La beffa del formaggio senza latte

Formaggi Dop italiani

La beffa del formaggio senza latte

Dopo le etichette dell’olio senza il luogo di origine ecco la legalizzazione dei formaggi prodotti senza latte.  E scopriamo che l’Assolatte ci ha tradito

Formaggi Dop italiani

Formaggi Dop italiani

Di Donatella Cinelli Colombini

Vi racconto un episodio: da giovane, quando lavoravo nell’azienda di mia madre mi occupavo anche del caseificio. Producevamo un ottimo pecorino di latte fresco seguendo il calendario della mungitura: da aprile a dicembre. Negli altri mesi, per dare la piena occupazione alle mie bravissime casare, decisi di produrre, caciotte cioè “misto mucca” e quindi comprai del latte dalla centrale di Firenze. Non l’avessi mai fatto! Il latte aveva un odore strano ma soprattutto non diventava formaggio. Riuscimmo a farlo

Piacentinu-Ennese-DOP

Piacentinu-Ennese-DOP

coagulare con dosi enormi di caglio e acido citrico ma le caciotte avevano un sapore simile al gesso. Il tecnologo mi spiegò che i latti esteri vengono spesso trattati con calore e soda caustica per mantenere sotto controllo l’acidità ma sono scadenti come il formaggio a cui danno origine. Il latte appena munto è tutt’altra cosa, quando arrivò quello appena munto, a 20 km da noi, era un piacere lavorarlo.Per questo la legge del 1974 che prevede l’obbligo di produrre i formaggi con latte fresco va difesa anche contro le autorità europee. Il latte in polvere è ancora peggio di

Cina latte in polvere contaminato

Cina latte in polvere contaminato

quello “stanco” proveniente dalle stalle polacche o tedesche. E’ facile immaginare che pessimi latti vengono usati per la liofilizzazione: quelli contaminati, quasi andati a male, sporchi …..
I grandi formaggi vengono solo da un latte perfetto e freschissimo.
E ora scopriamo che,  l’Unione Europea ci ha mandato una lettera di “messa in mora”, in altre parole ci chiede di non vietare la produzione di formaggio con latte in polvere. Dopo questa diffida, nel caso di inadempienza, c’è la Corte di Giustizia e quindi la procedura di infrazione e le sanzioni UE. Assurdo! Tutto perché la normativa italiana del 1974 violerebbe la «libera circolazione delle merci» cioè del latte in polvere, in Europea.

La cosa più brutta è scoprire che gli industriali italiani del latte – Assolatte  hanno sollecitato il provvedimento <<Siamo di fronte ad un caso di alto tradimento del Made in Italy da parte di una associazione che ha agito contro gli interessi dell’Italia, dell’agroalimentare nazionale e forse di parte dei suoi associati impegnati nel garantire la qualità e la tipicità della produzione lattiero casearia tricolore>> ha detto il Presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo. E io la penso come lui.
Apparentemente dovrebbero salvarsi dal papocchio solo le 40 denominazioni DOP, IGP cioè Parmigiano Reggiano, Montasio, Grana Padano …
Ma i formaggini da spalmare sul pane, adorati dai bambini? Quelli potranno contenere latte in polvere.

Nas controllo nei caseifici

Nas controllo nei caseifici

In Italia abbiamo 450 formaggi tradizionali e una valutazione ottima dei consumatori: il 48% si fida dei prodotti nazionali e solo il 9% di quelli esteri. Esportiamo formaggi per 2,2 miliardi di Euro all’anno e le richieste estere continuano a crescere (del 9,3% sul 2014) nonostante le imitazioni, i malefici italian sounding. Un patrimonio di saperi e sapori, di laboratori che hanno cercato di qualificarsi ….e ora  …. Questo attacco che nasce dall’ingordigia degli industriali del latte. Così come sembra nascere dall’ingordigia degli industriali dell’olio l’eliminazione del luogo di origine dalle etichette degli alimenti. Che disastro, è come se il lavoro di anni, per rendere credibili e qualificati i nostri alimenti, venisse demolito pezzo per pezzo.