Crisi, siccità e ungulati mettono a dura prova i vigneti
Nel senese caprioli, daini e cinghiali sono così tanti da causare 252 incidenti stradali all’anno. Li chiamano ungulati e sono un’autentica calamità!
Rispetto alla superficie dei boschi toscani, sono molto in soprannumero, per cui non hanno abbastanza cibo e lo cercano ovunque: si avvicinano alle case, devastano gli orti, impediscono ai boschi di rinascere mangiando i germogli e soprattutto divorano quantità enormi d’uva.
Insomma sono dannosi, altro che equilibrio naturale!
Da anni la provincia di Siena cerca di rendere il loro numero sostenibile rispetto all’ambiente ottenendo buoni risultati: i rimborsi per i danni alle culture agricole sono passati dai 457.000 € del 2008 ai 263.000 del 2011.
Insomma era quasi raggiunto <<quel prezioso e delicato equilibrio fra uomo e ambiente naturale, su cui poggia l’identità e la vita del territorio e dell’intera comunità della provincia di Siena>> ha detto il Presidente Simone Bezzini.
Poi, lo scorso giugno, la Legge Regionale è stata modificata in modo contraddittorio rispetto ai precedenti indirizzi e persino
inattuabile, al punto da essere definita schizofrenica dalle autorità senesi <<Una situazione paradossale che ci preoccupa per la sostenibilità economica e sociale del sistema>> ha detto ancora Bezzini in ansia per le ricadute sull’agricoltura senese già duramente provata dalla crisi.
All’apparenza esiste uno scontro fra due punti di vista: uno regionale di ispirazione animalista che protegge la fauna selvatica facendola crescere a dismisura e un’altra che cerca un equilibrio nell’ambiente contenendo i capi in rapporto ai boschi. Io propendo per la seconda soluzione.
Esiste un detto <<il troppo stroppia>>. Rispecchia una saggezza antica che ben si adatta all’attuale situazione. Ho sentito tanti vecchietti inferociti contro i caprioli che divorano la loro insalata, conosco persone che hanno rischiato di morire per i cinghiali che hanno fatto uscire di strada la loro auto e ho visto la mia uva divorata da questi malefici ungulati.
Quando ero giovane i daini e i caprioli erano rarissimi sulle colline di Montalcino mentre ora arrivano a branchi nei vigneti di Brunello.
Di Donatella Cinelli Colombini