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ESPIANTO VIGNETI FAVOREVOLI E CONTRARI

CALANO I CONSUMI DI VINO E BISOGNA RIDURRE LA PRODUZIONE: A BORDEAUX SPIANTANO I VIGNETI MA IN ITALIA FRESCOBALDI DICE “NON FINANZIATE GLI ESPIANTI IN COLLINA”

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Lamberto Frescobaldi presidente-Uiv contrario a spiantare vigneti in collina

Di Donatella Cinelli Colombini #winedestination 

Il Ministro Francesco Lollobrigida conferma che esiste un piano europeo per l’espianto di 100mila ettari di vigneti di cui 750mila francesi. Esiste anche una proposta italiana presentata dal Copa Cogeca, l’organizzazione europea delle associazioni di agricoltori e delle cooperative agricole, ma tutti si aspettano tempi lunghi per valutare e armonizzare le esigenze dei singoli stati per poi proporre un piano di finanziamento alla riduzione delle superfici vitate. Nell’ipotesi più ottimistica le delibere UE sono attese per la fine dell’anno.

ESPIANTI A TEMPO SPERANDO CHE I CONSUMI TORNINO A SALIRE

L’idea è quella degli “espianti a tempo” che consiste nello spiantare i vigneti, destinando la terra ad altre coltivazioni. Dopo un periodo minimo di 3 anni e massimo di 8 l’agricoltore può decidere di ripiantare la vigna. A fianco di questa misura, l’eccesso di produzione rispetto ai consumi, potrebbe essere regolato attraverso lo stoccaggio e la riduzione delle rese.

VITICULTURA ITALIANA: SERVONO STRATEGIE O SI PERDE VALORE

La prolusione di Luigi Moio presidente OIV, all’Apertura del 74esimo anno dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino a Firenze ospiti della Regione Toscana

Rosario Di Lorenzo Accademia Italiana della Vite e del Vino

Rosario Di Lorenzo Accademia Italiana della Vite e del Vino

 

L’Ente fu fondato il 30 luglio 1949 a Siena con lo scopo di promuovere studi, ricerche e discussioni sui maggiori temi inerenti la vite ed il vino. Oggi l’Accademia è presieduta dal professor Rosario Di Lorenzo subentrato al professor Antonio Calò alla guida per 20 anni.

L’ACCADEMIA ITALIANA DELLA VITE E DEL VINO A FIRENZE

L’inaugurazione si è svolta a Firenze per volontà della Regione Toscana e in particolare della Vicepresidente Stefania Saccardi che ha sostenuto l’evento con l’obiettivo di riportare in Toscana questa Istituzione «Siamo felici che l’Accademia sia in Toscana>> ha detto <<la storia e le competenze di cui è custode sono oggi particolarmente preziose per la Regione e per il Paese nel momento dei cambiamenti climatici e della presenza di problematiche fitosanitarie che possono mettere a rischio il patrimonio vitivinicolo>>.

 

PROLUSIONE DI LUIGI MOIO SUL TEMA IL FUTURO DEL VINO NELL’EPOCA DELLA SOSTENIBILITA’

A parlare di futuro del vino è stato, nella sua prolusione, Luigi Moio, presidente dell’Oiv (Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino), professore ordinario di Enologia alla Facoltà di Agraria dell’Università Federico II di Napoli e accademico. «L’attuale viticoltura italiana – ha detto – è destinata a perdere qualità e mercati se non mette a punto nuove strategie>> Secondo Moio «un primo aspetto da considerare è il cambiamento climatico. Ma fortunatamente su questo punto abbiamo un vantaggio naturale. I nostri vitigni storici sono quasi tutti tardivi, ossia caratterizzati da un ciclo vegetativo lungo, per cui non soffrono molto per un eventuale aumento della temperatura media annuale. Anzi. Alcuni di loro potrebbero addirittura avere dei vantaggi con un miglioramento notevole del potenziale enologico. E di conseguenza con l’ottenimento di vini maggiormente espressivi dei luoghi di origine. I nostri vini ottenuti dai vitigni italici hanno un vantaggio competitivo enorme».

Luigi Moio presidente OIV

L’Organizzazione internazionale della vigna e del vino è l’ONU del vino cioè dove avvengono fatti gli accordi internazionali ed è guidata dall’italiano Luigi Moio

lieviti indigeni o industrali opinione di Luigi Moio

Luigi Moio-Presidente-OIV

Di Donatella Cinelli Colombini

Quando dico che l’OIV è come l’ONU del vino non esagero: vi aderiscono 46 Stati in rappresentanza di oltre l’85% della produzione mondiale e dell’80% del consumo globale di vino.

