaio tronco conici con il cappello aperto. In entrambe le tinaie i follatori permettono di vinificare senza l’uso di pompe. Un procedimento che assomiglia a quello antico quando, nei conventi, i frati più robusti sommergevano le bucce dell’uva spingendola dentro il mosto con i bastoni. Le cantiniere del Casato Prime Donne si aiutano con un piccolo motore ma usano lo stesso sistema.
Nella bottaia ci sono tonneau e botti di rovere. Nessuna barrique. Il futuro Brunello dorme nelle botticelle da 5 e 7 ettolitri all’inizio e poi viene spostato nei contenitori più grandi. Donatella, la cantiniera Barbara Magnani e la consulente Valerie
Lavigne hanno impiegato anni per scegliere il legno più adatto. Pian piano la preferenza è andata a piccole tonnellerie artigiane che stagionano il rovere 24 -36 mesi e poi lo tagliano seguendo il senso delle nervature. Esattamente come un secolo fa. Il risultato è quasi un “vestito su misura” per il Brunello elegante e armonioso del Casato Prime Donne.
Alcune botticelle hanno un cuore rosso attaccato davanti. Indica il vino migliore, quello che proviene da un piccolo pezzo di vigna contraddistinto da bandierine rosse, proprio in cima alla collina. E il Brunello più complesso e profondo, quello che diventa IOsonoDONATELLA una selezione di sole 600 bottiglie in cui la produttrice racconta la sua storia personale dalla laurea in storia dell’arte alla passione per i grandi vini rossi a lungo invecchiamento.
Il Brunello di Montalcino di Donatella Cinelli Colombini nasce in questo ambiente dove il tempo sembra rallentare e tutto avviene come un secolo fa. Un mondo di armonie e di cura dei particolari, di attenzione maniacale a ogni dettaglio.
Dal 1998, quando Donatella Cinelli Colombini ha ricevuto il Casato Prime Donne dalla madre, si è pian piano concretizzato il progetto di un vino con personalità distintiva e un’eleganza armoniosa. Ed ecco che il Brunello, il Brunello selezione Prime Donne e il Brunello riserva ottengono risultati sempre migliori sulla stampa internazionale ed oggi sono esportati in 34 Paesi del mondo.
Chi visita il Casato Prime Donne trova un percorso nei vigneti con opere d’arte contemporanea accanto a dediche di grandi donne. Nella cantina le spiegazioni sui vini si accompagnano a quelle sulla storia locale e in 4 punti è possibile degustare ascoltando musiche appositamente scelte dal sommelier musicista Igor Vazzaz.