
I bicchieri da vino sempre più grandi … forse troppo?
La gran confusione fra i bicchieri da vino sempre più grandi e i calici mignon usati come dose giornaliera nelle campagne governative
Di Donatella Cinelli Colombini , Brunello , Casato Prime Donne
Ma il governo francese non lo sa che i bicchieri da vino sono sempre più grandi? E’ del dicembre scorso la campagna “Le Vin. Je l’aime, je le respecte” con vignette in cui due acini d’uva propagandano il giusto consumo 2-3-4-0 numero che significa: massimo 2 bicchieri al giorno per le donne, massimo 3 bicchieri al giorno per gli uomini, massimo 4 bicchieri bevuti tutti insieme, un giorno la settimana senza alcool. Facile, chiaro, memorizzabile …. Ma quanto sono grandi questi bicchieri? Si perché negli ultimi anni la dimensione dei bicchieri da vino è cresciuta fino a diventare maggiore dello stomaco di chi beve. Il bicchiere enorme e le
porzioni piccole sono diventate sinonimo di tavola raffinata e di apprezzamento per il vino, sono insomma uno status symbol sia nei ristoranti di lusso che nelle case leganti. Chi non rimane deluso se, dopo aver ordinato al ristorante, una bottiglia costosa, la vede servire negli stessi calici che sono sul tavolo? Ormai il bicchiere “supersize” è associato all’idea di apprezzamento per il nettare di bacco più buono.
Una contraddizione fra le dosi consigliate dalle autorità governative e le tendenze dell’arredo tavola che è stata sottolineata da Wine searcher con un delizioso articolo firmato da Wink Lorch. Una contraddizione che esiste ovunque e riguarda anche le vetrerie italiane compresa la RCR di Colle di Val d’Elsa che ha in catalogo quasi solo calici grani e grandissimi.I bicchieri da vino più diffusi in Francia sono da 120-150 ml cioè il 20-50% più grandi di quelli considerati dalle campagne governative sul consumo responsabile. Una
verifica nei bar inglesi ha portato lo standard a 175ml. Oltre all’uso di grandi ballon per i vini di pregio è dunque evidente che gli esercenti hanno aumentato la dimensione media di tutti i bicchieri, probabilmente per incrementare i consumi. Questa abitudine si è poi allargata alle case private diventando la normalità.
Ma forse le autorità governative non lo sanno e quindi hanno preso come riferimento una dimensione simile al bicchiere ISO molto diffuso circa vent’anni fa.
C’è poi un altra questione su cui vale la pena riflettere e che potrebbe mettere altri punti interrogativi su campagne istituzionali, come quella francese, dove i consumi consigliati sono calcolati in bicchieri. Il contenuto d’alcool preso a riferimento dalle autorità è del 12% quantità che, soprattutto per i vini di pregio, è troppo bassa.
Apparentemente dunque, la semplificazione del messaggio sul corretto consumo del vino, potrebbe confondere e addirittura incentivare bevute superiori a quelle salutari. Dall’altro lato, chi, come il governo inglese, ha puntato su un’informazione più tecnica “14 unità con 2 giorni senza alcool alla settimana” costringe i consumatori a calcoli così complicati fra quantità e alcool, da dissuadere tutti all’uso di questi parametri.
Alla fine il messaggio corretto è quello più semplice e meno equivocabile: limitare i consumi giornalieri di vino a 1/3 di bottiglia per le donne e ½ per gli uomini divisa in due pasti evitando il assumere alcool un giorno la settimana. E’ così difficile?