OIV DOVE GLI ACCORDI SUL VINO DIVENATNO LEGGE IN TUTTO IL MONDO

Fu fondato nel 1924 da Francia, Grecia, Lussemburgo, Portogallo, Spagna, Tunisia e Ungheria e si chiamava Ufficio internazionale del vino solo dopo fu aggiunta al nome la parola vigna e più di recente il termine ufficio è stato sostituito da Organizzazione. Ha sede a Parigi ma sta cercando una casa meno costosa a Dijon, in Borgogna, dove c’è un polo di ricerca importante Le Centre des Sciences du Goût et de l’Alimentation; Institut national de recherche pour l’agriculture, l’alimentation et l’environnement; Centre de Recherches de Climatologie Biogéosciences, ecc.

Luigi-Moio lieviti indigeni o industrali ?

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Dalla sua nascita ha avuto tre presidenti italiani: Pier Giovanni Garoglio (1972-1975), Mario Fregoni (1985-1988) e ora Luigi Moio per il prossimo triennio.
L’OIV si occupa di problemi e controversie di natura generale, scientifica, tecnica, economica o giuridica attraverso 7 livelli successivi di discussione che portano a “risoluzioni” collegiali destinate ad essere adottate da tutti gli Stati membri. E’ quindi un organo deliberativo a tutti gli effetti e con un peso senza eguali in ambito enologico.
Fra le attività dell’OIV c’è quella formativa. Il Master OIV of science in wine management, che Violante ha frequentato diplomandosi brillantemente, offre a 20-25 studenti all’anno un corso di 16 mesi che comprende lezioni nelle università di enologia e viaggi di studio in tutto il mondo. E’ bellissimo ma costa molto, circa 33.000€

CHI E’ LUIGI MOIO

Luigi è nato nel 1960 in una famiglia di produttori di vino a Mondragone. Il padre, Michele Moio, negli anni ’50 rilanciò il Falerno, il vino amato dagli antichi romani. Dopo la laurea in Agraria a Napoli proseguì gli studi in un centro di ricerca della Borgogna dove iniziò a studiare gli aromi del vino. Luigi Moio è infatti considerato uno dei massimi esperti di aromi sotto il profilo biochimico e sensoriale. Da anni è professore ordinario all’Università Federio II di Napoli.

GOSSIP DEL VINO IN FRANCIA MOLTO IN ROSA

La prima enoteca femminista a Tolosa, l’OIV lascia Parigi ma rimane in Francia, la nuova rivista di vino Tanin diretta dall’esperta di vino Gabrielle Vizzavona

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di  Donatella Cinelli Colombini

I gossip sul vino francese arrivano dalla Nuova Zelanda, dal super portale  WineSearcher che fornisce i prezzi dei vini nelle enoteche di tutto il mondo. Sono notizie tinte di rosa e decisamente intriganti

A TOLOSA LA PRIMA ENOTECA FEMMINISTA

Constance Charvis e Marion Luc stanno aprendo a Tolosa il loro wine bar femminista La Gougnotte <<Un bar bienveillant, féministe, culturel, queer à Toulouse. Un bar où le vin fait sur place coule à flots ! >> un bar accogliente, femminista, culturale a Tolosa. Un bar dove il vino del territorio scorre liberamente. Oltre alla vendita e assaggio dei vini il programma del locale comprende conferenze, workshop e proiezioni in uno spazio libero per l’attivismo cioè in un <<bar militante>>.

