
Vienna la capitale imperiale che ama la musica e il Brunello
Un Parlamento che è grande come tre campi di calcio, piste di ghiaccio piene di bambini, carrozze, valzer… e vini rossi da abbinare alla carne come il Brunello
Di Donatella Cinelli Colombini
Vienna è un posto che sbalordisce, il gigantismo dei palazzi, la cura in ogni piccolo particolare. Questa è la capitale di Francesco Giuseppe e di Strauss. Il palazzo dell’ex Ministero della guerra ha davanti un’aquila bicipite che pesa 40 tonnellate ma in pieno centro c’è anche la scuola che insegna ai cavalli a camminare con eleganza e in taxi, in ascensore e persino in bagno ascolti Chopin, le pasticcerie paiono gioiellerie. Insomma forza e piacevolezza insieme; questa era una capitale imperiale dove, quasi tutti gli uomini vestivano in uniforme ma ballavano perfettamente il valzer e la mazurka. Oggi è una città organizzata, pulita, splendente, orgogliosa del suo passato e ottimista sul suo futuro. Uau!!!!
In Austria i locali dove mangiare sono 52.000 di cui un quarto sono caffè dove i clienti passano ore e ore in compagnia, i caffè viennesi sono i più belli del mondo.
Dominano i cibi fritti, non solo la wiener schnitzel ma anche le polpette. La verdura è carissima e la gastronomia è dominata dalla carne – tefelspitz che è un lesso di bue e il beuschel a base di frattaglie. Questo favorisce i vini rossi che infatti sono il 53% delle bottiglie commercializzate. I vini esteri occupano un terzo del mercato e per metà sono italiani. I nostri sono cresciuti del 18% soprattutto
grazie alle bollicine.
Sono a Vienna con mio marito Carlo per partecipare a un evento organizzato da Christian Bauer Wein&Kultur con 27 cantine di tutta Italia. L’albergo che ci ospita si chiama Regina che qui pronunciano reghina ed ha una tradizione centenaria attestata da un tabellone del 1913 con le foto di tutti i dipendenti. Sembra che il tempo sia fermo a quell’anno, come se fosse finita un’epoca.
Torniamo al vino. Sembra incredibile ma da anni cerchiamo un importatore in Austria senza riuscire a trovarlo. Austria, Svizzera e Germania sono stati i primi mercati di esportazione del Brunello negli anni ’80. Quando la mia azienda è nata, nel 1998, erano già saturi anche perché gran parte dei ristoratori e dei rivenditori vengono in Toscana con il loro camion e fanno rifornimento per tutto l’anno.
Per me è stato più facile trovare importatori in Brasile, Russia o altri Paesi dove sono arrivata più o meno contemporaneamente a tutti gli altri produttori di Brunello.
In Austria chi si occupa di vino è estremamente competente e parlicchia l’italiano. E’ bello vedere come gli austriaci si innamorano del Brunello 2010 Prime Donne, della sua eleganza complessa e potente. L’evento è una degustazione B2B
dove gli operatori invitati andavano da un tavolo all’altro assaggiando. Riparto per l’Italia con molte speranze e 3-4 contatti promettenti ottenuti dopo una sorta di interrogatorio: gli operatori (senza il badge con il nome della ditta e poco
propensi a dare il proprio biglietto da visita) ci hanno costretto a fare tante domande che in alcuni casi non sono bastate a identificarli: << ha un ristorante? Una distribuzione? Dove? Come si chiama? Ha altri vini italiani? ….. >>
Decisamente Vienna è un luogo sorprendente, un pochino misterioso e molto intrigante. Speriamo che diventi un buon mercato in modo da tornarci spesso!