Valdorcia in 3 giorni, per scoprirla e per riscoprirla
Oggi e domani vi propongo 2 itinerari per chi viene per la prima volta e per chi conosce il nostro territorio. Spero di darvi nuove emozioni e qualche scoperta
Di Donatella Cinelli Colombini
Farsi guidare da chi è del posto è completamente diverso rispetto all’itinerario scritto dai professionisti perché la scelta dei luoghi è legata alle emozioni più che alla loro importanza storica o artistica per questo il percorso risulta più intimo e forse persino più divertente.
Alla zona compresa nel Parco della Valdorcia -Castiglion d’Orcia, Montalcino, Pienza, Radicofani e San Quirico – unisco la Val d’Asso che storicamente apparteneva allo stesso territorio, è la terra del tartufo bianco e delle terrecotte San Giovanni d’Asso e Trequanda dove c’è la Fattoria del Colle .
L’itinerario di oggi è per quelli che sono stati in questa zona tante ma proprio tante volte. Evita dunque i luoghi cult quelli più famosi.
Servono macchina fotografica e scarpe comode perché vi farò camminare parecchio. Ovviamente vi consiglio di dormire alla Fattoria del Colle in un’atmosfera di autenticità e storia che ben si lega all’avventura che vado a proporvi.
UN GIORNO CON LE ACQUE ANTICHE
Bagno Vignoni – Parco dei Mulini; le acque termali calde scendono a valle attraverso
canali scavati nel XVI secolo per alimentare mulini ipogei, simili a grotte dei ciclopi. Serve una guida (Parco della Valdorcia 0577 898303 visita a pagamento) che racconti i luoghi e la loro storia. Vi accorgerete che gli anni ’50 quando le macine giravano ancora, sono più vicini al medioevo che al mondo tecnologico attuale.
Tornando indietro da Bagno Vignoni verso la provinciale c’è un viottolo a sinistra che conduce alla passerella sul fiume Orcia. Sull’altro lato la collina risale verso Rocca d’Orcia. Per non tramortirvi di fatica conviene andarci con l’auto e posteggiarla all’ingresso dell’abitato. Il borgo è intatto e percorrendolo sembra di essere dentro un presepio. C’è la casa dove visse Santa Caterina e da li è possibile salire ancora per le stradine piene di scale, fra muri in pietra e orticelli,
fino alla rocca di Tentennano dove la Santa imparò miracolosamente a scrivere <<lo Catarina, serva e schiava dei servi di Jesù Cristo …>> (10-13/15-18 chiuso il mercoledì). Il panorama è incredibile e immenso . Il bastione ha una forza maschia quasi gli armigeri fossero appena usciti. Per ritemprarvi scendete di nuovo a Rocca d’Orcia dove il Osteria Perillà (0577 887280) vi offrirà della cucina d’autore d’alto livello in piccole stanze che un tempo erano prigioni e vedrete in alto persino il gancio per le torture.
Proseguite in macchina sulla Cassia SS2 in direzione Roma, troverete quello che molti considerano il chilometro di strada più bello d’Italia. Intorno dolci colline coltivate a cereali sembrano intatte da secoli. Un incrocio a destra vi porterà a Bagni di San Filippo. Nella collina sul lato dell’abitato c’è un bosco con una cascata di acqua calda e calcare, è il fosso bianco. E’ possibile fare il bagno in piccole piscine come facevano i progenitori etruschi. Proverete l’emozione di qualcosa di antichissimo e benefico a diretto contatto con la natura.
UN GIORNO DI CULTURA E NATURA
Punto di partenza del vostro itinerario è San Giovanni d’Asso, la capitale del tartufo bianco delle Crete senesi. Alla fine dell’abitato c’è il più bel bosco della Toscana: la “Ragnaia di Sheppard” creato dall’artista americano Sheppard Craige come meditazione sull’uomo e la natura. Vi sorprenderà e vi farà pensare.
Proseguite per Castelmuzio e poi, in direzione Pienza deviando a destra per Sant’Anna in Camprena convento benedettino olivetano del XV secolo in cui fu ambientato il film “Il paziente inglese” . Angolo di pace con meraviglioso panorama. Le strutture originarie sono state modificate per il turismo ma nel refettorio sono ancora visibili gli affreschi di Giovanni Antonio Bazzi detto Sodoma (1503).
La sosta successiva è a Pienza, città capolavoro del Papa Pio II. Poco fuori dell’abitato c’è l’atelier del ceramista Piero Sbarluzzi l’ultimo artigiano artista
rinascimentale. Le sue opere sono in piazze e palazzi di tutto il mondo ma nell’esposizione adiacente alla sua bottega è possibile vedere e comprare sculture e bassorilievi di grandissima qualità. Alcuni sono pezzi unici ed altri sono piccole serie, c’è poi una produzione commerciale anch’essa di ottimo livello.