SEMPRE GOSSIP DEL VINO , OIV CAMBIA CASA E LASCIA PARIGI

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A quanto parte l’ONU del Vino (OIV-Organizzazione internazionale della vigna e del vino) non intende lasciare la Francia dove ha sede dalla sua nascita nel 1924. Si tratta di un organismo intergovernativo che rappresenta 45 Stati membri ed ha competenze scientifiche e tecniche sulla vigna e sul vino per cui fornisce dati sulla produzione, i consumi e le normative per le quali svolge una lodevole opera di mediazione internazionale. OIV ha una leadership in rosa. È presieduto attualmente da Régina Vanderlinde, che guida anche il comitato scientifico e tecnico dell’OIV, assistita dalla vicepresidente Monika Christmann.
La nuova casa di OIV sarà probabilmente in una delle città del nel triunvirato francese: Reims ( Champagne ), Dijon (Borgogna ) e Bordeaux ( Pomerol ). Ovviamente la capitale dell’Aquitania sta proponendosi con decisione anche per rafforzare il suo ruolo di capitale mondiale del vino ma da un punto di vista scientifico la candidatura più forte appare Digione, sede dell’unica università dell’UNESCO dedicata alla vite e al vino.
Quello che sorprende è l’assoluta assenza di candidature italiane, tedesche o spagnole. La delocalizzazione dell’OIV sta andando avanti come se fosse una questione solo francese da far gestire al Governo di Emmanuel Macron.

2020 IN ITALIA I  CONSUMI DI VINO CRESCONO DEL +7,5%

Nel primo anno di pandemia in Italia si sono riempiti più calici a casa e soprattutto a cena. E’ cresciuto l’acquisto di bottiglie online e l’hobby del vino

 

Di Donatella Cinelli Colombini

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Durante il lockdown il consumo di vino in Italia è aumentato. L’Italia ha segnato il più alto livello di consumo degli ultimi 10 anni con 24,5 milioni di ettolitri nei bicchieri e un +7,5% rispetto al 2019 ma addirittura un + 10% in confronto alla media degli ultimi cinque anni.

La cosa è particolarmente strana perché i dati OIV rivelano un calo mondiale del 3% sul 2019 e il livello più basso dei consumi di vino dal 2002. Se consideriamo che nel nostro Paese i turisti stranieri si sono quasi dimezzati possiamo immaginare che si sia stata un’autentica impennata nei consumi di vino dei connazionali.

 

PASTI A CASA E VINO CRESCONO IN ITALIA DURANTE IL LOCKDOWN

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I dati sono confermati da Alessandra Corsi, direttrice marketing Conad, recentemente intervenuta a un webinar di Coldiretti intitolato “Il mercato del vino dopo un anno di pandemia” ben riassunto da WineNews.  <<Nel 2020 si è registrato un incremento del consumo di alcol pro capite di 3 litri rispetto al 2018 e al 2019. Si è bevuto molto di più durante i pasti (dal 50% al 61% degli italiani), prestando sempre più attenzione alla qualità, sia per supportare il Made in Italy, sia come scelta per il proprio benessere, sia nel retail, come dimostra l’incremento dei prezzi medi, che in generale>>.

 

Mettiamo o no gli ingredienti del vino in etichetta?

I produttori di vino sono contrari e i legislatori favorevoli ma il punto è: lo zucchero aggiunto è da segnalare o no? E’ un ingrediente o no?

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di Donatella Cinelli Colombini

La polemica dura da anni all’interno del Parlamento e delle Commissioni europee. Inizialmente c’erano i rappresentanti inglesi che volevano un’etichetta con calorie e la segnalazione di ogni aggiunta nel succo dell’uva mentre, sul lato opposto, i francesi erano contrari.
Contemporaneamente i sostenitori del vino biodinamico e naturale accusavano i produttori convenzionali di aggiungere al vino prodotti chimici capaci di camuffarne i caratteri e fare male alla salute.

INGREDIENTI E VALORI NUTRIZIONALI IN ETICHETTA

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A questo vanno aggiunte le richieste dei consumatori più salutisti e soprattutto delle donne giovani sull’apporto calorico di ogni calice al fine di salvaguardare la linea.
Insomma, negli ultimi anni, sono stati spesi fiumi di inchiostro sulla normativa relativa agli ingredienti del vino in etichetta. Barnaby Eales dello staff di Wine-Searcher ha provato a fare chiarezza su quella che sembra un’imminente decisione UE.
Allo stato attuale è obbligatorio segnalare nell’etichetta del vino la presenza di ciò che può scatenare allergie come l’uovo o la colla di pesce o i solfiti.

LA DIFFERENZA FRA INGREDIENTI E ADDITIVI

Non è invece obbligatorio segnalare le altre sostanze aggiunte come invece avviene con gli altri alimenti.
Questo perché c’è una gran confusione fra i termini “ingredienti” e “additivi”.
Sembra un problema linguistico e invece è quello più spinoso perché riguarda l’aggiunta di zucchero. Thomas Montagne, presidente della CEVI, l’Associazione europea dei viticoltori indipendenti, aveva preannunciato che la questione dello zucchero sarebbe diventata uno dei punti chiave nei negoziati. In effetti i legislatori hanno difficoltà a dare regole uguali in tutta l’UE in presenza di pratiche ammesse in Francia o in Germania ma considerate sofisticazione in Italia dove lo zuccheraggio è un reato molto grave.

