Piccole storie della fattoria del Colle, dormire con le monache
Oggi vorrei raccontarvi la storia dell’appartamento che chiamiamo “Monache” perché occupa le stanze che un tempo erano destinate ai frati da cerca e delle monache questuanti
Si tratta delle uniche stanza con le inferriate alle finestre, perché, come magistralmente spiegano i libri di Piero Camporesi (Speziali e ciarlatani, Le belle contrade ….), molti fraticelli erano impostori che si introducevano nelle fattorie per vuotare le dispense. Per questo, di notte, venivano chiusi nelle camere e non potevano uscire neanche attraverso i tetti. In questo modo il fattore e la fattoressa potevano riposare tranquilli sapendo che cacio, uova, olio e salsicce….erano al sicuro. Durante il riordino del guardaroba antico ho trovato una serie di lenzuoli tessuti a telaio con l’etichetta “corredo delle monache” . Sono di un cotone bianco irregolare composti da più strisce unite insieme. Li ho utilizzati per realizzare delle sopra coperte che ho messo da parte per un altro corredo, quello di mia figlia Violante.
L’appartamento Monache è al primo piano della villa ed ha ancora, per terra, i pavimenti di mattoni messi nel 1592 quando fu costruita la Fattoria del Colle. In un angolo del tinello c’è un piccolo camino dove la fattoressa teneva la brace per scaldare i ferri da stiro. Poco lontano c’era infatti il guardaroba della fattoria e l’attuale tinello, con la sua bella luce, era il posto ideale per stirare. Oggi i ferri, di varia dimensione e pesantezza, sono visibili nel camino della mia cucina.
La camera matrimoniale dell’appartamento Monache, è piccola ma accogliente e curata, la vera camera
delle monache è quella a due letti. Armadio e cassettone sono quelli originari mentre le tappezzerie dei letti e le tende sono frutto delle mani d’oro di Paola, la nostra bravissima ragioniera – arredatrice.
Il bagno è moderno, all’epoca delle monache era un sedile con un buco rotondo al centro dove era infilato il cantero, un cilindro metallico smaltato di bianco con un coperchio. Mi ricordo di questo stanzino maleodorante nell’infanzia, quando la vecchia fattoressa mi teneva con se intere giornate insegnandomi le storie del Colle e di Trequanda, il piccolo paese poco distante. Sembra lontanissimo nel tempo invece sono passati solo cinquant’anni