Tornate a Pienza per visitare il museo riaperto con un nuovo allestimento da una quindicina d’anni. Due opere da guardare con grande attenzione: la Madonna di Monticchiello di Ambrogio Lorenzetti e il Piviale di Pio II eseguito in Inghilterra nel Trecento.
Sosta nella via del bacio, accanto al Duomo, perché baciarsi fa sempre bene.
Ripartite scendendo verso la valle e passando accanto alla Pieve romanica di Corsignano dove c’è ancora il fonte battesimale usato per il Papa. La strada Provinciale 53 che vi riporta verso San Quirico costeggia un ospedale costruito nel XII secolo per assistere i pellegrini che andavano verso Roma sulla via Francigena. Si chiama Ospedaletto e nonostante gli ampliamenti della metà del Quattrocento e i recenti restauri ha ancora i caratteri del castello con merli e mura. Anche questo è un set cinematografico.
La tappa successiva è Vignoni Alto da raggiungere usando la stradina che sale da Bagno Vignoni. Si tratta di un borgo fortificato edificato poco dopo il mille da cui il panorama è meraviglioso. Poco distante c’è Rocca d’Orcia un castello intatto, con muro di cinta, borgo e bastione. Il fiume Orcia che scorre 400 metri più giù sembra in un canyon americano. Andate verso San Quirico e poi verso Torrenieri lasciando la via principale e prendendo la Provinciale 137 antica via consolare Cassia che offre un panorama bellissimo e l’esperienza dei tornanti più temuti dalla celebre gara automobilistica MilleMiglia.
Ancora avanti in direzione San Giovanni d’Asso per una sosta rigenerante
all’Osteria delle Crete dove la chef Donatella è maestra nel cucinare piatti a base di tartufo e poi a Montisi per finire la serata con delle grandi bollicine lascandosi consigliare da Gianluca del Barrino e concludendo con un gelato d’autore di Tony Cafarelli. La fattoria del Colle dista solo 8 km e forse è meglio dirigesti li per fare una dormita rigenerante.
FINALE DI VINO
Per l’assaggio del vino Orcia la fattoria del Colle è il luogo ideale e offre la visita della cantina insieme alla degustazione di Leone Rosso (Sangiovese e Merlot ) e Cenerentola (Sangiovese e antico vitigno locale Foglia Tonda) oltre a un trekking nei vigneti con cartelli esplicativi e persino un minimanuale sulla produzione del vino.
Tappa d’obbligo Montalcino a 35 km dove il Casato Prime Donne offre un’esperienza molto coinvolgente del Brunello e della sua storia (lunedì –venerdì 9-13/15-18 nel week end su prenotazione). Nella cantina infatti ci sono affreschi sulla storia locale ed è possibile anche fare una degustazione itinerante con musica abbinata ai vini (su prenotazione a pagamento). Scoprirete che il
Brunello non appaga solo il palato ma soprattutto rigenera lo spirito.
Oltre alla visita classica – Montalcino Fortezza e centro storico seguita da escursione a Sant’Antimo – vi consiglio un giro sulle strade sterrate più lento ma anche più panoramico. Vedrete il territorio del Brunello da un’angolazione diversa, osservando i vignaioli a lavoro fra i filari e la cura con cui ogni appezzamento viene coltivato. Il percorso inizia sotto Castelnuovo dell’Abate e va in direzione Sant’Angelo, borgo che merita una sosta anche per la bellissima vista. Percorrete la provinciale in direzione Grosseto fino al bivio a destra verso Argiano e
proseguite fino ad immettervi sulla 117 Maremmana andando verso destra fino all’incrocio con la Provinciale 103 verso Castiglion del Bosco splendido Resort dei Ferragamo. Arriverete nella zona dei castelli medioevali e poi a Buonconvento. Qui vale la pena fermarsi e entrare dentro le mura per vedere il borgo antico con il suo reticolo di minuscole stradine.
COSA MANGIARE
Per chi volesse mangiare super tipico montalcinese: pinci al sugo oppure cacio e pepe, zuppa di fagioli, rostinciana di maiale e ossi di morto. Nel lato più interno della Valdorcia il pinci diventano pici e il sugo tipico è quello di nana (oca muta) da alternare con le pappardelle con sugo bugiardo (maiale) e la chianina diventa regina assoluta con le bistecche sulla brace, la tagliata e il peposo (cotto nel vino) ma non vanno dimenticate le chiocciole al sugo.
COSA COMPRARE
Brunello e Rosso di Montalcino, Orcia Doc, Olio extravergine, tartufi bianchi delle Crete senesi (novembre) miele, salumi del maiale medioevale cinta senese, lo zafferano, il cacio pecorino …….. terrecotte da balcone, maioliche, ferri battuti, oggetti di olivo ……