Violante ultimo compleanno da single

Come me, anche Violante festeggia quasi sempre il suo compleanno a Gozo-Malta nella nostra casa in pietra con cortile arabo e terrazza superpanoramica

Violante-in-Giappone

Violante-in-Giappone-

Di Donatella Cinelli Colombini 

Violante è uno degli ultimi bambini nati nel piccolo ospedale di Montalcino nel 1984. Poco dopo il reparto maternità venne chiuso dirottando tutte le nascite a Siena. Visto con gli occhi odierni sembra pericoloso far nascere un bambino in un piccolo ospedale di campagna dove mancavano le attrezzature per monitorare le condizioni del nascituro ma io desideravo che nel certificato di nascita di mia figlia fosse scritto Montalcino e ero certa, forse con un pizzico di incoscienza, che tutto sarebbe andato bene, come infatti avvenne. Arrivai in ospedale alle 7,30 e un’ora dopo uscivo dalla sala parto. L’unico vero inconveniente fu l’enorme afflusso di amici e parenti. Praticamente non ero mai sola e invece avrei avuto bisogno di privacy perché i punti sotto mi facevano male e avevo bisogno di mettermi in posizioni non troppo adatte a stare in pubblico.

VIOLANTE DA PICCOLA

Compleanno-di-Violante-lei-appena-nata-in-ospedale-a-Montalcino

Compleanno-di-Violante-lei-appena-nata-in-ospedale-a-Montalcino

Violante era molto bella, appena nata sembrava una bambolina. Ha sempre avuto una salute di ferro salvo dei problemi di acetone che le scatenavano la febbre e il vomito all’improvviso. L’unico problema era il sonno. Ha fatto la sua prima notte intera a quattro anni. La mattina dopo ero talmente sorpresa che mi precipitai al suo lettino per vedere se era ancora viva. In realtà Violante non stava sveglia, ma ogni ora piagnucolava voleva dell’acqua e poi si riaddormentava. Le uniche notti quasi in bianco le ha fatte quando andavamo a Reggio Emilia dove lavorava mio marito Carlo. Il cambio di ambiente la innervosiva e i primi giorni piangeva continuamente.

VIOLANTE COME E’ CAMBIATA

Alcuni lati del suo carattere infantile le sono rimasti ancora oggi: è permalosa, non tollera che si parli di lei in sua assenza e quando si arrabbia urla. Per molte altre cose è l’esatto opposto di com’era da piccola: era mangiona e golosa mentre ora sta attentissima a quello che mette nel piatto.

Bruno Bruchi vince il premio OIV con il libro su Tachis

Bruno Bruchi con le foto del volume “Giacomo Tachis mescolavin” vince la menzione speciale del premio OIV 2019 sarà consegnato a Parigi il prossimo 15 ottobre

di Donatella Cinelli Colombini

Bruno-Bruchi-Premio-Casato-Prime-donne-2018

Bruno-Bruchi-Premio-Casato-Prime-donne-2018

Bruno Bruchi, un gigante della fotografia, troppo grande per Siena e forse troppo grande per l’Italia. Soprattutto un uomo con convinzioni profonde, nobili e generose. Convinzioni che spesso l’hanno portato su strade lontane dal successo professionale ma hanno irrobustito la sua personalità creativa rendendola più autonoma. Così come hanno acuito la sua capacità di interpretare e dare messaggio a ogni immagine di persone, luoghi e cose.

