Il compleanno di Donatella
Compleanno di Donatella a Gozo-Malta fra ricordi lontani e vicini, cena sul mare a base di Champagne, Brunello, pesce crudo e fassona arrosto
Di Donatella Cinelli Colombini
Siena 24 agosto 1953. Sono nata nella casa dei mie nonni in via Lelio e Fausto Socini. Mio padre ci teneva moltissimo che nascessi nel luogo dedicato ai miei antenati. I Socini sono citati in tutti i manuali di storia e di filosofia per essere stati fra i personaggi di punta della Riforma protestante in Italia. Ideologi delle dottrine antitrinitarie portarono alla rovina la famiglia che era potente e ricca perché essere “eretici” all’epoca dell’inquisizione portava alla scomunica e alla confisca dei beni. La famiglia ha impiegato 400 anni per rimettersi in sesto. Il mio bisnonno Livio costruì la casa in cui
sono nata, poco fuori porta Camollia e comprò la Fattoria del Colle nel 1919 scoprendo poco dopo il rogito, di aver acquistato una delle proprietà confiscate ai suoi avi.
Ho la presunzione di assomigliare al mio bisnonno Livio Socini che, quando presi la direzione della Fattoria del Colle, mi mandò misteriosi segni di gradimento, come se volesse mettere nelle mie mani il fil rouge che portava a lui: le vasche da bagno usate dal Conte Spannocchi probabilmente a causa di una malattia della pelle che gli impediva di ben dirigere l’azienda e lo costrinse a venderla al Socini, le stanze segrete dove ho realizzato la vinsantaia e il caveau del Brunello antiquario …Persino quando ero assessore al Comune di Siena il ricordo del mio bisnonno Livio mi seguiva. Soprattutto durante le riunioni nella stanza del Sindaco che lui aveva occupato in qualità di primo cittadino all’inizio del Novecento e che, in alto sono affrescate con le immagini dei nostri comuni antenati Socini impegnati come ambasciatori della Repubblica Senese.
Che stress il compleanno. Per non pensare agli anni che passano lo festeggio sempre a Gozo-Malta. Dopo i cinquant’anni meglio smettere di contare e concentrarsi invece sui ricordi recenti e sui programmi futuri. I miei ultimi 12 mesi sono stati caratterizzati dal mal di schiena e da esperienze nuove di pacca. Dopo la frattura alla vertebra nel maggio 2016 ho avuto grosse difficoltà a stare in piedi per più di un’ora. Ho portato un busto di ferro e poi un busto da motocross finchè Riccardo Illy, che era nello stand accanto al mio durante Wine Experience organizzato a NY da Wine Spectator non mi ha rimproverato <<leva il busto, più lo tieni e più tardi guarisci. Devi fare qualche minuto di ginnastica tutti i giorni e basta>>. Che mito Riccardo, aveva ragione! Ho anche capito l’importanza di avere la sedia giusta in ufficio (diffidare di
quelle tecniche, le “poltrone direzionali” vanno meglio) e il tacco di 2,5cm. Ora sto bene.
Le esperienze nuove sono state principalmente due. Essere giurato a un concorso internazionale dei vini SMC Selection Mondial du Vin Canada e entrare nel mondo delle banche. Sono stata nominata nella deputazione generale della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e nel Consiglio di Reggenza della Toscana della Banca d’Italia. Mondi felpati, questi ultimi, con regole di galateo che sto imparando a conoscere. Mi hanno fatto finalmente capire cosa ha messo in ginocchio le banche italiane e soprattutto toscane. Contro una media nazionale di crediti deteriorati del 18% nella mia regione abbiamo il 24%. Il problema ha finalmente un nome: prestiti senza garanzie. Nei grandi istituti si tratta di erogazioni a 8 zeri andate a personaggi o gruppi influenti e con forti appoggi politici. Nelle piccole banche si trattava di cifre più piccole erogate a potenti locali ma sempre senza le ipoteche e le garanzie che vengono chieste a me o a voi che leggete ogni volta che chiediamo un mutuo.
Una delle poche cose buone dell’invecchiare è che scoperte di questo genere vengono prese con fastidio ma non scatenano la rabbia. Ne ho viste di tutti i colori in questa pazza Italia che cerca in ogni modo di suicidarsi. Ormai non ci sconvolge più niente, ma è un bene o un male?