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Attenti al lupo! Attenti al lupo! Oh

350 lupi nella sola Provincia di Siena e ora ne abbiamo visto uno anche noi. Preoccupazione per i bambini, i cani e ovviamente i turisti

lupo

lupo

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
I lupi sono in branchi e si spostano anche di 60 km in un giorno per andare a caccia. Nessuno può sentirsi tranquillo. Hanno paura gli allevatori di pecore, per le aggressioni ai loro greggi, ma ora abbiamo paura anche noi che abitiamo in campagne, soprattutto chi ha bambini, oppure chi, come me, ha un cane abituato a scorrazzare libero senza guinzaglio.

cinghiale in strada

cinghiale in strada

I giornali hanno ampiamente riportato l’avventura del cacciatore di Casciano di Murlo che cercava il suo cane nel bosco ed è stato attaccato dai lupi, salvandosi sopra un capanno. Un luogo, Murlo dove ci sono molti agriturismi. Mi chiedo cosa scriverebbero i giornali stranieri se un turista, o anche peggio, se il bambino di un turista, venisse attaccato dai lupi.
Un malinteso concetto di difesa ambientale e di amore per gli animali, ha suscitato normative che rompono l’equilibrio del bosco favorendo un abnorme aumento degli animali selvatici. In Toscana i lupi sono fra le specie protette, che nessuno può uccidere, per questo la loro popolazione è aumentata a dismisura, molto più della loro selvaggina. Per questo i lupi cercano di sfamarsi uccidendo animali domestici e si avvicinano alle case. I lupi sono animali notoriamente intelligenti, che capiscono la maggiore difficoltà di uccidere un agnello rispetto all’inseguimento di un giovane daino, che probabilmente è più veloce di loro. Per questo attaccano, con sempre più frequenza, pollai, ovili e ora anche bovini.

Toscana o savana? Storie di lupi e pipistrelli

163.000 caprioli, 180.000 cinghiali, 8.400 daini in una Toscana che somiglia sempre più alla savana africana e poi ci sono lupi, volpi, cervi e mufloni

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

lupo-in-toscana

lupo-in-toscana

La Toscana letteralmente pullula di animali selvatici per cui anche la circolazione stradale, di notte in campagna, prende la forma dell’avventura. Vivere, lavorare e persino restaurare edifici antichi è sempre più difficile a causa una difesa della fauna selvatica che va oltre ogni buon senso e, come tutti gli eccessi, produce delle reazioni sopra le righe.
E’ il caso dei lupi che da mesi assaltano i greggi del Sud della Toscana. Migliaia di pecore sbranate o ferite da lupi sempre più feroci, danni per un milione e mezzo di Euro e i greggi del Monte Amiata dimezzati. Di fronte a istituzioni che si concentrano sul censimento dei capi e non mettono in atto un serio piano di catture, gli allevatori sono passati all’azione uccidendo i lupi a fucilate e esponendo le spoglie nelle piazze di Roccalbegna, Saturnia, Semproniano, alle porte di Grosseto … Una provocazione oltre che una risposta rabbiosa di chi non sa più cosa dire per ottenere un intervento istituzionale efficace.

La Signora Maria rincorsa dai cinghiali inferociti

E’ successo a Casole D’Elsa, poco lontano da Siena,  dove 3 cinghiali hanno inseguito la titolare di un agriturismo. Gli ungulati sono troppi, ora basta!

piccolo cinghiale in giardino

i cinghiali entrano nei giardini

Questa volta l’esposto alla Provincia di Siena arriva dalla proprietaria  di un agriturismo dove persino i turisti sono intimoriti vedendo passare branchi di cinghiali accanto ai loro alloggi. La stessa titolare, Maria Vara, ha raccontato di essere uscita di casa la mattina presto e di essere stata inseguita da tre grossi cinghiali dall’ aspetto feroce. Un nuovo episodio, se ce ne fosse bisogno, che evidenzia  una situazione ormai insostenibile.

Boschi che non ricrescono a causa dei caprioli e dei daini, vigneti dove i germogli diventano la prelibatezza primaverile e l’uva quella autunnale di una popolazione di  ungulati esagerata per i boschi toscani. Gli incidenti stradali si moltiplicano e ormai, il rischio di trovarsi davanti, all’improvviso, un animale di grossa taglia diventa reale anche nelle strade a 4 corsie.

Ecco la ricetta della scottiglia di cinghale

Semmmmmbra antica!!!!!!! La scottiglia originaria era di pollo e coniglio fino a 50 anni fa ma quella di cinghiale è prelibata.

Di Donatella Cinelli Colombini 

Scottiglia_di_cinghiale_Fattoria_del_Colle (2)

Scottiglia_di_cinghiale_Fattoria_del_Colle (2)

DOVE SI TROVAVANO I CINGHILI UN TEMPO

Fino a cinquant’anni fa i cinghiali erano numerosi in Maremma e rarissimi nei boschi di Montalcino. Poi, poco per volta, questi ungulati si sono incrociati con i maiali domestici crescendo di numero a dismisura per cui sono un pericolo per gli automobilisti e i vignaioli. Si perché i cinghiali sono ghiotti d’uva. Insomma mangiare cinghiale è un’opera meritoria in favore di chi, come noi, produce Brunello, Chianti, doc Orcia …. Anzi vi consiglio di abbinare la scottiglia di cinghiale con questi grandi rossi toscani che forse sono addirittura incorporati nella carne fino dall’origine.

NEL NOME STA LA SPIEGAZIONE

La scottiglia è una “cacciatora” e deve il suo nome al fatto che scottava le mani. Tanti tanti anni fa, quando i lavori dei campi erano fatti dai contadini con il solo aiuto dei buoi, le massaie andavano nei campi con il desinare: un tegame di scottiglia in mano e il pane sotto braccio. Le fette di pane servivano come piatto e i contadini mangiavano la carne ancora ben calda che però scottava loro le mani. A quel tempo la scottiglia era fatta di pollo o di coniglio, le uniche carni che la gente di campagna poteva permettersi. Era riservata all’estate quando il lavoro della mietitura iniziava all’alba e terminava al tramonto. Tutti la consideravano una gran leccornia e, oggi grazie alla sostituzione degli animali da cortile con il cinghiale, è forse ancor più prelibata.

Quella che segue è la ricetta montalcinese che viene utilizzata anche alla Fattoria del Colle di Trequanda

Crisi, siccità e ungulati mettono a dura prova i vigneti

Nel senese caprioli, daini e cinghiali sono così tanti da causare 252 incidenti stradali all’anno. Li chiamano ungulati e sono un’autentica calamità!

cinghiali_nelle_strade

cinghiali_nelle_strade

Rispetto alla superficie dei boschi toscani, sono molto in soprannumero, per cui non hanno abbastanza cibo e lo cercano  ovunque: si avvicinano alle case, devastano gli orti, impediscono ai boschi di rinascere mangiando i germogli e soprattutto divorano quantità enormi d’uva.

Insomma sono dannosi, altro che equilibrio naturale!

Da anni la provincia di Siena cerca di rendere il loro numero sostenibile rispetto all’ambiente ottenendo buoni risultati: i rimborsi per i danni alle culture agricole sono passati dai 457.000 € del 2008 ai 263.000 del 2011.

Insomma era quasi raggiunto  <<quel prezioso e delicato equilibrio fra uomo e ambiente naturale, su cui poggia l’identità e la vita del territorio e dell’intera comunità della provincia di Siena>>  ha detto il Presidente Simone Bezzini.