BRUNO BRUCHI: UN GIGANTE DELLA FOTOGRAFIA

Per questo, nonostante sia sempre rimasto a Siena -salvo che per andare alle mostre d’arte- Bruno Bruchi è stato chiamato da case automobilistiche, fabbriche di orologi e altri prodotti di lusso di livello internazionale per le loro campagne pubblicitarie, vincendo premi importanti. Particolarmente noti i suoi volumi di soggetto paesaggistico, artistico, architettonico ed enogastronomico. Quando ero assessore al turismo del Comune di Siena ha realizzato per me le foto degli artigiani che sono state pubblicate in due splendidi volumi. Alcuni di questi ritratti sono dei veri capolavori e molti di essi, in formato gigante, sono ancora esposti dopo oltre dieci anni nei laboratori a cui si riferiscono.
Spiritoso, anticonformista, allergico ai luoghi comuni e al dejà-vu, Bruno Bruchi si interessa di vino e di cucina quasi quanto di arte contemporanea. E’ alto più o meno come me, veste in modo casual ed ha capelli sempre arruffati. L’aspetto non lascia supporre la grandezza del suo genio artistico che invece è più che evidente guardando le sue foto. Per questo la giuria internazionale OIV lo ha scelto come vincitore della menzione speciale nel Premio 2019 nella categoria Beaux Arts

Bruno-Bruchi-Andrea-Cappelli-Giacomo Tachis mescolavin

Bruno-Bruchi-Andrea-Cappelli-Giacomo Tachis mescolavin

Photographie per il volume “Giacomo Tachis mescolavin”.

PREMIO OIV PER I LIBRI DEDICATI AL VINO

L’OIV – Organisation Internationale de la Vigne et du Vin – è una specie di ONU del vino che riunisce rappresentanti di tutto il mondo, fornisce dati sulla produzione e i consumi, favorisce la ricerca e la diffusione delle conoscenze, agevola gli accordi internazionali in materia di salvaguardia ambientale, salute e commercio. Si tratta dunque di un organo consultivo più che deliberate ma di grandissima importanza.
Ogni anno la giuria internazionale OIV si riunisce per scegliere le pubblicazioni più significative in materia di vino. Il 17 luglio di quest’anno, a Ginevra, la giuria ha assegnato il premio alle foto di Bruno Bruchi. La cerimonia di consegna della menzione speciale avrà luogo a Parigi il 15 ottobre.

Dress code dell’accoglienza turistica

Niente scolli, tacchi a spillo e profumi ma uno stile smart che “sa di campagna” oppure di vecchia campagna: ecco il dress code dell’enoturismo

dress-code-dell'enoturistmo-Trekking nei vigneti - Fattoria del Colle

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Di Donatella Cinelli Colombini

Nel 2005 partecipai a una missione OIV (Organisation Internationale de la Vigne et du Vin) in Cina e visitammo la Zhangyu , la più antica  fra le grandi imprese enologiche del gigante asiatico. Stava realizzando il suo secondo Chateau vicino a Pechino, con l’obiettivo di sviluppare l’enoturismo. Io ero nella delegazione proprio in veste di esperta di turismo del vino. Durante la degustazione mi accorsi che le persone addette a servire il vino vestivano un tailleur blu come gli impiegati degli alberghi. Questo le rendeva meno credibili nel ruolo di testimonial del vino. Dunque consigliai di far indossare loro dei grembiuli rossi da cantina che, nella mia visita successiva, erano diventati una specie di uniforme del personale di accoglienza.

Zhangyu-Cina

Zhangyu-Cina

APPARIRE CREDIBILI NEL PROPRIO RUOLO

Questo esempio vuole evidenziare l’importanza di apparire nel proprio ruolo. In altre parole l’abito non fa il monaco, ma lo fa apparire come un monaco per cui gli addetti all’enoturismo devono sembrare, al primo colpo d’occhio, dei credibili portavoce della realtà enologica in cui lavorano.

Donatella e le sue valigie

Nella mia vita ho riempito e vuotato migliaia di valigie fino a odiarle eppure fanno parte di me e della mia vita da produttrice di vino

Valigie Felix triste accanto alla valigia preferita di Donatella

Valigie Felix triste accanto alla valigia preferita di Donatella

Di Donatella Cinelli Colombini

L’episodio più buffo con le valigie mi è capitato a New York. Ero andata nella grande mela con mia madre sostituendo all’ultimo momento mio fratello che aveva perso il passaporto. Arrivate all’ aeroporto Kennedy prendiamo un taxi per andare in albergo e la mamma scopre di aver preso il bagaglio di un altro. Nel frattempo il proprietario della valigia era riuscito a identificarci guardando il nome, su quella simile alla sua, che era rimasta sul nastro del ritiro bagagli. Molto intraprendente, il tizio aveva chiamato in azienda in Italia sollecitandoci a restituire la sua valigia all’aeroporto. A Montalcino si erano sbellicati da ridere e ci avevano chiamato a New York. Invece mia madre non rideva affatto, anzi era agitatissima e in grande imbarazzo per aver “rubato” la valigia di un altro passeggero. Riprendemmo dunque il taxi per tornare all’ aeroporto e qui le cose non si misero bene. Il personale del desk Alitalia prese in consegna la valigia “rubata” dalla mamma ma si

