Il Master OIV nei vigneti californiani
Settimana di visite alle cantine di Sonoma e Napa Va lley per i corsisti del Master OIV – Organisation Internationale de la Vigne et du Vin
Cronaca di Violante Gardini (Cinelli Colombini Jr) la nostra inviata nel mondo del vino.
Abbiamo visitato wineries molto diverse fra loro nelle zone di Lodi, Sonoma e Napa. Alcune con tini enormi ed addirittura in una di queste c’era un filtro grande come tutta la nostra tinaia. Il vino era decisamente scarso. Altre più piccole ma quelle con più personalità sono sicuramente le cantine create da Robert Mondavi. Un uomo fondamentale nel successo dei vini californiani nel mondo. E’ un peccato che alla fine, dopo aver finanziato la creazione del reparto enologico dell’ Università di Davis, aver costruito cantine simbolo come Opus One, i Mondavi abbiano dovuto vendere tutto a una multinazionale del vino come Costellation. Forse essere mecenati non rende!
Nella visita a Opus One ci ha accompagnato il winemaker Michael Silacci che lavora in quella cantina da più di 10 anni. E’ una persona con grande passione per il vino e la trasmette a chi ascolta. Ci ha raccontato come è nato questo progetto e l’accordo fra Robert Mondavi e Philippe de Rothschild per fare qualcosa di unico cioè un’ “Opera prima”. Tutto al massimo, l’architettura, i vigneti, la tecnologia … sono rimasta molto impressionata anche da quanto il Sig. Silacci sia attento a cogliere i consigli che gli operai e gli stagisti gli danno, non è una cosa facile da trovare soprattutto in una cantina famosa come Opus One.
Vendemmiano di notte. Qui è veramente freddo di notte, poi, dopo le 11 di mattina comincia spunta il sole e arriva il caldo.
Silacci ci ha detto che, uno dei primi anni che lavorava lì, decise di mettere in pratica una delle idee nate durante una
notte insonne così, qualche giorno prima dell’inizio della vendemmia riunì i coglitori ed incominciò il suo discorso così << ci vediamo domani alle 2>> e quelli credevano si riferisse alle 2 del pomeriggio per cui ha dovuto spiegargli che invece l’appuntamento era in piena notte. Nelle prime ore della vendemmia lui controllava i coglitori ma sentiva un gran freddo e credeva che anche gli operai fossero mezzo congelati come lui. Allora corse a prendere caffè caldo e cornetti e li distribuì a tutti, solo dopo si accorse che le persone a lavoro non avevano freddo perché non stavano ferme come lui. In ogni caso, da quel giorno nella cantina Opus One si raccoglie sempre di notte e, alla fine del primo giorno di raccolta, c’è di rito il caffè caldo con i cornetti in vigna!
Opus One 2005 è in assoluto il vino che ho preferito fra i californiani (88% Cabernet Sauvignon, 3%Cabernet Franc, 5%Merlot, 1%Malbec and 3%Petit Verdot). Non solo è buono ma è un simbolo di coraggio, di genialità imprenditoriale, di voglia di vincere. Tutta la produzione con una sola etichetta e tutte le bottiglie vendute a prezzi stratosferici anche in cantina.
I vini della Mondavi Winery non mi hanno lasciato senza parole, ma comunque è sempre una delle cantine più famose del mondo…
A Sonoma Valley il mio vino preferito è stato “Tribute” 2007 di una cantina quasi interamente biodinamica chiamata “Benziger family winery“.
Abbiamo visitato le vigne con un trenino elettrico ma, quella che poteva sembrare una visita molto turistica, si è poi dimostrata un’esperienza bellissima grazie alla signora che ci ha accompagnato. Joe Benziger metteva così tanta passione in quello che diceva che ha trasmesso a tutti la sua energia. Secondo lei l’energia viene dalla terra di origine vulcanica di Sonoma, una terra favolosa per il vino, in ogni caso il risultato finale era un vulcano di forza positiva.