Valigie-vita-da-produttore-di-vino

Valigie-vita-da-produttore-di-vino

rifiutò di darle la sua. Mamma era disperata e dopo un’ora di trattative, quando ormai mia madre aveva descritto nel dettaglio il contenuto della sua valigia, il motivo del suo viaggio a NY …. il capo scalo le restituì il bagaglio. Dopo quattro ore dall’arrivo riuscimmo finalmente a metterci a letto.
Anche a me è capitato un episodio simile. Una volta all’aeroporto di Roma la mia valigia fu presa da un altro passeggero. Io lo fermai <<ha la mia valigia>> e lui <<no, si sbaglia, questa è la mia>> mi rispose e usci. Quando andai a denunciare lo smarrimento mi convinsero a non prendere in “ostaggio” la valigia dell’altro passeggero che in effetti era identica alla mia. Per fortuna il mio bagaglio arrivò a casa dopo qualche giorno con dentro un biglietto di scuse del ladro involontario.

Vitigni autoctoni o internazionali? Meglio uguali o biodiversi?

Il nostro Paese ha la maggiore biodiversità nei vigneti e nei vini; il 75% del vigneto Italia contiene 80 vitigni. Ma meglio autoctoni o internazionali? 

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Donatella Cinelli Colombini, Cenerentola, DOC Orcia

Siamo bio-diversi anche nel vigneto; nessuna altra nazione del mondo adopra così tanti vitigni per produrre vino. Per questo domandarsi se è meglio i vitigni autoctoni o internazionali ci porta direttamente a un secondo quesito: come trasformare la diversità in opportunità economica.

In Italia la vigna da vino copre 660.000 ettari in cui sono coltivati circa 500 varietà di vite. Nel mondo esistono oltre 10.000 vitigni e il nostro Paese è fra le prime tre nazioni per numero di varietà autoctone ancora coltivate.

Sangiovese spalliera fine luglio 2013 Violante Gardini

Autoctoni o internazionali?Sangiovese spalliera fine luglio 2013 Violante Gardini

80 tipologie di vite sono abbastanza diffuse e coprono il 75% della superficie vitata totale. Si tratta di qualcosa di completamente diverso da quanto avviene negli altri grandi Paesi produttori dove la coltivazione si è polarizzata su pochissime varietà. 13 vitigni da soli coprono un terzo del vigneto mondiale e 33 oltre la metà. Il vitigno più diffuso si chiama Kyoho ed molto coltivato in Cina per la produzione di uva da tavola.
Il Cabernet Sauvignon è la varietà da vino sicuramente più presente con 340.000 ettari ma sorprendentemente è seguita a ruota dall’uva sultanina che viene usata soprattutto per tavola e cucina, in forma passita, ma è anche vinificata. Nella classifica dei vitigni più diffusi ci sono il Merlot, il Tempramillo, l’Airen, lo Chardonnay e il Sirah.
La maggior parte delle grandi nazioni produttrici ha scelto di avere un vigneto con pochissime varietà puntando su caratteri omogenei e grandi volumi. L’Italia, invece è andata in direzione opposta.
Secondo i dati OIV– Organisation Internationale de la Vigne et du Vin presentati al congresso mondiale di Sofia, il vigneto Italia appare come un mosaico mentre in Francia, in Spagna e in tutti gli altri Paesi, sembrano quadri unitari. Da noi i vitigni più coltivati sono 80 con in testa Sangiovese (8%) seguito da Montepulciano, Glera e Pinot Grigio con il 4% ciascuno, poi Merlot (3%).

Violante in missione a Bordeaux

Violante Gardini la Cinellicolombini Jr affronta la più grande fiera del vino del mondo – Vinexpo– e ci porta con se a Bordeaux 

Vinexpo Bordeaux

Vinexpo Bordeaux

Aereo pieno di produttori di Brunello, sembra di essere a Montalcino.  Arrivo all’areoporto di Bordeaux e già trovo un gazebo della fiera Vinexpo con tanti ragazzi pieni di entusiasmo che accolgono espositori e clienti. Si comincia bene.
Girellando per la città mi tornano in mente un sacco di ricordi dei momenti vissuti qui durante il Master OIV…. È bellissimo ripercorrerli camminando in una città pulita, piena di giovani e tutta in festa per la fiera che comincia il giorno dopo!

L’Italia sorpassa la Francia nella produzione di vino?

Meno vigne, vino e consumi nel mondo: Federico Castellucci Direttore generale di OIV presenta le novità 2012. Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Violante con la magnum di Opus One

Violante con la magnum di Opus One

Cominciamo dal vigneto: la riduzione delle superfici riguarda soprattutto l’Europa e continuerà anche nel futuro benché gli incentivi economici, erogati nei 3 anni passati per l’abbandono definitivo delle vigne, siano finiti. Un calo parzialmente compensato dall’aumento delle vigne nel Sud del mondo e negli stati Uniti.
La contrazione del vigneto mondiale ha avuto una ricaduta sulla produzione di vino che tuttavia è calata soprattutto per effetto del cambiamento climatico e soprattutto in Europa. La produzione mondiale 2012 di vino dovrebbe attestarsi fra 243 e 252 milioni di Ettolitri.
L’Italia scende a 40 milioni di Hl (-3%) ancora più grave (-19%) il calo francese che porta il volume prodotto oltralpe forse sotto a quello italiano.
Dove invece la produzione di vino cresce è nel Sud del mondo: Cile + 15% in due anni, Sudafrica + 4% entrambi a 10 milioni di Hl, USA +7,1% con volumi doppi rispetto alle altre due.

Un’indigestione di eventi toscani per gli strateghi del vino

I consumi mondiali aumentano, ma in Italia calano per questo è più importante esportare. E le cantine italiane hanno ottime prospettive soprattutto a Est

Visto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Carlotta Pasqua al Wine Forum MPS

Carlotta Pasqua al Wine Forum MPS

Due giorni intensissimi in Toscana per il mondo del vino. Prima tappa a Firenze nella storica Osteria dei “13 Gobbi” ospiti di Veronafiere che ha illustrato ai rappresentanti delle maggiori cantine italiane “Vinitaly international”. Un grandioso progetto diretto da Gianni Bruno e Stevie Kim e comprensivo di eventi all’ estero amplificati dall’ utilizzo dei social network e di una piattaforme web B2B costruite su misura. A Verona, in anteprima su Vinitaly ci sarà, il 6 aprile 2013, la seconda edizione di Opera Wine con 100 cantine scelte da Wine Spectator  quasi come una “Wine experience” italiana.

Seconda tappa a Siena per il Premio Gio Renti 2012 assegnato a Riccardo Illy. Io ho avuto il compito di ricordare la figura del più grande gastronomo senese, Giovanni Righi Parenti, uomo eclettico e di eccezionale talento: farmacista, poeta, pittore, storico … Oltre a Riccardo Illy, premiato come imprenditore dell’ agroalimentare di eccellenza,  un riconoscimento è stato assegnato a Giovanni Mantovani direttore di Veronafiere e  quindi organizzatore di Vinitaly.

L’avventura OIV è finita! Tutti a casa!

L’avventura iniziò nell’ormai lontano ottobre 2010, da quel momento tanti nuovi amici, la visita di 21 Paesi produttori di vino e di alcune delle cantine più famose del mondo, ma anche tantissimi assaggi
Alla fine  siamo tornati presso la sede OIV, in Rue d’Aguesseau a Parigi proprio nella stessa stanza dove, 15 mesi prima, avevamo incominciato il Master. Siamo qui per fare due settimane di lezione e gli esami. Ma adesso posso dire “Diplȏme International” de l’OIV in “Management du Secteur de la Vigne et du Vin” done!
Champagne corsiste OIV

Champagne corsiste OIV

In questi mesi ho imparato veramente tante cose, sulla produzione, la commercializzazione e il marketing del vino di 21 Paesi. In ogni area vinicola, insieme ai miei compagni abbiamo fatto lezioni sulle specificità produttive, a volte con corsi interi come all’Università di Davis.

Abbiamo visitato cantine molto diverse tra loro e in molti casi leggendarie come Opus One,  TorresChateau Cheval Blanc, Chateau Margaux, Chateau d’Yquem … degustando vini di tutti i tipi e incontrando personaggi da mito come Nicolas Joly il guru del biodinamico, o Jancis Robinson la celebre MW e giornalista oppure il degustatore del Wine Spectator per i vini francesi.